Lily Potter
«Ci pensi? Questa è davvero l'ultima volta.»
Alzò curiosa lo sguardo dal suo piatto, giusto in tempo per accorgersi dell'espressione malinconica che Christina stava rivolgendo alla Sala Grande. Lei non si sentiva altrettanto nostalgica: l'idea che quella fosse la loro ultima colazione ad Hogwarts la lasciava quasi del tuto indifferente.
«Era ora!» si limitò a commentare, cercando di imporre al suo tono di voce una nota di leggerezza.
Funzionò alla perfezione, perché Hugo sollevò di scatto la testa dalla sua ciotola di porridge. «Quanto hai ragione, cugina!»
Lily si sentiva in colpa, nei loro confronti. Aveva passato l'anno scolastico come in apnea; a guardarsi indietro, le sembrava che tutti i giorni si mescolassero in un'unica, indistinta matassa di ricordi velata di grigio. Il Quidditch, Hogsmeade... Davvero era uscita dal castello quasi ogni sabato? E come mai le sembrava di non vedere la luce del sole da mesi?
Tutto sembrava tremendamente lontano, come se più che viverlo ne fosse stata solo spettatrice. Aveva provato in ogni modo a fingere, soprattutto con Christina e Hugo, ma lo stesso avevano capito che qualcosa non funzionava più. Qualcosa che andava oltre la sua rottura con Scorpius. Oltre quella lettera che gli aveva mandato, al suo rientro al castello. Quella dove avrebbe voluto scrivergli la verità, ma che alla fine si era trasformata in un ulteriore atto di rabbiosa accusa nei suoi confronti. Aveva voluto costruire tra loro un muro invalicabile, solido, eterno. I suoi propositi sembravano essere andati a buon fine, perché lui non si era nemmeno premurato di risponderle.
«Ma quindi, a settembre?»
Hugo si rese conto di aver parlato a sproposito solo dopo che Lily e Christina si scambiarono un'occhiata vacua. Entrambe non avevano la minima idea di cosa avrebbero fatto dopo aver ricevuto i M.A.G.O. che, dalle aspettative, potevano non essere dei migliori.
«Ti verremo a trovare ai Tiri Vispi.» tagliò corto Lily.
«Sempre se riuscirete ad arrivare in stazione in tempo.» sogghignò lui, alzandosi di corsa dalla tavolata, pronto a raggiungere i compagni di dormitorio.
Lily lo seguì di malavoglia, trascinando i piedi. Aveva fantasticato a lungo su quel momento: la fine della scuola, la sensazione di libertà che avrebbe provato, l'inizio dell'età adulta.
Aveva invidiato sia James che Albus al raggiungimento di quel traguardo, ma adesso che toccava a lei sentiva di non provare quello che avrebbe dovuto. Non era felice, ma nemmeno spaventata o angosciata dal futuro. Semplicemente, non le interessava.
«Vieni con me da James?» le aveva chiesto a metà del viaggio in treno Christina, strappandola dai suoi pensieri.
«Credo di no.» aveva risposto, incerta.
La sua amica le aveva sorriso incoraggiante: le aveva confidato giusto qualche sera prima quello che aveva in testa e, per una volta, pensava fosse davvero una buona idea. Aveva bisogno di ritrovare il contatto con la realtà, oppure perderlo definitivamente.
Per vuotare il sacco con i suoi genitori, però, aspettò che la cena fosse terminata. Quando Albus si smaterializzò e il salotto piombò nel silenzio, finalmente si decise a schiarirsi la voce.
«Vorrei partire da sola.»
Lo notò. Notò chiaramente lo sguardo terrorizzato che si scambiarono i suoi genitori. Lo notò e si sentì morire, perché sapeva quanta preoccupazione scatenava in loro, ogni giorno.
«Non per sempre. Ma almeno per parte dell'estate. Ho bisogno di stare un po' da sola. E papà, lo so che sei preoccupato, ma mettermi qualcuno alle costole mi farebbe solo agitare.»
Percepì il disagio di suo padre, a quella velata ammonizione. Lo percepì nell'animo prima ancora che nei suoi occhi. Si sentiva cattiva, dispotica, egoista. Chiedere ai suoi genitori di smettere di comportarsi come tali, chiedere fiducia, verso un passo che poteva far del bene anche solo a lei.
«Sapevamo che sarebbe arrivato il momento. Eravamo preparati.» mormorò sua madre, sorridendo mesta.
«Non vi sto dicendo addio.»
«Qualsiasi cosa tu scelga di fare, avrai sempre una casa in cui tornare.» le rispose, trattenendo quelle lacrime che invece Lily non riuscì a fermare.
La serata si concluse così, in un abbraccio stretto tra lei i suoi genitori. «Stai attenta, Tigre.»
«Per qualsiasi problema, so chi chiamare.» annuì, caparbia. «E comunque, avreste qualcosa in contrario nel caso decidessi di farmi un tatuaggio?»
L'espressione di suo padre fu talmente impagabile da farla scoppiare a ridere, nonostante il momento. «Assolutamente no, ma solo se ci fai scrivere io amo il mio papà.»
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Empatia - Missing Moments
ФанфикRaccolta di missing moments dal mondo di Preveggenza e Oltre la Vista. Perché Lily e Scorpius, in fondo, non sono mai riusciti a fare a meno l'uno dell'altra.