CAPITOLO 6

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Aprii di colpo gli occhi e mi trovai al buio, un buio fitto che non lasciva trapelare alcun raggio di luce. Sentii il cuore iniziare a battere più velocemente, con battiti meno regolari. Ad un tratto un leggero spiraglio di luce abbagliante mi colpì il viso.

Cominciai a correre come una forsennata e dopo qualche metro mi ritrovai a correre con l'acqua alle ginocchia. Gli occhi si stavano abituando al buio, riuscivo a riconoscere piccoli particolari che mi fecero capire che mi trovavo in una grotta. Enormi stalattiti pendevano dal soffitto, sentivo il rumore delle onde infrangersi sulle pareti della caverna.

Il mio respiro si fece affannoso. Quando la grotta cominciò a rischiararsi, vidi un ragazzo davanti a me. Mi fermai e cominciai ad indietreggiare. Avevo paura, non so di cosa, ma avevo paura. Inciampai, ma il ragazzo mi afferrò il polso e mi attirò a se, mi abbracciò forte.

-Sta calma.- mi sussurò spostandomi i capelli dietro le orecchie -Sei al sicuro adesso.- riconobbi la voce di James.

Alzai lo sguardo verso di lui e mi ritrovai davanti ai suoi magnifici occhi verdi.

Avvicinò il suo viso al mio, chiusi gli occhi e sentii le sue morbide labbra posarsi delicatamente sulle mie. Mi persi in quel bacio, avrei voluto non finisse mai, ma sentivo sempre meno la pressione delle sue labbra contro le mie. Spinsi in avanti la testa, ma lo sentivo ancora meno.

Spalancai di colpo gli occhi e mi ritrovai nella mia stanza, completamente avvolta in quelle orribili coperte con le angurie, le tapparelle ancora abbassate e un raggio di sole contro la porta.

Fissai il soffitto bianco sconsolata. Perché James? Perché lo sognavo? Cos' aveva di speciale quel ragazzo? Non lo conoscevo nemmeno.

Guardai la sveglia, erano le 7.30. Provai a riaddormentarmi, ma invano, continuavo a rigirarmi nel letto con l'immagine fissa di James che mi abbracciava.

Alla fine decisi di alzarmi e andai verso la camera di Kim. Cauta, passai davanti alla camera di Jen e la sentii rigirarsi nel letto.

Davanti alla porta di Kim esitai a bussare, ma dovevo sfogarmi con lei. Ne avevo bisogno, sentivo una strana sensazione stringermi lo stomaco ed ero in ansia per quel sogno. Ripensandoci, mi accarazzai la bocca e risentii le sue morbide labbra sulle mie che lasciavano il loro dolce sapore.

Bussai, ma non ricevetti nessuna risposta. Provai più volte, ma i miei colpi suonarono a vuoto.

Decisi di entrare e vidi Kim abbracciata al suo cuscino che dormiva beatamente.

Mi guardai intorno, foto di Kim da bambina mi circondavano insieme a milioni di peluches. Mi avvicinai al suo letto e le appoggiai una mano sulla spalla, la scossi leggermente, ma lei continuò a dormire. La scossi più forte, ma si girò dall'altra parte. Provai a sussurrarle in un orecchio e questa volta si svegliò, però fece finta di non sentirmi e continuò a dormire.

-Kim, lo so che mi hai sentita. È inutile che fingi.-

-Ok, ma torna tra qualche ora.-

-Ti devo parlare. Non riesco più a dormire per questo.-

-Non puoi parlarmene più tardi? Ho sonno!-

-E ho fatto tutta questa strada per niente?-

-Tutta questa strada? Ci metti di più a scendere le scale per andare a mangiare!-

-Dai, posso parlarti?-

-Non puoi andare da Jen? Pazienza, andesso sono sveglia. Che mi devi dire?- si mise a sedere sul letto. Delle vistose occhiaie le segnavano gli occhi, i lunghi capelli biondi erano arruffati e i suoi occhi mi lanciavano sguardi fulminanti.

I HATE YOU, PLEASE LOVE MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora