Una fortissima luce mi colpì in pieno viso. Aprii a fatica gli occhi e la luce persisteva.
Tirai le coperte fin sulla testa e appoggiai la faccia sul cuscino.
-Dai, pigrona! Svegliati!- la voce di Kim sebrava rimbombasse nella stanza e mi tappai le orecchie con le mani.
Mi tolse le coperte e nascosi la testa sotto il cuscino.
-Ti muovi?! Sono le 7:15, dobbiamo andare.-
-È così presto?! Stavo dormendo se non te ne fossi accorta.-
-Ti ricordi cosa abbiamo deciso ieri, vero?-
-Ehm... illuminami un po'.-
-Dovevamo andare a correre! Dai, Kate, non puoi dimenticarti sempre tutto.-
-Se è prima delle 9:30 del mattino, nulla mi riguarda!-
-Uff...muovi il culo! Vestiti e dopo raggiungici di sotto.-
-Sissignore!- uscì dalla mia stanza e mi avviai come uno zombi verso il bagno.
Mi lavai e mi vestii più velocemente che potevo. Mi guardai allo specchio: ero in condizioni pietose, ma lasciai perdere, non c'era nessuno a quell'ora. Aprii tutte le finestre della mia camera che la inondarono con la luce dell'alba. Scesi al piano di sotto.
-Finalmente sei scesa!- esclamò Jen vedendomi.
-È mattina presto per tutti, sai?- le risposi.
-Andiamo a correre prima che le spiaggie comincino a riempirsi.- disse Kim.
Arrivate in spiaggia decidemmo dove andare. Mentre le altre due parlavano, io mi distesi sulla sabbia e chiusi gli occhi. Non mi sarei addormentata, speravo. Il sole mattutino riscaldava leggermente l'aria, resa, allo stesso tempo, fresca dalle correnti del mare. Quel tepore conciliava il sonno e, senza volerlo, mi addormentai.
Uno scroscio d'acqua mi finì sul viso, era anche salata, che schifo!
-Perché l'hai fatto?!- chiesi a Kim.
-Stavi dormendo!-
-Non stavo dormendo! Stavo... ripisando gli occhi!-
-Certo. E dove dobbiamo andare?-
-Di là.- indicai un punto vago alle mie spalle. Kim mi prese il braccio e lo spostò davanti a me.
-No, Kate, dall'altra parte.-
-Si, lo sapevo. Volevo metterti alla prova.-
-Che scema che sei! Alzati!- mi alzai di mala voglia.
Iniziammo a correre sul bagnasciuga, dove la sabbia era più compatta. Sotto le mie scarpe le conchiglie scricchiolavano e si rompevano, qualche volta delle onde ci bagnavano la suola già completamente ricoperta di sabbia. La spiaggia era ricoperta di detriti e alghe, trasportate il giorno precedente dalla furia del mare in tempesta. Alcuni ombrelloni si erano arenati sulle dighe ricoperte di salso.
Mentre correvamo lasciavamo le nostre impronte lungo tutta la riva.
Dopo aver corso per un lungo pezzo mi lasciai andare, chiusi gli occhi e inizia a correre alla cieca. Nella mia mente affioravano immagini. Vedevo Nick che mi teneva la mano al parco e mi tornò in mente il bacio sull'angolo della bocca che mi aveva dato quel giorno. Era un ragazzo adorabile, ma quando mi toccava non sentivo quel brivido che mi percorreva la schiena quando... lasciamo perdere. Cancellai dalla mia testa quella immagini e provai a pensare ad altro, ma cominciavo a vedere due occhi verdi, un sorriso mozzafiato e dei capelli castani. Sapevo chi era e feci di tutto per non pensare a lui, ma fu inutile. Lo rividi seminudo a casa, io e lui distesi sul divano, abbracciati, le sue braccia attorno alla mia vita... basta! Dovevo smetterla di pensare a queste cose. Era solo un mio amico e BASTA!
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I HATE YOU, PLEASE LOVE ME
Teen FictionKate è una ragazza newyorchese di 16 anni. Per l'estate va in vacanza a Miami con le sue due migliori amiche ospitata dalla nonna di una delle due. Questa non è una delle classiche storie d'amore che i due si incontrano e si perdono l'uno per l'alt...