❁ cαpitolo ıı

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| Miyon's pov |

Come al solito, non avevo chiuso occhio per tutta la notte. Avevo continuato a contemplare il soffitto, ascoltando l'insistente frinìo dei grilli in sottofondo. E quindi non mi stupii se il mattino seguente mi svegliai con un forte mal di testa e due occhiaie così spaventose da farmi sembrare uno zombie.

Guardai la sveglia che si trovava sul comodino in legno alla mia sinistra; erano le dieci e ancora non avevo la minima voglia di alzarmi dal letto. I miei lavoravano anche di sabato, quindi pure oggi avrei dovuto passare la mattinata in completa solitudine.
Per quanto avessi voluto ancora rimanere tra le braccia di Morfeo, decisi ugualmente di tirarmi su e andare a prepararmi. Avrei passeggiato un paio d'orette e successivamente avrei chiamato Jein, per metterci d'accordo riguardo la nostra eventuale uscita. Sentivo tanto il bisogno di stare un po' con lei, perchè sicuramente mi avrebbe aiutato anche questa volta a distrarmi dai miei continui problemi mentali.

Una volta fatta colazione, ritornai in camera mia a vestirmi. Non ero molto pratica riguardo alla moda; a confronto con le altre ragazze, io sembravo proprio uno spaventapasseri.
Stessa cosa riguardo al trucco, ovviamente. Se usavo il rossetto, ogni volta mi andava a finire sui denti, per non parlare dell'eyeliner. Quando provavo a metterlo, mi venivano sempre due linee completamente diverse. Quindi, alla fine risolvevo tutto con il mio solito e adorato mascara.

Dopo vari minuti passati davanti all'armadio a pensare arduamente a cosa indossare, decisi di mettere degli shorts in jeans e una magliettina floreale. Lasciai i capelli sciolti e ovviamente, anche questa volta mi dovetti accontentare solo con un po' di mascara.

Quando fui finalmente pronta, presi le chiavi e uscii di casa, sbattendo l'enorme portone del palazzo alle mie spalle. Appena fuori, chiusi gli occhi beandomi di quella bellissima sensazione di freschezza mattutina che mi avvolgeva completamente. Adoravo l'estate, soprattutto per le sue giornate lunghe, colorate e piene di vita. Alla sera una delle cose che facevo più spesso durante questo periodo, era andare sul balconcino del salotto e godermi, anche alle nove, lo splendido panorama della città in penombra. Stavo lì anche delle ore, senza neanche rendermene conto, soprattuto quando non avevo niente da fare o nelle serate in cui c'era molto caldo. Ormai era diventata quasi una routine estiva.

Iniziai ad incamminarmi. Non sapevo bene quale fosse la destinazione, in realtà volevo solo sgranchirmi un po' le gambe al di fuori di quelle quattro mura che mi stavano a dir poco soffocando.
Qualche minuto dopo però, vista la quantità industriale di persone che popolavano ogni angolo di Seul, decisi che sarebbe stato meglio andare in un luogo non esageratamente affollato, così optai per il parco vicino al fiume Han.

Ero molto legata a quel posto... Forse perchè era proprio lì che avevo conosciuto Jein, in un caldo giorno d'estate come questo. Avevo all'incirca quattro anni, i miei genitori mi avevano portata lì per farmi provare i primi giri in bicicletta. Avevo imparato da poco, quindi non ero ancora del tutto sicura di poterci riuscire; poco dopo infatti, persi l'equilibrio e in men che non si dica mi ritrovai per terra, con il ginocchio dolorante e leggermente sbucciato. I miei erano un po' lontani da quel sentiero in quel momento, così iniziai a piangere, non sapendo come fare per rintracciarli. Fu così che i miei singhiozzi attirarono un'altra bambina alle prese con un barattolino di bolle. Appena mi vide, mi corse incontro e mi aiutò a rialzarmi; chiamò sua madre che subito dopo mi medicò la piccola ferita mettendomi un cerotto, e gentilmente mi riaccompagnò dai miei genitori.

Da quel giorno, io e Jein diventammo presto due amiche inseparabili. Iniziammo a vederci quasi tutti i pomeriggi in quel parco e, giorno dopo giorno, imparammo a conoscerci sempre meglio.
All'età di sette anni, i nostri genitori decisero di iscriverci nella stessa scuola, e ovviamente facemmo così anche per le medie e le superiori.
Anno dopo anno, la nostra amicizia si faceva sempre più intensa, fino ad arrivare ad oggi, ben tredici anni dopo.
Avevamo condiviso un sacco di momenti insieme, felici e non. Ma erano stati i momenti di difficoltà a renderci ancora più unite. Eravamo cadute qualche volta, ma entrambe avevamo imparato a rialzarci insieme, sempre più forti di prima.
Per me era come avere una sorella. Tra di noi non si celavano più segreti, anzi potevamo confidarci qualsiasi cosa senza problemi, senza aver paura di essere presa in giro.

Continuavo a camminare per le grandi vie del centro di Seul, quando all'improvviso sentii della musica provenire da poco più avanti.
Ah già. Quasi dimenticavo.
Per andare verso il parco, dovevo passare davanti alla Seoul Artistic Music School. La scuola di ballo e canto più importante di tutta la nazione.
Avrei voluto tanto vederla da più vicino, ma una parte di me mi constringeva a non farlo. Alla fine era sempre così, quando volevo fare qualcosa, non ci riuscivo mai per colpa di quella stupida vocina nella mia testa.
Restai lì ancora per qualche secondo a meditare sulla scelta, ma la mia voglia irrefrenabile di vederla, questa volta, ebbe la meglio.
Oh al diavolo, mi sarei fermata solo qualche minuto a vedere i vari corsi della scuola. E niente me lo avrebbe impedito.

Dopo pochi istanti ero lì, davanti a quell'enorme edificio. Subito il cuore prese a battermi ad una velocità innaturale, le mie mani iniziarono a sudare freddo, mentre il resto del mio corpo fu pervaso da una moltitudine di brividi incontrollabili. Stetti lì qualche secondo ad ammirare la raffinatezza e l'eleganza di quella scuola che in quel momento mi sembrava davvero un miraggio.
Con il cuore che batteva ancora all'impazzata, iniziai ad avvicinarmi ai tabelloni dei rispettivi corsi che si trovavano appesi al grande battente dell'entrata.

Scoprii che si poteva scegliere tra recitazione, canto o rap e qualsiasi stile di danza. Wow, ce n'erano davvero parecchi, dall'hip hop alla danza contemporanea.
Stavo anche per informarmi sui vari orari e i giorni delle lezioni, quando sentii il cigolìo della grande porta della scuola.
Di colpo feci un passo indietro, sobbalzando, e quasi non mi venne un infarto quando vidi la persona che si trovava davanti a me.




| Spazio Autrice |
Rieccomi con il secondo capitolo di 'Shyness'! 🐰❤
Vi ringrazio tantissimo per le 19 letture e le 8 stelline, spero che anche questa parte vi possa piacere. 🙏💜
Devo fare una piccola precisazione riguardo ai luoghi: il parco vicino al fiume Han esiste davvero a Seul, ma la Seoul Artistic Music School è totalmente inventata. 😂 Avevo bisogno di una scuola che fosse sia di ballo che di canto, quindi ho preferito idearla io. 🙈💜
Detto questo, se vi è piaciuto il capitolo lasciate una stellina o un commentino per farmi sapere cosa ne pensate. 👀 Ricordo che potete seguirmi su instagram (@/lilxarmy03) per rimanere sempre aggiornati sulla storia. ^^

Un bacio, a presto! 😘❤👋🏻

𝐒𝐡𝐲𝐧𝐞𝐬𝐬 | 𝐣𝐣𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora