❁ cαpitolo xxxı

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| Miyon's pov |

La sveglia suonò con il suo solito allarme ripetitivo e fastidioso, segnando così l'inizio di un nuovo giorno di scuola.
Peccato che... Se prima questo suono, seppur sempre un po' antipatico e seccante, mi piaceva almeno per il fatto che dovessi andare all'istituto di ballo, ora era da qualche tempo che solamente alzarmi dal letto era diventata un'agonia.
Avevo paura, paura di tutte le brutali azioni che Hyun avrebbe potuto compiere di giorno in giorno.
Quella ragazza mi inquietava e intimoriva molto, troppo... E ce l'avevo pure in classe.
Tutte le volte dovevo sorbirmi le sue occhiatacce omicide, gelide, raccapriccianti per tutta la durata della lezione, e non solo: all'intervallo, all'entrata o all'uscita poteva fare e dirmi qualsiasi cosa.
Ormai mi aveva riempita di qualsiasi tipo di insulti, che andavano da semplici nomignoli come stupida o sfigata e arrivavano, per la maggior parte dei casi, ad insulti pesanti, minacce, frasi acide, crude e piene di ira.
Ed io mi stavo convincendo sempre di più di quello che mi diceva.
Ero solo una stupida ragazzina del cazzo con inesaudibili sogni.
Una sfigata leccaculo con nient'altro che insicurezze e lacune che non sarebbe mai riuscita a cambiare o risolvere.
Chi mai avrebbe voluto una come me?
Inoltre, cominciavo anche a pentirmi della scelta che avevo fatto.
Non dovevo iscrivermi a quella scuola, tanto non avrei mai potuto diventare una ballerina professionista, timida e imbranata com'ero.

Con una lentezza straziante pari a quella di un bradipo, spensi la sveglia e, controvoglia, mi alzai dal letto per dirigermi in bagno, sempre però, con questi pensieri martellanti impressi nella mente.
Mi vestii, mi preparai e andai a fare colazione ancora con quella voglia di chi non vede l'ora di ricevere un pugno in faccia.
Salutai a malapena i miei; ovviamente non volevo che notassero niente di strano nel mio comportamento, e per fortuna, al mattino ero sempre un po' malmostosa di mio, quindi non fu particolarmente difficile camuffare il mio stato d'animo pietoso.
Finita la colazione, mi affrettai, però, a prendere il telefono.
Quel mattino non me la sentivo proprio di vedere Jungkook e i suoi amici... Non per colpa loro assolutamente, ma meno gente incontravo e meglio sarebbe stato per me.
Gli dissi che per questa volta mi avrebbe portato mia madre, sia all'andata che al ritorno, così almeno, se mi fossi spicciata, avrei avuto meno possibilità di incontrare quella vipera a fine lezione.

Appena inviai il messaggio sentii una piccola fitta al petto dolermi sempre di più... Mi dispiaceva mentire a quelli che ormai erano diventati i miei amici più cari, specialmente a Jungkook poi.
Il giorno prima avevo passato un bellissimo pomeriggio con lui, tra chiacchiere e sorrisi, e i suoi momenti di improvviso affetto mi avevano fatta sentire così bene, che tutte le volte che si era lasciato andare in qualche coccola, mi era sembrato di essere in un altro mondo.
Era stato veramente magico vedere il Lilli e il Vagabondo insieme a lui, e poi sapere che per lui quel film fosse diventato molto importante, mi aveva fatto intenerire ancor di più.
Però seriamente, oggi non sarei stata capace di nascondere i miei sentimenti con finti sorrisi tirati.
Già qualche giorno prima, quando Hyun e le sue altre amiche mi avevano beccata giù dalle scale e mi avevano per l'ennesima volta insultata e offesa, il moro aveva captato qualcosa che non andava al cento per cento, ed io non ero nemmeno riuscita a rispondere quando poi mi aveva chiesto come stessi.
Quindi meglio evitare altre scenate del genere.

"Oh ok... Allora ci vediamo a scuola?"

Fu la sua risposta.
Non volevo che si preoccupasse inutilmente, insomma per una volta poteva accompagnarmi mia madre, no?
Cercai di essere il più convincente possibile nel rispondergli.

"Certo Kookie :)"

Quando vidi che il diretto interessato visualizzò e non rispose, misi il telefono in silenzioso e lo riposi all'interno del mio borsone.

Salutai i miei il più allegra e naturale possibile, ed uscii di casa, iniziando poi ad incamminarmi a passi lenti e trascinati verso la scuola.
Avrei dovuto armarmi di serenità e contentezza in ogni caso, però... Altrimenti, anche se non avevo fatto la strada con loro, Jungkook e i suoi amici potevano benissimo intuire qualcosa di strano anche quando sarei arrivata a destinazione.
Durante il tragitto, inoltre, pregai con tutta me stessa che oggi non mi sarebbe accaduto niente.
Quel giorno ero già abbastanza instabile di mio, per non parlare della fastidiosa morsa che continuava a tormentare il mio stomaco.
No, non ce l'avrei fatta a sopportare nuove accuse.

𝐒𝐡𝐲𝐧𝐞𝐬𝐬 | 𝐣𝐣𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora