❁ cαpitolo xxxvıı

2.1K 163 24
                                    


| Jungkook's pov |

Nessuna emozione fu paragonabile a quelle che provai in quell'orribile momento.
Mi sembrava di vivere un'illusione, un incubo, una scena completamente inventata... E, invece, era la cruda e malvagia realtà.

Cominciai a tremare per il terrore di quella vista, milioni di brividi valicarono ogni singola parte del mio corpo, sentii spasmi e forti scariche elettriche attraversarmi gli arti; le gambe mi cedettero, e il fiatò iniziò a mancarmi.
Quella ragazza distesa sulla strada, con il volto pallido ricoperto da una miriade di lividi e sporco di sangue, non poteva essere proprio Miyon!
Non volevo ancora crederci.

Dopo che mi fui inginocchiato di fronte a lei, appoggiai, con mani incredibilmente tremolanti, alcune dita su una parte ancora liscia e bianca del suo viso, quasi come a voler constatare che si trattasse veramente della stessa ragazza che, sin dal primo incontro, mi aveva fatto battere il cuore in maniera innaturale.
Un'incontrollabile ira, ansia spropositata e rammarico indescrivibile... Erano a grandi linee questi i forti e dolorosi sentimenti prevalenti in quel momento, all'interno del mio stomaco.
Chi era il fottuto bastardo che aveva osato alzare le mani su una creatura tanto pura e innocente come Miyon?! Chi?!
Le mie mani fremevano così tanto dalla voglia di ammazzare qualcuno, che le strinsi entrambe in due violenti e tremanti pugni, così stretti che le nocche mi diventarono bianche: ero fuori di me, avevo totalmente perso il senno della ragione.
Con tutte le forze che avevo in corpo, tentai invano di calmarmi; tirai poi fuori dalla tasca il mio cellulare e inviai un velocissimo messaggio sul gruppo, in modo da avvisare tutti i miei hyung contemporaneamente, della mia futura assenza.

E in meno di due secondi, feci la prima cosa che mi passò per la testa.
Presi in braccio la piccola ed esile figura della ragazza, portando le mie mani una sotto le sue ginocchia e l'altra sopra la sua schiena, con una forte fitta dolorosa al petto, e dopo pochissimi secondi, mi misi a correre verso casa mia.
Sarebbe stato peggio chiamare l'ambulanza, ci avrei perso solo un sacco di tempo... Cosa che in questo momento non potevo assolutamente permettermi.
L'avrei medicata io... E presto avrei saputo chi fosse il responsabile di tutto 'sto casino.

Una volta arrivato, aprii fortemente la porta di casa e, dopo averla richiusa in modo piuttosto violento con una gamba, mi diressi al piano di sopra, nella mia stanza, correndo ancora come un maledetto forsennato.
Quando l'appoggiai delicatamente sul mio letto, sfrecciai come una furia a prendere il kit medico che si trovava in bagno, contenente tutto ciò di cui avrei avuto bisogno; nel frattempo le fitte infernali al petto e allo stomaco aumentavano minuto dopo minuto, facendosi sempre più violente e profonde come letali coltellate.
Quando ritornai in camera mia, mi adagiai anche io sul letto, con il respiro ansante e ancora una grandissima agitazione nelle vene.
Cercai in tutti i modi di curare le ferite il più preciso e calmo possibile, ma mi risultò alquanto difficile concentrarmi su ogni singolo livido.
Vedere Miyon in quello stato... Era una cosa a cui mai avrei immaginato di assistere.
Era una visuale agonizzante, orrida, tremenda, mi faceva male il cuore in una maniera davvero spropositata e innaturale.

Un forte groppo si creò veloce come un tornado all'interno della mia gola, mentre medicavo l'ultimo livido sul suo braccio.
Mandai prepotentemente giù il boccone: non potevo mollare proprio ora che stavo per terminare... Speravo con tutta la mia anima che Miyon riuscisse a risvegliarsi il prima possibile.
Appoggiando due dita sul suo sottile ed esile polso, constatai che il suo cuore aveva lentamente ripreso a battere un pochino più forte, cosa che mi rassicurò almeno in parte.

Quando finii di medicarla, mi asciugai il sudore della fronte con il dorso della mano, e sbattei numerose volte le palpebre appannate dalla mia stessa agitazione: la guardai, e una miriade di fitte colpì ancora una volta il mio petto: sulla bocca e sul naso le avevo messo diversi cerotti per fermare la fuoriuscita del sangue; mentre per i numerosi lividi in volto e sulle braccia avevo optato per varie borse di ghiaccio.
Da qualche parte avevo letto che la roba fredda aiutasse a farli sgonfiare, così non ci avevo pensato due volte a procurarmi diverse borse di ghiaccio in casa... Almeno ora potevo dire che fosse stata un'azione utile.

𝐒𝐡𝐲𝐧𝐞𝐬𝐬 | 𝐣𝐣𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora