CAPITOLO 9

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Al contrario dell'altro giorno, il sole picchiava forte. Appena messo piede fuori casa, i rivoli di sudore cominciavano a scendere lungo la mia schiena per poi assorbirsi sui vestiti.

In spiaggia i ragazzi ci aspettavano sotto il nostro ombrellone, già in costume.

James era disteso sulla brandina con sopra quella troia della sua fidanzata, intenti a divorarsi la faccia. Non alzarono neanche lo sguardo per salutarci.

Kim si scambiò un lungo bacio con Jack.

-Cosa dovremmo sapere?- le chiesi ridendo. Si morse il labbro inferiore.

-Boh... prova a indovinare.-

-Come sono felice per te!- esclamai e l'abbracciai.

-Qua si sta schiattando dal caldo!- esclamò Nick -Potremmo andare a fare il bagno?-

-Nick!- gli saltai in braccio e lo baciai sulla guncia. Lui, però, non mi mollò e corse in acqua seguito da tutti. Avevo i vestiti ancora addosso e comiciai a schizzarlo per vendetta.

Tutti cominciarono a schizzare tutti, tranne James. Lui no, lui era rimasto a limonarsi con quella troia.

A vederlo provavo rabbia, sentivo un nodo alla gola.

Cominciai a fissarlo, non so perché, ma non riuscivo a distogliere lo sguardo da quei due. Dopo un po', James alzò lo sguardo e ci fissammo a lungo.

-Kate! Pensi di tornare fra noi o continuerai tutto il tempo e fissare la riva?- Jack distolse la mia attenzione da James e il nostro scambio visivo di "ti odio" finì lì.

JAMES'S POV
Con Kristine stavo limonando come se non ci fosse un domani.

La sentivo ansimare non appena le sfioravo il bordo del costume e le sue cosce si avvinghiarono sempre di più alle mie.

Con la lingua le stavo esplorando tutta la bocca, sentivo il suo sapore, il suo respiro affannato.

Feci scivolare le mie mani lungo le sue curve, ma avevo una sensazione strana, non sentivo quel brivido, quella scossa elettrica che mi attraversava il corpo come con... dovevo smetterla, smetterla di pensare a quella troia. Io amavo Kristine, ne ero certo, la scintilla c'era e avrebbe continuato a esserci. Non l'avrei lasciata per una stronza del cazzo.

Smisi di baciare Kristine, ormai mi ero deconcentrato.

Alzai la testa verso i miei amici che si schizzavano come dei cretini.

Kate mi stava fissando, incrociai il suo sguardo, i suoi bellissimi occhi grigi si distinguevano tra milioni, non riuscivo ad odiarla come faceva lei con me. Era troppo bella.

Sostenni lo sguardo, ma lei lo distolse non appena Jack la chiamò.

Mi alzai dalla brandina, avevo bisogno di stare da solo.

-Jamesino, dove vai?-

-Non ti interessa e non chiamarmi così.-

-Siamo nervosetti oggi, eh?-

-Kri, ho bisogno di rinfrescarmi un po'. Vuoi qualcosa da bere che vado al bar.-

-Una granita.-

-Ok.- lei rimase distesa sulla brandina e io mi allontanai.

Andai verso la pineta, vicino al campo da basket. Là dove ho incontrato per la prima volta Kate e mi ero comportato come un perfetto coglione.

Dietro un cespuglio trovai un pallone da basket e iniziai a fare qualche tiro.

Avevo il sole esattamente sopra la testa, ma non ci facevo caso.

Ero uno stronzo nato, non riuscivo a comportarmi come una persona normale e lo sapevo. Non riescivo a fare l'amico normale, dovevo sempre fare lo stronzo.

I HATE YOU, PLEASE LOVE MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora