CAPITOLO 15

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Un mal di testa lancinante mi svegliò dal mondo dei sogni. Sentivo le tempie pulsarmi e mi sembrava che il cervello stesse martellando il mio povero cranio.

Mi tirai le coperte fin sopra la testa e chiusi gli occhi. Ma la luce del sole trapassava le lenzuola. Ma... un attimo. Dove erano finite le coperte con le angurie? Scostai le lenzuola. Da quando c'era un'enorme vetrata nella mia camera? E dove erano finite le tendine azzurre?

Il mio battito cardiaco aumentò notevolmente. Mi guardai, in tutta la mia vita non avevo mai dormito nuda. Chiusi gli occhi e provai a ricordare cosa avevo fatto quella notte. Mi toccai la pancia: era appiccicosa. Un'immagine mi tornò in mente, c'era un ragazzo che mi versava della Vodka addosso e poi si abbassava per leccarla, il suo volto lo vedevo sfocato, ma pian piano lo riconobbi: era... James?!

Aprii le braccia e la mia mano sinistra atterrò su una superficie liscia e allo stesso tempo morbida, sicuramente non era il materasso. Feci scivolare la mia mano lungo la superficie e percepii dei rilievi ben definiti: pettorali. Il mio battito accelerò. Scesi e sentii qualcosa che si indurì al contatto con le mie dita, quando mi resi conto di cosa fosse, ritrassi la mano e mi girai. Disteso al mio fianco, nudo completamente, c'era James che mi guardava scandalizzato.

Un urlo mi uscì involontariamente dalla bocca e anche a lui. Rotolai verso il bordo per scendere dal letto, ma le coperte avvolgevano entrambi e lo trascinai con me. Mi finì sopra e urlai come un'isterica.

-CAVATI! CAVATI! CAVATI!- serrai gli occhi e gli misi le mani sul petto per spingerlo via.

Quando ci fummo calmati, provammo a ragionare su quello che era successo. Io tenni le lenzuola e me le legai come se fossero un pareo. Lui era in piedi davanti a me, feci uno sforzo immondo per non fissare il suo pene gigantesco e ancora duro.

-Okay.- degluii nervosamente -C...cosa è successo?- lui fissò me, lui e poi il letto.

-Non saprei... prova a immaginare!- disse ironicamente.

-Ti prego, dimmi che non è successo veramente.- mi sedetti sconsolata sul letto e appoggiai la testa sulle mani. Che cosa avevo fatto? Pensavo di venire sverginata in modo molto più romantico.

James si sedette vicino a me.

-Beh, almeno la cosa positiva è che ci siamo divertiti.-

-Come fai a dirlo? Eravamo ubriachi!-

-Non ce l'avrei ancota duro se fosse stato noioso o poco movimentato!- esclamò, il mio sguardo si posò sul suo pene. Minchia se era grande!

-Wow!- mi scappò involontariamente, mi tappai la bocca con le mani, non ero più ubriaca. Un sorriso soddisfatto gli comparve sul volto.

-Qualsiasi cosa sia successa, non facciamone parola con nessuno. Okay?- annuii e lui mi abbracciò -Ma... stai piangendo?-

-Mi sono comportata da troia. Tu sei anche fidanzato e mi sento una merda.- il telfono gli vibrò e lo guardò.

-Non più.- mi mostrò lo schermo del cellulare e un messaggio di Kristine occupava li spazio. Diceva: "Ma vaffanculo stronzo. Non mi vedi per una sera e vai subito con un'altra? Addio!", un'immagine allegata raffiguarava uno screeshot di Facebook con una foto mia e di James che ci baciavamo.

Un senso di libertà mi avvolse e avrei voluto urlare per la felicità, ma vedendo James triste mi vennero alcuni sensi di colpa.

-Tranquillo, a breve ti troverai una ragazza migliore di quella troia.-

-Ma io l'amavo! E l'ho persa per una sbronza.- l'amava... certo come no. Amava il suo culo, mica altro. Pensai.

Dopo un po' mi venne un dubbio.

I HATE YOU, PLEASE LOVE MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora