❁ cαpitolo xv

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| Miyon's pov |

Giovedì 29 giugno.

Il fatidico giorno era arrivato e, a mio parere, anche troppo in fretta.
Mi svegliai verso le sette, nonostante avessi l'audizione alle nove.
Volevo assolutamente arrivare lì prima così da potermi riscaldare e provare per le ultime volte la coreografia, e quando chiesi a Jungkook se la scuola fosse aperta anche prima, lui acconsentì affermando che l'edificio era in funzione a partire dalle otto.
La tensione era alle stelle; camminavo e correvo da una parte all'altra della casa inspirando ed espirando rumorosamente, come se stessi facendo jogging.

-Tesoro, andrai alla grande! Smettila di pensare negativo!
Cercò di rassicurarmi mia madre mentre facevo colazione, vedendomi completamente in crisi.
-So di essere abbastanza brava mamma, ma la certezza di essere passata non ce l'avrò fino a quando non me lo avranno detto esplicitamente!
Risposi quasi urlando, cacciandomi successivamente un biscotto in bocca.
In quel momento, a causa della mia terribile agitazione, non facevo neanche caso con quanta fretta e voracità stessi divorando qualsiasi cosa mi capitasse tra le mani.

-Ehi, Miyon! Io vado al lavoro, buona fortuna con l'audizione, sono sicuro che andrà bene.
Mi salutò in seguito mio padre, entrando in cucina tutto ben preparato per affrontare un'altra ricca e pesante giornata di lavoro, e dandomi un veloce bacio sulla fronte.
Io mi limitai a fissarlo e a finire la colazione, non avendo voglia di rispiegare il motivo del mio panico.

Pochi minuti dopo uscii anch'io insieme a mia madre, la quale aveva voluto prendersi a tutti i costi un giorno di ferie per potermi gentilmente accompagnare alla scuola.
Probabilmente era lei quella più in ansia, non io.
Lo capivo dai suoi movimenti frettolosi, rapidi e dal suo sguardo a volte perso nel vuoto. Lo faceva sempre quando era in pensiero per qualcosa, specialmente se la questione riguardava me.
Anche se poi era la prima a dirmi di stare calma.

-Buona fortuna, amore.
Mi augurò appunto mia madre, una volta fermata la sua lucida macchina nera davanti al grande battente dell'edificio.
-Grazie mamma.
Risposi dandole un bacio sulla guancia; ero davvero riconoscente per tutto ciò che aveva fatto per me.
Lei mi fece un sorriso incoraggiante, e stette lì ferma anche quando scesi dall'auto, fino a quando non mi vide sparire dietro a quella tanto temuta porta in legno scuro.

Ok, potevo dire di essere ufficialmente a un passo dalla mia morte.
Un senso di paura mi travolse completamente dalla testa ai piedi, mentre potei sentire milioni di scosse e spasmi invadermi il corpo, l'agitazione trasformarsi in pelle d'oca e il sudore cominciare a scorrere su ogni centimetro della mia calda pelle.
Strabuzzai gli occhi: davanti a me c'erano un'infinità di corridoi estremamente ampi e lunghissimi che si intrecciavano tra di loro a destra e a sinistra, andando a formare uno spaventoso labirinto di vie impercorribili.
Neanche se fossi stata lì per dieci anni avrei memorizzato la disposizione di tutte le classi, stanze e sale di ogni piano, era praticamente impossibile!
Il pavimento sembrava costruito di uno splendido cristallo, comprendente ogni tonalità di colori freddi: nei miei occhi si poteva vedere uno scintillio unico di oro bianco, argento e vetro.
I muri possenti erano imbiancati di un azzurrino pastello e chiaro come l'acqua, e impreziositi da una miriade di quadri rinascimentali, per lo più raffiguranti figure danzanti, ballerini e feste in maschera.
Intorno a me si ergevano anche altissime colonne di marmo bianco, decorate dai più complicati e raffinati capitelli, che arricchivano le enormi sale da ballo.
Infine due spettacolari rampe di scale, ampie quasi quanto i corridoi e ripide come alte montagne, facevano la loro comparsa, portando con sè tutta la loro maestosità.
Jungkook non mi aveva parlato di tutta questa eleganza e incantevolezza.
Bhè, però in fondo dovevo aspettarmelo, era la scuola di ballo più celebre dell'intera nazione, un motivo doveva pur avercelo.
Iniziai a camminare a piccoli passi titubanti dritta davanti a me, non sapendo veramente dove mettere i piedi in tutta quella meraviglia; in ogni caso la scuola era aperta, quindi qualche persona a cui chiedere ci sarebbe stata per forza.

𝐒𝐡𝐲𝐧𝐞𝐬𝐬 | 𝐣𝐣𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora