CAPITOLO 29

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Mi svegliai presto nonostante tutto. Di già attivi eravamo in pochi: io, mia mamma, la mamma di Jen e Eddy. Erano le 9 e qualche minuto.

Scesi in cucina e mi preparai la colazione da sola. Poi mi andai a sedere vicino alle altre e finimmo di mangiare in silenzio.

-Oggi cosa si fa?- chiesi distrandole dai loro pensieri.

-Spiaggia pensavamo.- mi rispose la mamma di Jen.

-Ok.- tornò il silenzio.

Finii di mangiare, sparecchiai il mio posto e tornai in camera a prepararmi.

I vestiti sporchi erano ancora appallottolati in un angolo, fui tentata di prenderli e metterli nella lavatrice, ma lasciai perdere non appena sentii l'odore di James sulla camicetta.

La mia testa rimaneva vuota, ero rintontita e stanca morta. Mi vestii e andai in terrazza. Faceva caldo, le strade erano già piene di gente come le spiaggie. I resti dei festeggiamenti del giorno precedente erano ammassati in angoli e dimenticati. Tutti si comportavano come de fosse un sabato qualunque, non quello successivo al giorno dell'indipendenza.

Mi appoggiai al parapetto e chiusi gli occhi, ma non riuscivo a elaborare alcun pensiero. Sentii qualcuno entrare in camera, ma non mi mossi.

-Ciao.- era mia madre, sapevo sarebbe venuta.

-Ciao.- mi venne vicina.

-Com'è andata la festa ieri?-

-Bene.-

-Ok.-

-Cosa vuoi, mamma?-

-Sinceramente Kate, com'è andata ieri?-

-È andata bene se contiamo la prima parte, male se contiamo la seconda. Dipende anche dai punti di vista.-

-Cos'è successo?-

-All'inzio niente, o meglio è stata una normale festa in discoteca. Divertente.-

-E poi?-

-E poi io mi sono allontanata perché avevo sete e James mi ha seguito.-

-Avete litigato e ti ha fatto del male?-

-Mamma! Lasciami finire!-

-Scusa.-

-Comunque no, non abbiamo litigato. Anzi ci siamo baciati, ma poi... poi è arrivato Nick e ci a visti. E dato che mi aveva baciata qualche giorno prima, si è... come dire... si sentiva tipo tradito, non so spiegare. Ho provato a giustificarmi, ma ho fatto casino e sia Nick che James hanno capito male.-

-E poi?-

-E poi prova a immaginare tu. Perché è cosí... un casino tutto quanto? Perché deve essere sempre colpa mia?-

L'abbracciai e piansi. Volevo tornare a New York, volevo tornare a casa, volevo che l'estate finisse, volevo sparire da lì e dimenticare tutto.

-Kate, queste sono cose che capitano alla tua età. Non va mai come speri che vada. Devi essere abbastanza forte da passarci sopra.-

-Voglio tornare a casa.-

-Se vuoi tornarci, ci torniamo. Ma oggi andiamo in spiaggia e ci divertiamo.-

-Hai fatto rima.- mi asciugò le lacrime facendomi comparire un sorriso. Poi uscì avvisandomi di farmi trovare alle 10:00 pronta per andare in spiaggia.

...

Arrivammo in spiaggia quando il sole picchiava forte. Con addosso solamente una maglietta, sudavo come un bue.

I HATE YOU, PLEASE LOVE MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora