❁ cαpitolo xxııı

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| Miyon's pov |

Mi guardai timorosamente intorno: niente era cambiato, tutto era allo stesso identico posto della prima volta.
Con il martellante e frenetico suono del mio cuore, lentamente andai a sedermi sul grande divano color beige che comprendeva la maggior parte della stanza.
Ero davvero agitata, e il fatto che fossi a casa dei ragazzi, non aiutava di certo; cominciai a torturarmi le dita delle mani e battere nervosamente i piedi sul pavimento lucido, presa da un forte senso di preoccupazione.

Ad un tratto sentii di nuovo un rumore frettoloso di passi farsi sempre più nitido e, senza neanche rendermene conto, la sensazione di panico crebbe smisuratamente.
Jungkook stava per scendere le scale... E presto mi sarei trovata nuovamente di fronte i suoi scuri occhioni da cerbiatto.

-Ehi.

Ecco, come non detto.
La sua voce alle mie spalle mi aveva appena fatto morire.
Approfittai del fatto che non mi vedesse per chiudere gli occhi e prepararmi psicologicamente con un bel respiro profondo.
Poco dopo sentii i suoi ultimi passi rimbombanti scendere i restanti gradini delle scale in legno, ma aspettai che si fermasse dietro di me per poi girarmi e fronteggiarlo.

Si vedeva che si era vestito frettolosamente: il colletto della sua leggera camicia bianca era tutto disordinato e fatto su; e pure i suoi capelli, anche se non erano più bagnati come prima, erano ancora abbastanza umidicci.

-Ko-Kookie...

Appena lo vidi tutte le domande che mi ero prefissata di porgegli mi morirono improvvisamente in gola.
Volevo essere il più decisa e determinata possibile, peccato che il mio intento svanì nel nulla come una sinuosa nuvola di fumo.
E poi quel nomignolo mi piaceva veramente tanto, non potevo fare a meno di chiamarlo così ora, era davvero tenero... Come lui.
Non avevo neanche la forza di sostenere il suo sguardo, infatti appena dopo che pronunciai quella flebile parola, riabbassai la testa con una stretta allo stomaco.
Non riuscivo ad essere arrabbiata con lui anche se meritavo in primis delle spiegazioni, era più forte di me.

-Scusami.

Fu tutto quello che riuscì a dire successivamente.
Il tono dolce ed estremamente dispiaciuto della sua voce mi fece perdere anche l'unico neurone rimasto.
No, non poteva parlarmi così... E ora chi avrebbe resistito a rimanere seria e fredda?

-P-posso avere delle spiegazioni?

-Sediamoci sul divano...

Il moro mi prese delicatamente il polso e mi fece sedere accanto a lui.
Mi sentivo sempre più agitata a ogni minuto che passava, e i ticchettii dell'orologio scandivano alla perfezione i palpiti velocizzati del mio cuore.
Tenni sempre lo sguardo rivolto verso un punto non ben definito di fronte a me, mentre gli occhi seri ma fortemente dispiaciuti di Jungkook bruciavano come vivide fiamme sulla mia pelle, già lievemente accaldata per l'imbarazzo.

-...Sai quando si agisce impulsivamente?

-S-sì...

-E non pensi alle conseguenze che potrebbero avere le tue azioni?

Annuii sempre più curiosa, volevo sapere cosa diavolo avesse combinato.
Le sue vaghe ma intriganti domande mi stavano interessando tremendamente...

-Ecco, io... Ho fatto proprio questa cosa. Ed è stata una grande cavolata, me ne rendo conto...

Il suo sguardo era perso, triste, e vagheggiava frettolosamente da un punto all'altro della stanza.
Si stava pentendo amaramente del suo comportamento, riuscivo a vederlo dai suoi occhi spenti e ricchi di rimpianto.
Io ero riuscita a calmarmi, ma lui invece sembrava ancora che stesse combattendo con un forte senso di agitazione, imbarazzo e rancore.

𝐒𝐡𝐲𝐧𝐞𝐬𝐬 | 𝐣𝐣𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora