Mi svegliai senza pensieri, in tranquillità. Le lenzuola erano aggrumate sul letto e sul pavimento. Alcuni raggi di sole filtravano tra le fessure delle tende creando una penombra nella stanza.
Gurdai l'ora: erano le 8:15. A quell'ora tutti dormivano ancora. Mi tornò in mente quando, a inizio estate, eravamo andate a correre sulla spiaggia, sorrisi a quei pensieri. Chiusi gli occhi e pensai a tutte le cose che avevamo fatto quell'estate, strinsi le palpebre per imprimere nella mia mente quei momenti. Non volevo dimenticare niente di quell'estate.
I miei pensieri furono interrotti da una fastidiosa pressione alla vescica. Non volevo alzarmi dal letto! Non in quel momento! La pressione aumentò fino a diventare fortissima. Mi alzai, corsi in bagno e mi richiusi la porta alle spalle.Dopo aver tirato lo sciacquone sentii un leggero ronzare vicino alle mie orecchie. Le strofinai con le mani, ma il rumore persisteva. Forse la musica del giorno precedente era troppo alta oppure... chissà.
Ma poi lo vidi. Davanti a me. Si era appena appoggiato sull'asciugamano sopra il lavandino. Era un calabrone gigantesco, enorme. Aveva dimensioni disumane. Era... era orribile. Tra me e la porta c'era lui, dovevo solo trovare il coraggio di passare. Tirai dei profondi respiri. Ce la potevo fare.
No, scherzavo. Era terrificante! Ricominció a ronzare per il bagno, io restai paralizzata. All'improvviso non lo sentii piú. Il cuore aveva smesso di battere. Dove si era nascosto quel mostro. Poi mi decisi. Un passo, due passi, tre passi... la porta. Allungai molto lentamente il braccio fino ad appoggiare la mano sul manico dorato. L'insetto ricominció a ronzare. Uscì il più velocemente possibile dalla stanza e mi catapultai fuori da camera mia urlando come una sclerotica.-AIUTO! C'È UN COSO ORRIBILE IN BAGNO!-
Kim e Jen si precipitarono fuori dalle loro camere con gli occhi truci e ancora segnati dal sonno. Eddy non si era accorta di niente poiché dormiva al piano terra e forse perché un po' sorda lo era.
-Che cazzo urli?- mi chise Kim.
-Un calabrone enormemente gigantesco!-
-E ci svegli solo per questo?- commentó Jen passandosi una mano sulla faccia.
-Ma non è come tutti i calabroni. È molto piú gigante!-
-Dio santo, Kate! Vediamo questo "mostro" allora.-
Le guidai fin camera mia e aprii molto cautamente la porta del bagno per mostrarle l'insetto. Non lo videro subito, ma quando i loro occhi si posarono sull'animale rimasero sconcertate.
-È... è gigante!- esclamarono all'unisono.
-Ok, vado a chiamate mia nonna.- Kim uscí dalla mia camera e aspetammo che tornasse con Eddy.
L'anziana indossava una camicia da notte che stonava con il suo carattere giovanile. In mano teneva una rivista e un bicchiere.
Ci guardó sconsolata con un sorriso sulle labbra per poi avventurarsi alla ricerca della bestia.
Uscí poco dopo con l'animale intrappolato nel bicchiere.-Visto? Non era cosí terribile come pensavate.- rise Eddy e poi andó sulla mia terrazza per liberarlo.
...
-...e Kate si è messa ad uralre come una pazza!- finí il racconto Kim provocando delle sonore risate a tutti.
Da quando eravamo in spiaggia non la smetteva di raccontare la vicenda di quella mattina. Quando James lo seppe rise talmente forte che risi anch'io senza motivo, o meglio il motivo c'era, ma io non volevo ridere.
-E dopo quel moscone ti ha aggredita?- scherzó James. Gli alzai il dito medio davanti agli occhi.
-Qualcuno si è offeso.- rise.
Gli voltai le spalle e feci la finta offesa. Lo sentii avvicinarsi e appoggiare le sue labbra sulla mia spalla. Mi morsi il labbro e chiusi gli occhi, volevo ricordare ogni singola particolare di quel momento: il suo respiro caldo sulla mia pelle, le sue morbide labbra avide del mio corpo, le due braccia muscolose attorno alla mia vita. Quando tutte quelle immagini s'impressero nella mia mente, mi girai e lo baciai infilando delicatamente la mia lingua nella sua bocca. Mi sarebbe mancato tutto di lui.
Eravamo rimasti soli sotto l'ombrellone. Jack e Kim stavano cavalcando le onde sopra due variopinte tavole da surf, Nick era andato a lavorare e Jen era sparita da qualche parte.
-Ti ricordi la prima volta che ci siamo incontrati?- mi chiese.
-Al pensiero mi fa ancora male il naso.-
-Mi mancherai tantissimo, Kate.-
-Anche tu.-
Riprendemmo a baciarci, senza curarci delle donne con le brasiliane che passavano, di uomini muscolosi che flirtavano, di coppie che come noi limonavano... Mentre lo baciavo sentivo South Beach dentro di me, mi sembrava di vivere a Miami da sempre, mi sentivo a casa. Sotto il sole, tra le braccia di Lui, senza pensieri, un'adolescente che vuole vivere la sua vita, che si diverte. Ero così. Stavo bene come poche volte mi era successo.
E in quel momento mi sembrava di stare in una di quelle favole della Disney. Quello era il mio "lieto fine".
Credevo che nulla potesse andare male, ero felice e nulla sarebbe cambiato.
Credevo. E ci speravo con tutto il mio cuore. Ma mi sbagliavo. Stavo facendo il più grande sbaglio della mia vita e sarebbe stata quella convinzione a distruggermi.KIM'S POV.
Era da circa mezz'ora che stavo eretta sulla tavola e le mie gambe stavano per cedere. Inoltre stava arrivando molta gente ed era praticamente impossibile surfare in santa pace. Mi avvicinai alla riva e poi scesi.
Jack mi raggiunse subito e andammo ad appoggiare le tavole sotto l'ombrellone. Lì c'erano James e Kate che limonavano e neanche si accorsero che eravamo passati.
Ci allontanammo senza neanche asciugarci. Faceva caldo, molto caldo. Le goccioline d'acqua adagiate sul mio corpo evaporarono quasi subito.-Hai voglia di un frullato?- mi chise Jack lasciandomi un bacio a stampo sulle labbra.
-Certo!-
Avevamo molta sete, ma non eravamo gli unici che avevano avuto l'idea del frullato. Al bar c'era una coda che non finiva più, alzai gli occhi al cielo e aspettammo il nostro turno.
Dopo una decina di minuti prendemmo i nostri frullati e andammo a sederci attorno ad un tavolino bianco.
Bevetti tranquillamente la mia bevanda stringendo la mano di Jack. Il mio sguardo girovagò dietro la sue spalle e si posò su una figura seduta ad un tavolo. Fissava un bicchiere di plastica vuoto, aveva un'aria depressa, era vestita al contrario del resto delle persone in costume da bagno, i capelli erano castani e le coprivano parte del volto. Poi la riconobbi: era Jen! Cosa ci faceva lí sola soletta e con la faccia triste?-Kim? Sei tra noi?- mi richiamó Jack.
-Oh, si. Scusa.-
-Cosa gurdavi?-
-No, niente. Mi ero incanta. Ho un sacco di pensieri per la testa.-
-Se pensi a cosa succederà finita l'estate, devi stare tranquilla.-
-Ma come faremo? Abitiamo in due città diverse! Mi manchi di già.-
-Kim, io ti amo. Ti amo con tutto me stesso. Non sarà la distanza a separarci, te lo prometto.-
Strinse la presa della mia mano vedendo che abbassavo lo sguardo sconsolata.
-È che... non potremmo vederci molto frequentemente. È il mio ultimo anno, devo studiare per il diploma... è un casino.- sentivo gli occhi pizzicarmi mentre parlavo.
-Verró io da te. Sono all'università, ma ce la faró con gli studi. La mia è una promessa, Kim. Ti ho detto che continueremo a vederci e cosí sarà. Giuro.- apprezzavo la sua convinzione, ma non sarebbe potuto succedere.
Alzai i miei occhi lucidi all'altezza dei suoi. La bocca era aperta in uno splendido sorriso, anche i suoi occhi sorridevano. Era bellissimo. Lo amavo tanto.
Avvicinai la sedia alla sua e lo baciai. Dischiuse leggermente le labbra per lasciarmi infilare la lingua. Mi appoggió la mano sulla nuca e intensificó il bacio. Mi sarebbe mancato tutto di lui. Chiusi gli occhi e lasciai scendere una lacrima. Non so se di contentezza o di tristezza.
Quello era il terzultimo giorno a Miami Beach. Era il giorno piú triste di tutta la vacanza, perché sei consapevole che dovevi lasciare tutto, ma non sei lontana per poter alleviare il dolore. Era il giorno in cui tutti i ricordi ti tornano in mente e non ti lasciano piú. Era il giorno in cui sai che non puoi tornare indietro e ripetere tutto. Era il giorno in cui capii che amavo davvero, ma davvero tanto Jack.
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I HATE YOU, PLEASE LOVE ME
Teen FictionKate è una ragazza newyorchese di 16 anni. Per l'estate va in vacanza a Miami con le sue due migliori amiche ospitata dalla nonna di una delle due. Questa non è una delle classiche storie d'amore che i due si incontrano e si perdono l'uno per l'alt...