CAPITOLO 28

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Ogni singolo muscolo del mio corpo tremava e il mio cuore batteva all'impazzata. Ero nel panico, puro e semplice panico. Avevo gli occhi serrati e le mani chiuse a pugno, sentivo la pressione delle unghie che volevano infilarsi nella carne e le mie nocche erano sbiancate.

-Piccola, adesso vieni con me!- sussurró fra i denti.

Mi afferró il polso, ma all'improvviso sentii la presa allentare finché non sentii piú la sua mano addosso.

Aprii gli occhi e vidi James che sollevava il ragazzo per il colletto della giacca. Sia ringraziato il cielo! Maria benedetta! Grazie, grazie, grazie! I miei respiri tornarono regolari, ma... merda! Dovevo vomitare, non ce la facevo più. Dovevo vomitare. Sentivo salirlo pian piano, non riuscivo più a trattenerlo.

-STRONZO! SE TI TROVO ANCORA CON LE MANI ADDOSSO A KATE TI AMMAZZO DI BOTTE!- urlava James dopo avergli rifila un calcio sul fianco.

-NON DOVEVI METTERTI CONTRO DI ME, JAMES! NON SONO IO QUELLO CHE DEVE AVERE PAURA!- il ragazzo se ne andò tenendosi il fianco con una mano.

-TUTTO A POSTO?- mi chiese James poi, ma non era tutto a posto. Dovevo vomitare. E infatti vomitai. Vomitai addosso al bancone e il barista mi odiò in quel momento.

-QUALCOSA DI FORTE PER LA MIA AMICA E PER ME UNA BIRRA!- ordinò James, pagò e mi porse un bicchiere che conteneva un liquido arancione.

Lo bevvi senza pensarci due volte tutto d'un sorso, ma nonostante questo sentivo ancora il gusto amaro della bile e peggio, sentivo ancora il sapore del ragazzo. Pensando a quel ragazzo avrei voluto vomitare ancora, ma mi trattenni. Dovevo andare al bagno adesso, per rinfrescarmi e... vomitare.

Mi allontanai in direzione dei cessi, ma James mi bloccò.

-DOVE STAI ANDANDO?!-

-AL CESSO!-

-TI ACCOMPAGNO!-

-JAMES...-

-NON MI FIDO DI QUEL TIPO!-

Mi accompagnò al bagno, ma appena entrati mi pentii di averlo fatto. Un tanfo di vomito e non so cosa ci accolse aumentando il mio bisogno di vomitare. Il luogo era schifoso già di suo, sulla destra c'era una fila di rubinetti scrostati e goccialanti, con sopra appoggiati bicchieri vuoti e ragazzi che limonavano, sulla sinistra c'erano le porte dei cessi mezze scardinate e ricoperte di scritte. Entai in uno di corsa e vomitai ancora. Rimasi circa due minuti davanti a quella tavoletta per potermi calmare, poi uscii. James mi aspettava agitatissimo, mi aiutò a sciacquarmi e a bere.

-James non serve. Davvero.- provai a tranquillizzarlo.

-No! Non va bene così. Adesso andiamo un attimo fuori e prendiamo una boccata d'aria che ti serve!-

Mi prese in braccio e mi trascinò verso l'uscita. Quando fummo fuori, mi sembrò che ci fosse tre volte l'ossigeno che c'era là dentro. Mi appoggiai a un muro graffittato e feci dei respiri profondi.

-Bevi un sorso così ti togli il sapore del vomito.- mi passò la birra che tracannai senza pensarci due volte.

-Grazie.- dissi con un filo di voce. Appoggiai la testa sulla sua spalla.

-E di che?- finì la birra e mi cinse le spalle con un braccio. -Serata movimentata, eh?- risi.

-Da non ripetere direi.-

-E dai! Quello stronzo non può rovinarti tutta la serata, deve ancora finire e tra poco comincia... come l'aveva chiamato Chad?-

-Color qualcosa.-

-Ah, giusto! Color party!-

Restammo in silenzio a guardare le macchine che passavano. Ad un tratto lo sentii ridacchiare e mi girai verso di lui.

I HATE YOU, PLEASE LOVE MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora