❁ cαpitolo vı

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| Miyon's pov |

Avevo ancora le guance leggermente colorite e le mani un poco sudate, quando Jungkook si schiarì la voce e, dopo alcuni interminabili secondi, iniziò a parlare.

-Bene, allora comincerò io... Ho quasi 21 anni, sono nato a Busan ma vivo qui da circa tre anni, insieme a sei miei amici in un appartamento di Seul, e devo dire che mi piace davvero tanto.

La sua voce era calda, profonda, quasi rilassante. Sarei rimasta volentieri in silenzio ad ascoltarla ininterrottamente per ore.
Da quando Jungkook era arrivato, io ero rimasta tutto il tempo con il viso rivolto verso il prato. Ma man mano che i minuti passavano, iniziai ad abituarmi alla sua presenza, la tensione cominciò ad alleggerirsi, lasciando finalmente spazio alla tranquillità.

-C- come mai ti sei trasferito?
Chiesi, effettivamente curiosa. Insomma, se quello che mi aveva detto era vero, aveva lasciato la propria famiglia per venire ad abitare con degli amici in una città piuttosto lontana rispetto alla sua.

-Bhè, ecco... Può sembrare un po' strano ma... Tutti e sette condividiamo una grande passione per la musica e quindi... Abbiamo deciso di venire qui e iscriverci alla Seoul Artistic Music School.

-Ah... Capito...

In quell'istante, ci guardammo per qualche secondo e lui mi rivolse subito uno di quei suoi soliti sorrisetti teneri che mi fecero immediatamente sciogliere.
Perché era così carino?

-E tu dimmi...

Oh no, di già? Non ero ancora pronta per formulare un discorso di senso compiuto.

-A quale corso volevi iscriverti?

Appena udita quella domanda, una moltitudine di brividi attraversarono la mia schiena.
Da una parte aveva anche ragione a farmela, dopo che mi aveva vista davanti a quella scuola a controllare i tabelloni. Lui non poteva di certo sapere cosa ne pensavo a riguardo, e quindi era più che lecita quella domanda. Però ora cosa gli avrei risposto? Non potevo mica dirgli che mi sarei iscritta al corso di ballo quando in realtà non era affatto così.
Verità, ecco cosa gli avrei detto. Forse parlare di questa storia a qualcuno che non fosse Jein, mi avrebbe aiutata ad alleggerirmi un po' la mente.

Feci un bel respiro profondo e cominciai.
-Bhè, i- in realtà... Non volevo iscrivermi a nessun corso...

-Ma come? Oggi eri lì a controllarli, pensavo fossi interessata...

-Ecco è una l- lunga storia... E n- non voglio stressarti con i miei problemi...

-Stressarmi? Siamo qui per conoscerci oppure no?!

Aveva usato un tono talmente buffo e bambinesco che non riuscii a trattenere una risata.

-Ovviamente solo se ti va di parlarmene...
Continuò in un momento di serietà.

Annuii, facendo un cenno con la testa. Ormai ero convinta sul fatto di raccontargli tutto, solo che c'erano sempre i miei problemi di insicurezza a bloccarmi un po'.

Chiusi gli occhi e cercai di rilassarmi. Dovevo solo immaginare di star parlando con Jein, anche se... Non era così semplice. Lui l'avevo appena conosciuto, e probabilmente non gliene importava niente di sentire questa storia, però... Sentivo di star facendo la cosa giusta, così iniziai a dirgli tutto.

-E- ecco, sì... Anch'io sono appassionata di musica sin da piccola e in particolare della danza... Mi piace passare intere giornate a ballare, in più tutti mi dicono che sono molto brava e che dovrei iscrivermi però...

Feci una pausa. Stavo ricominciando a dubitare della mia scelta... E se fosse stata quella sbagliata? Se mi avesse riso in faccia?
Ok, basta con i dubbi amletici, o adesso o mai più.

-Però... Ho paura di non essere abbastanza brava, di non essere all'altezza. Mi esercito in continuazione ma è come se non migliorassi mai... E poi... Ho paura d- di conoscere n- nuove persone...

L'ultima frase l'avevo pronunciata con un tono talmente basso che pensavo che Jungkook non l'avesse sentita; in più c'erano le voci dei bambini che giocavano come sottofondo.
E invece mi sbagliavo. Il ragazzo di fianco a me era stato attento ad ogni mia singola parola e non si era perso nessuna frase, come se stesse ascoltando uno dei suoi più cari amici.

Abbassai di nuovo la testa e cominciai a torturarmi le dita delle mani. Questo silenzio stava diventando sempre più snervante ad ogni minuto che passava.
Non capivo come mai ci stesse mettendo così tanto a rispondere...

-Quindi è per questo che prima stavi piangendo?

Ah, ora sì che capivo.
Aveva paura di chiedermi una cosa del genere.
Però potevo pure aspettarmela questa domanda... Ero sicura che se ne fosse accorto.

-S- sì...
Confessai con un filo di voce.

Lo sentii sospirare. Iniziai ad avere paura della sua risposta.
Avevo fatto male a dirglielo... O forse no?

-Mi dispiace tanto, ecco... Dovresti cercare di stimarti di più e convincerti del fatto che sei uguale agli altri. Non potranno mai giudicarti, perché tu potresti fare benissimo lo stesso con loro. E comunque, anche se non ti ho mai vista ballare, se lo fai da quando sei piccola, scommetto che sei davvero brava.
Davvero, non lasciare che questo tuo problema ti tolga la possibilità di fare ciò che più ami nella tua vita. Tutti abbiamo bisogno di un po' di felicità qualche volta...

Wow... Le sue parole erano state davvero toccanti. Sembrava come se lo conoscessi da anni, invece era solo la seconda volta che lo vedevo.

Sentivo gli occhi ancora lucidi, ma questa volta dovetti trattenermi. Non volevo assolutamente farmi vedere così piagnucolona da lui.

-Bhè, a furia di chiacchierare è arrivata l'ora di tornare a casa... È stato un piacere averti conosciuta, Miyon.
Disse, mentre si alzò.

Sollevai il mio sguardo verso il suo.
Non volevo lasciarlo andare via senza avergli detto niente.

-G-grazie...

In tutta risposta mi sorrise ancora, poi si voltò.
Mentre iniziava ad incamminarsi, però, vidi un fogliettino cadergli dalla tasca dei suoi pantaloni.
Mi avvicinai; avrei voluto chiamarlo per restituirglielo, ma quando vidi che sul bigliettino c'era scritto un numero di telefono, non lo feci. Molto probabilmente si trattava del suo, e ipotizzai che l'avesse fatto cadere apposta per me.

Passarono vari minuti, dove rimasi paralizzata sotto quel ciliegio con il foglietto tra le mie mani, intenta a ragionare sulla chiacchierata appena avuta con quel ragazzo.
Mi sembrava totalmente impossibile che fosse successo veramente. Fino al giorno prima ero lì a deprimermi, dicendo che non avrei mai fatto conoscenza con un ragazzo, invece oggi eccomi qui. Con addirittura il suo numero di telefono.

Il rumore delle campane mi riportò alla realtà. Oh, erano già le 6.30, altro che un'oretta. Sarei dovuta tornare a casa immediatamente, altrimenti mia madre mi avrebbe fatto l'interrogatorio. Così misi il bigliettino in tasca ed iniziai ad avviarmi.

~~~~~~~~~~

Per fortuna, una volta tornata a casa, nessuno mi fece domande. Anche a cena, sembravano tutti e due tranquilli e spensierati. E pure io mi sentivo diversa, più leggera, cosa che non avrei mai pensato accadesse fino a qualche ora prima.

Prima di addormentarmi, mandai un messaggio a Jein, dicendole se il giorno dopo avremmo potuto vederci. Dopo pochi minuti ricevetti la sua risposta: ci saremmo viste il giorno seguente a casa sua verso le 4.


| Spazio Autrice |
Ma buongiornoo! 🙈❤
Ed ecco a voi il capitolo 6, spero che sia stato di vostro gradimento. 😘
Per qualsiasi errore, non esitate a dirmelo, dopotutto è la mia prima ff e quindi mi farebbe molto piacere sentire cosa ne pensate. 🙈❣
Vi ringrazio ancora un sacco per le 129 letture e le 39 stelline, davvero, non me le meritoo! 😭🙏❤
Spero che continuerete ad apprezzarla come state facendo ora, ne sarei immensamente grata. 🙏💜
Detto ciò, vi mando tanti bacini e vi saluto! 😘💕
Al prossimo capitolo! 👋🏻💜

𝐒𝐡𝐲𝐧𝐞𝐬𝐬 | 𝐣𝐣𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora