❁ cαpitolo ıv

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| Miyon's pov |

Le gocce di sudore scorrevano imperterrite su ogni centimetro della mia pelle, mentre i movimenti del mio corpo erano rigidamente controllati dal ritmo dinamico della musica.

Stavo ancora maledettamente pensando alle parole che Jein mi aveva rivolto quella mattina. Mi aveva chiesto per l'ennesima volta di iscrivermi a quella scuola di ballo ed io non me la sentivo di rifiutare categoricamente un'altra volta. Perchè le davo ragione in pieno, avrei dovuto accettare immediatamente senza neanche pensarci due volte. Ero stufa di questa vita monotona, di continuare a passare le giornate in preda ai miei soliti pensieri che non facevano altro che divorarmi sempre di più la mente.
Però mi arrabbiavo il doppio quando il mio atteggiamento continuava ad essere lo stesso, a causa della fastidiosissima vocina dentro di me che cercava in tutti i modi di ostacolarmi.

"Ma non conosco nessuno in quella scuola..."
"Chissà se poi sarò brava come gli altri..."
"E se mi prenderanno tutti in giro per il mio carattere?"

Non riuscivo a fregarmene e a dare un taglio a tutte queste mie insicurezze, proprio non ce la facevo.
Neanche Jein era riuscita a cambiare questo mio grandissimo difetto in tredici anni, figuriamoci se lo facevo io adesso da un giorno all'altro.

Cavolo, perché ero così? Perché proprio io poi?

Erano mesi, se non anni, che continuavo a chiedermelo.
Poteva capitarmi qualsiasi cosa, qualsiasi altro difetto, ma perchè proprio questo?

Il pavimento, a ogni mio passo, vibrava più del solito quella sera. Ci stavo mettendo tutta me stessa per cercare in qualsiasi modo di alleviare quei pesi sullo stomaco che mi stavano torturando da quel pomeriggio.
Ero visibilmente fuori controllo, quando sentii bussare alla porta.

-Tesoro, apri la porta per favore!
Gridò mia madre.

All'inizio la ignorai e continuai a ballare sempre più decisa la mia coreografia. Fino a che...

-Ti prego, Miyon!

Sbuffai. Sapevo che se non le avessi aperto, sarebbe rimasta lì per tutto il pomeriggio. Cosi spensi la musica e, prima di aprire la porta, contai fino a dieci per cercare di calmarmi un po'.

-Ehi, tesoro! Si sentivano i tuoi passi rimbombare fino al piano di sotto, sicura di star bene?

Ah, mia madre era sempre stata così. Se non era sicura di una cosa, me la richiedeva altre cento volte.

-Sì mamma, è la cinquantesima volta che me lo chiedi.

-Ma è da oggi dopo pranzo che sei rinchiusa in questa stanza. Capisco che ti piaccia tanto ballare ma avresti bisogno di una boccata d'aria qualche volta.

-Non ho la minima voglia di uscire ora.
Tagliai corto freddamente.

-Ehi, lo dico per il tuo bene. Per favore solo un'oretta, poi potrai ritornare.

Subito dopo mi rivolse un sorriso. Era sempre così gentile e dolce con me che a volte mi dispiaceva essere così scontrosa anche con lei. In fondo cercava solo di aiutarmi...
Alla fine non potei fare a meno di accettare.

-E va bene... Ma solo un'oretta.

-Tranquilla, tesoro.

In seguito mi diede un bacio sulla fronte, prima di richiudersi la porta alle spalle.

Sospirai. Avevo ancora un sacco di pensieri nella mia testa per poter uscire così tranquillamente. Il problema della mia solita timidezza, Jein, la scuola... C'erano troppe cose tutte in una volta che mi stavano lentamente togliendo la voglia di fare qualsiasi attività.

A volte mi chiedevo anche il motivo della mia esistenza. Qual era il vero scopo della mia vita, se non riuscivo mai a fare niente?
Un groppo si formò nella mia gola che però decisi con tutte le mie forze di mandar giù.

~~~~~

Il flusso di pensieri che avevo a casa, diventarono ancora più vividi nella mia testa, una volta che mi sedetti sul prato, sotto un albero di ciliegio.
Pensavo che venire in questo parco, mi avrebbe aiutato a dimenticarli.

Ma quella volta non fu così.
Neanche Jein o la danza mi avrebbero dato una mano, in quel momento.

Iniziai a guardare malinconica tutte le persone che si trovavano davanti a me. Sembravano tutte così spensierate, ognuno aveva una propria compagnia con cui chiacchierare, ridere, uscire... Tutti tranne me.
E sarebbe stato così per sempre.

Strinsi le ginocchia al petto e abbassai la testa su di esse, mentre sentii di nuovo gli occhi lucidi e una fitta di dolore allo stomaco diventare sempre più forte.
Non resistetti più, e lasciai scivolare fuori tutte le lacrime amare che avevo trattenuto da fin troppo tempo.
Sapevo che piangere non avrebbe risolto niente, ma era l'unico mezzo di sfogo che avevo in quel momento.

Continuavo a piangere e a singhiozzare, rannicchiata sotto quell'albero e quei petali rosa di ciliegio che, di tanto in tanto, si posavano sui miei capelli, fino a che sentii una voce che mi fece gelare il sangue nelle vene.

-Ehi... Ti ricordi di me?







| Spazio Autrice |
Dun dun duuun! Chissà chi sarà... 👀🙊
Wow, non posso credere di essere arrivata ad 84 letture e 30 stelline! ❤ Davvero, grazie infinite, vi amo troppo! 😭🙏💜
Spero che possa continuarvi a piacere anche in futuro! 🙏❤
Mi scuso per questo capitolo leggermente più corto degli altri... Mi farò perdonare con il prossimo. 🙈💕

Vi ricordo che, se volete, potete seguirmi su instagram (@/lilxarmy03) per rimanere sempre aggiornati! ❣
Al prossimo aggiornamento! 👋🏻😘💜

𝐒𝐡𝐲𝐧𝐞𝐬𝐬 | 𝐣𝐣𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora