« in che senso devo comprare i libri per leggerli? e se poi non mi piacciono? »
o, dove Changkyun lavora in una libreria e Kihyun ama i libri, solo che non può permetterseli.
pubblicata il 11/07/2018
conclusa il 05/09/2018
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Qualcuno era entrato in casa ma Changkyun neanche se ne era reso conto, tanto concentrato era a giocare col cellulare. La donna arrivò in salotto e ripose il cappotto su un divano, poi lo guardò. "È entrato per caso qualcuno?"
"Ah? Ciao mamma." Changkyun non l'aveva calcolata di striscio, lei era appena tornata da lavoro e stanca com'era andò subito a sedersi accanto a suo figlio.
"Hai preparato qualcosa per cena?" chiese, lui scosse la testa.
"Sto aspettando Kihyun per uscire con lui." l'altro non aveva ancora finito il suo turno, e lui si stava annoiando. "Non pensavo che saresti tornata così presto per cui non ho fatto niente."
"Farò portare una pizza da tuo padre." disse, prendendo il telefono per scrivergli. "Dove andate tu e Kihyun? Potreste mangiare con noi così potremmo conoscerlo meglio, stasera fa anche tanto freddo."
Changkyun ridacchiò. "Non è ancora così seria tra di noi, e poi non so se vorrebbe. E... dato che manca poco alla mia partenza mi sembra di passare fin troppo poco tempo con lui, è sempre impegnato a lavoro, penso che quando lo sarò anche io non avremo più tempo per noi."
"No, Changkyun." non era d'accordo. "Primo, non è vero che tra di voi non è seria, il suo spazzolino è nel nostro bagno visto quanto tempo passa da noi. Secondo, quando tuo padre ha servito il paese siamo stati lontani per anni, non potevamo sentirci mai. È stato difficile, però guardaci ora. Non metto in dubbio che sarà difficile anche per voi ma potrete tenervi in contatto, cosa che con noi non era possibile." sorrise. "E poi potrete vedervi una volta al mese per vari giorni, sono sicura che se siete destinati a stare insieme riuscirete a farcela, devi solo crederci, non starete lontani per sempre."
Qualcuno suonò il campanello. "È lui." poggiò il palmo sul bracciolo del divano e si alzò, poi rivolse un sorriso alla donna. "Grazie mamma."
Prese il giubbotto e lo indossò, poi andò ad aprire, Kihyun era lì che si abbracciava da solo. "Fa freddo." si lamentò, fece spazio all'altro che stava uscendo e cominciarono a camminare vicini. "Menomale che la pizzeria è vicina." Changkyun non aveva ancora detto una parola, per cui inarcò un sopracciglio confuso. "Va tutto bene?"
"Si, stavo pensando a una cosa che mi ha detto mia madre." fece una pausa e si concentrò sulle stelle, erano poche ma molto luminose. "Com'è andata a lavoro?"
Dopo aver finito di cenare si allontanarono dal centro, passeggiavano accanto a un edificio abbandonato con Kihyun che teneva il suo braccio intorno all'altro, decisamente molto romantico. Il minore aveva scherzato sul fatto che quell'edificio fosse infestato e Kihyun aveva spiegato il perché era impossibile che un fantasma li attaccasse. "È molto più probabile che qualcuno sbuchi da questa casa e ci attacchi, e non che lo faccia uno spirito. Ma tranquillo, dovranno passare sul mio cadavere per prendere te, vivi o morti essi siano." Changkyun pensò che era tenero. "Certo, mi verrebbe un infarto per la paura e morirei sul colpo quindi ti prenderebbero subito dopo, ma guarda il lato positivo." detto ciò, lo fece girare usando le mani. "Ora torniamo indietro così nessuno potrà rapirci."
Changkyun rise. "Spiegazione interessante, in quel posto ci sono stato da ragazzino, ormai non ci va più nessun... umano, certo, i fantasmi ci sono, meglio andare via."
"Ma smettila." sorrise, poi gli baciò la testa. "Sei così carino."
Changkyun fece dei versi strani e cercò di liberarsi, anche se in realtà gli piaceva molto stare lì. "Puoi restare a dormire da me?"
"Ma domani devo lavorare -."
"Kihyun, domani è domenica." rispose. "Non lavori un po' troppo ultimamente? Hai perfino perso il conto dei giorni."
"Ci siamo conosciuti quando stavo per andare in ferie, per questo ti sembra che io ora lavori di più, ma è sempre stato così. Sono solo stanco, non preoccuparti troppo." spiegò. "E sappi che la mia cosa preferita è svegliarmi e vederti vicino a me."