Un tuono rombò in cielo. Mi misi a sedere di scatto, ormai ero sveglia. Un lampo illuminò il cielo nuvoloso e mi fece sussultare.
Il ticchettare continuo e persistente della pioggia contro il vetro mi fece alzare e andai verso la porta-finestra. Scostai la tenda e un'altro lampo rischiarò il cielo e un tuono lo seguì.
Un vento violentissimo piegava pericolosamente gli alberi e sembrava che stessero per sradicarsi, il mare era agitato e le onde si infrangevano con violenza contro la riva inondando gli ombrelloni delle prime file, la diga era nascosta da schiuma bianca che continuamente si schiantava senza tregua sulle dure rocce.
Scesi nella sala da pranzo dove trovai Eddy, Kim e Jen che facevano colazione con un aria da zombi risorti.
-Buongiorno.-
-'Giorno.- biascicarono in coro. Guardai l'orologio: le 8:00.
Mi sedetti e mi versai del caffè. Jen fissava la sua tazza come se stesse leggendo il futuro.
Allungai la mano verso la mia e iniziai a bere a piccoli sorsi.
Presi del pane tostato e lo cosparsi di marmellata facendone finire un po' sulla tovaglia.Kim aveva la testa perfettamente appoggiata sul bordo della tazza e aveva gli occhi chiusi, la bocca era leggermente aperta. Le appoggiai una mano sulla spalla.
-Sono sveglia!- esclamò non appena la scossi un po'. Si rovesciò tutto il caffè addosso e si alzò saltando come una deficiente -Brucia, cazzo, brucia!- le sue cosce erano completamente bagnate da un liquido marrone e caldo, molto caldo. Ecco, adesso sembrava uno zombi sveglio dopo aver mangiato una dozzina di cervelli vuoti.
Saltava attorno al tavolo della cucina tenendosi le cosce e urlando, andai verso il lavabo e le spruzzai l'acqua addosso. Era completamente bagnata, dalla testa ai piedi.
-Almeno adesso non brucia più.- dissi
Lei prese un cucchiaino e lo riempì di marmellata ai frutti di bosco.
-Non provarci! Non farlo! Kim!- una gelatina scura si schintò sulla mia cannottiera del pigiama, lasciando finire qualche scizzo sulla mia faccia. Mi aveva trasformata nella Pimpa.
-Ragazze! Adesso basta.- ci richiamò Eddy -È mattina presto anche per me.-
Io e Kim ci risedemmo e quando ci guardammo scoppiammo a ridere.
Finimmo di fare colazione e andammo a cambiarci.
Il pigiama lo misi nel cestino della roba sporca e poi mi fiondai in doccia. La mia faccia odorava di marmellata ed era tutta appiccicosa. Mi riempii di schiuma, mi sciacquai e uscii.
Dall' armadio tirai fuori dei pantaloncini di tuta corti e una cannottiera semplicissima.
Scesi le scale e andai in salotto, Kim messaggiava, Jen pure e Eddy era per i fatti suoi.
-Che facciamo?- chiesi entrando.
-Carte?- propose Jen.
-No, ti scongiuro. Tutto, ma non partita a carte.-
-Non ho altre idee, allora.-
-Ragazze, scusate, qualcuna di voi può andare a prendere il mio album fotografico del mio viaggio nell'Africa Nera? È in soffitta.- ci chiese Eddy entrando all'improvviso nella stanza.
-Vado io.- Mi offrii. Non avevo nulla di meglio da fare.
-Ti accompagno. Non riusciresti a trovarlo da sola.- disse Kim.
Ci avviammo. Salimmo al primo piano e ci guardammo intorno disorientate.
-Bene. Dov'è la soffitta?- chiesi.
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I HATE YOU, PLEASE LOVE ME
Teen FictionKate è una ragazza newyorchese di 16 anni. Per l'estate va in vacanza a Miami con le sue due migliori amiche ospitata dalla nonna di una delle due. Questa non è una delle classiche storie d'amore che i due si incontrano e si perdono l'uno per l'alt...