CAPITOLO 16

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Ero distesa a letto, le cuffiette incastrate nelle orecchie e la musica sparata a tutto volume. Avevo la testa vuota e allo stesso tempo non riuscivo neanche a rendermi conto di quello che stava succedendo accanto a me. Le canzoni scorrevano senza che me ne accorgessi, l'unica che mi accorsi di ascoltare era "All night long" di, ovviamente, Demi, ma la cambiai subito: il testo mi faceva tornare in mente la sera precedente .

Strinsi il mio peluche bianco tra le braccia e con la mano giocavo con il cavo delle cuffiette. Fissavo il soffitto bianco fino a farmi dolere gli occhi e gli chiusi sentendoli pulsare nelle orbite. Volevo addormentarmi, ma non ci riuscivo.

Qualche minuto dopo sentii il materasso inclinarsi verso un lato e una mano si posò sulla mia spalla.

Mi tolsi le cuffiette, vicino a me si era seduta Kim, con le guancie bagnate e gli occhi rossi di pianto.

-Che succede?!- le chiesi sedendomi di scatto.

-Mi sento una merda. Mia nonna non mi aveva mai sgridato così.-

-Ma cosa ti ha detto?-

-Che da me non se lo aspettava, che dovrà dirlo a mia mamma e le solite robe. Ma le ha detto in un modo talmente mortificante...-

-Quindi? Adesso?-

-Adesso non lo so, ha detto che la chiamerà e le dirà... tutto.-

-Bel casino... quindi parlerà anche di me.-

-Probabile, ma tu non ti sei portata a letto il tuo ragazzo.-

-Ho fatto di peggio.- mi guardò con uno sguardo dubbioso -Mi sono fatta il ragazzo di un'altra.-

-Chi?- non riusciva ancora a capire e io non sapevo come dirglielo.

-Ecco... vedi... mi sono ubriacata tanto, tanto e anche James e quindi... senza rendercene conto...-

-Ti sei portata a letto James?- sgranò gli occhi.

-È possibile.-

-Sapevo che ti piaceva!- esclamò all'improvviso facendomi sussultare.

-Ma che cazzo spari? Non mi piace! Ero ubriaca. Ascolta bene questa parola: U/BRI/A/CA!-

-Certo, stanne certa.- ridemmo, ma l'atmosfera si ruppe quando il telefono di Kim vibrò e "Made in the U.S.A" suonò per la stanza. -Mia madre, scusami un attimo.- rispose e andò in terrazza.

Osservai le sue reazioni, ma il mio telefono vibrò. Un messaggio da Nick, diceva: "Hey, tutto a posto?:)". Nick era sempre così gentile con me, avrei dovuto rispondergli, ma non me la sentivo. Cosa gli dicevo? "Si, tutto a posto" o la verità? Meglio non dire niente, ma quel messaggio mi fece venire ancora di più sensi di colpa.

Dopo qualche minuto Kim rientrò, ancora più disperata di prima. L'abbracciai e lei iniziò a singhiozzare sempre più rumorosamente sulla mia spalla. Si calmò, ma aveva ancora gli occhi rossi e gonfi, in compenso rimaneva sempre bellissima e i suoi capelli le cadevano dolcemente sulla schiena arricciati appena sulle punte rosa.

-Cosa ha detto?- respirò profondamente.

-È incazzata. È tanto incazzata. Ha detto che verrà settimane prima a quella del tuo compleanno, forse quella dopo questa, quindi saremo solo noi a festeggiare. Forse.-

-Anche i miei?-

-Si, ci ha già parlato. Devo solo sperare che non mi facciano tornare a casa.-

-Sai cosa ti dico io?- scosse la testa asciugandosi le ultime lacrime -Adesso quello che ci vuole sono: cioccolata, ciambelle, caramelle, una bottigliona di Coca-Cola e uno stereo.-

I HATE YOU, PLEASE LOVE MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora