CAPITOLO 17

553 22 1
                                    

-Dove vai? Aspetta, Kate.- corsi via trafelata verso la diga. James cercò di fermarmi.

-James, non seguirmi. Non potresti capire!-

-Perché dici così? Pensi che non possa essere un ragazzo come gli altri?- mi afferrò per il polso e mi attirò a se. La spiaggia era desolata e un forte vento si era alzato. C'eravamo solo io e lui e nessun'altro.

-James, non me la sento. Dobbiamo smetterla.-

-Perché? Non ti va più bene farlo?-

-Alla fine ci rimetto io e tu non puoi capire quello che sto provando!-

-Lo pensi veramente? Pensi che io non possa provare quello che provi tu?-

-Non sto dicendo questo, ma tu lo provi solo perché ti conviene.-

-Mi stai dando del puttaniere?-

-No, ma...-

-Ma me lo stai dicendo. E se io sono un puttaniere tu sei una puttana.- me lo disse con un tono secco, si era offeso ed era quello che non volevo fare.

-È questo il punto. Io voglio una storia seria e non voglio essere "una tua puttana".- si avvicinò al mio viso, mi spostò i capelli dietro le orecchie e appoggiò la sua mano sulla mia guancia.

Sentivo il suo respiro contro le mie labbra. I suoi occhi verdi mi fissavano negli occhi e vedevo il mio riflesso nelle sue pupille nere. Perché mi faceva quell'effetto? Perché quando c'era lui ero sempre così debole. All'improvviso le sue labbra si posarone sulle mie e con la lingue gustai il suo dolce sapore, le sue mani mi spingevano contro le sue labbra. Istintivamente gli misi le dita tra i capelli e glieli tirai leggermente.

-Possibile che tu non l'abbia ancora capito.- si staccò lentamente dalla mia bocca.

-Sono ancora "una puttana"?-

-Tu sei "la Mia puttana" e nessuno prenderà il tuo posto.-

Infilò le mani sotto la mia maglietta e me la sfilò baciandomi dolcemente il collo. Chiusi gli occhi, lasciando il mio corpo nelle sue mani.

-James, perché hai smesso?-

-Io non ho smesso. Anzi sei nuda, davanti a me.-

-Cosa?- spalancai di colpo gli occhi e mi trovai davanti il soffitto, il soffitto bianco della mia camera.

Non poteva essere, non doveva essere vero. Lo sognavo pure, adesso? Dovevo calmarmi, tornare in me. Sperai fortemente che non fosse in spiaggia quel giorno.

Dopo essermi calmata, andai a lavarmi. Indossai il costume, ma quando mi andai a vedere allo specchio un urlo mi uscì di bocca. Corsi verso la camera di Kim ed entrai sbattendo la porta.

-Kim!-

-Porca troia! Ma ti pare modo di entare?- mi chiesi accigliata coprendosi il corpo con un asciugamano.

-Guarda!- le indicai due diversi punti sul mio corpo. Tre succhiotti erano ben evidenti sul collo e su una tetta.

-Okay! Questo è un problema.- disse osservando scandalizzata la quantità dei miei segni degli... ehm... intensi baci.

-Tu come gli hai nascosti?-

-A me è già andato via, ma era più piccolo dei tuoi.-

-Cosa faccio? Non posso andare in spiaggia così. Cosa penseranno gli altri. Quelli sul collo sono okay, ma sulla tetta...-

-Non hai un costume con la coppa più grande?-

-No. Tu?-

-No.- si fece pensierosa -Vieni così e copritela sempre con qualcosa. Prova a metterci anche del correttore.-

I HATE YOU, PLEASE LOVE MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora