❁ cαpitolo xxxxı

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| Miyon's pov |

Quel giorno, Jungkook si offrì di riaccompagnarmi a casa.
Ero ancora tutta dolorante: alle braccia, allo stomaco, sul viso... I lividi e le botte non si erano di certo affievoliti subito dopo poche ore.
I miei genitori avrebbero urlato se mi avessero vista in quelle condizioni: meritavano spiegazioni al più presto, e anche per questo motivo, il moro scelse di venire con me.
Ormai avevo deciso di rivelare loro tutta questa faccenda una volta tornata a casa, e lui mi avrebbe aiutato a spiegare, a trovare le giuste parole e ad andare avanti con il discorso in caso di lacrime imminenti.

E difatti, fu proprio quello che fece.

Dopo l'immensa preoccupazione iniziale dei miei, appena mi videro con lividi violacei e fasciature da ogni parte, ci accomodammo tutti quanti nel salotto di casa mia, e confessai anche a loro la terribile situazione.
Entrambi ci rimasero malissimo, non si aspettavano assolutamente una storia del genere, e tantomento pensavano che potessero esistere persone così spregevoli da compiere atti così crudeli e impuri già alla mia età.
Fortunatamente, però, non piansi. Jungkook mi diede la forza di continuare anche nei momenti più clou, stringendomi subito la mano o guardandomi con occhi pieni di incoraggiamento.
Mia madre era a dir poco sconvolta: gli occhi sbarrati e le mani alla bocca; mio padre, invece, ci guardò, per tutta la durata del discorso, con un'espressione incredula, senza parole.
Entrambi non riuscirono a credere di non essersi mai accorti di niente, credevano che tutto andasse a gonfie vele nella mia scuola, e mai avrebbero immaginato che, invece, fossi stata vittima di tre ragazzine immature.
Una volta finito il discorso, non persero tempo ad abbracciare sia me che Jungkook, continuando poi a ripetermi che non mi avrebbero mai più lasciato sola.
Avrebbero dato finalmente meno importanza al lavoro, e si sarebbero preoccupati di più dello stato d'animo della loro unica figlia; mi promisero che avrebbero trascorso molto più tempo con me, e si sarebbero dedicati al mio benessere ogni giorno.
Io, invece, dissi loro che, una volta tornata a scuola, avrei subito fatto presente tutto quanto alla mia professoressa di ballo, riferendo poi anche tutte le informazioni che mi aveva precedentemente dato Jungkook sul fatto dell'espulsione.
Dopodichè, ancora una volta, i miei genitori ringraziarono sinceramente quest'ultimo per avermi aiutata negli ultimi brutti momenti, inchinandosi rispettosamente al ragazzo che per tutto il tempo mi aveva stretto teneramente la mano.

E fu qui che dopo il temporale, arrivò l'arcobaleno.

Quando chiudemmo questo tragico e orribile argomento, guardai Jungkook, che prontamente annuì con un sorriso dolce sulle labbra.
Mi decisi, quindi, anche di svelare la mia relazione con Kookie, sperando di riportare in loro un po' di allegria ed entusiasmo; e, per fortuna, riuscii a sollevare un po' il morale, sia a mia madre che a mio padre con quella notizia.
Erano molto contenti della scelta, vedevano Jungkook come un ragazzo bravo, educato e gentile, con la testa sulle spalle, ed enormemente protettivo, dolce e affettuoso nei miei confronti, quindi non fu difficile ottenere un'approvazione da parte di entrambi.

"D'ora in poi, andrà tutto per il meglio." pensai con una punta di speranza e positività, mentre ci stringemmo ancora tutti e quattro in un caldo e bisognoso abbraccio.

~~~~~

Quando ritornai a scuola, furono tutti felici ed entusiasti di rivedermi: la professoressa, le mie compagne, soprattutto Seoyun, che si era preoccupata davvero tanto in quelle due interminabili settimane di assenza, ma soprattutto gli amici di Kookie.
Questi ultimi furono contentissimi di vedere che finalmente mi fossi ripresa appieno e che avessi rincominciato ad andare a scuola, quel luogo in cui, inconsapevolmente, desideravo ritornare ardemente.
Ed anch'io, ero stranamente allegra di mettere piede, dopo tanto tempo in quell'istituto.
Mi mancava perdermi ad osservare l'estrema raffinatezza e maestosità di quelle pareti celesti, di quei lunghi ed infiniti corridoi, di quelle aule ben arredate e pulite, persino di quel labirinto impossibile ed interminabile che dovevo percorrere ogni mattina per arrivare alla mia aula.

𝐒𝐡𝐲𝐧𝐞𝐬𝐬 | 𝐣𝐣𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora