6 I suoi occhi...

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Yoko:

Mi sentivo i suoi occhi addosso, i suoi occhi sembravano, attraversare i miei pensieri e i miei stati d'animo, mi mettevano a disagio,volevo che la smettesse di fissarmi o forse no, sembrava sapessero ciò che stessi provavo,loro condividevano la mia angoscia?
Quello sconosciuto riusciva a capirmi, sembrare provare le mie stesse emozioni, così i nostri sguardi tristi si confortarono.
La collera che avevo provato verso quel volto,era svanita, grazie a quello sguardo che mi faceva provare delle emozioni intense, non riuscivo a definire perfettamente quelle emozioni,così incomprensibili e mai provate.
Mi avvicinai al corpo di quel ragazzo,il mio istinto mi diceva di abbracciarlo.
Ascoltai il mio istinto senza rifletterci. Lo abbracciai.
Stringevo quel corpo estraneo da cui trassi conforto.
Lui non tardò a ricambiare, le sue forti braccia mi stringevano a sé, in tal modo i nostri corpi aderivano all'un l'altro, così il mio cuore pulsò più forte del dovuto.


Kyo:
Cercava conforto fra le mie braccia,ma come potevo io confortarla?!
Io che non ero in grado di confortare neanche me stesso,io che soffrivo in silenzio,quel silenzio che nessuno sapeva ascoltare.
Quella ragazza però lo aveva ascoltato,sentiva il mio dolore e la mia rabbia, era riuscita a vedere cosa nascondevo, dietro i miei occhi privi di emozione.
I suoi occhi sembravano conoscermi,ed entravano in sintonia con i miei.
Avrei voluto parlargli, ma le sue iridi mi impedivano di farlo, esse mi parlavano,mi dicevano cosa fare così mi lasciavo manovrare da quegli occhi. Ero ormai divenuto il suo burattino, esaudivo ogni suo desiderio, i suoi occhi volevano che ricambiassi il suo abbraccio e lo feci guardando il suo sguardo desideroso di conforto, che mi scrutavano inutilmente, perché essi conoscevano ormai tutto di me. Avevano buttato giù una delle mie maschere che portava da molto tempo, quella che nascondeva i miei sentimenti, ancora però non sapevo che ben presto lei avrebbe buttato una maschera che portavo, che neanch'io sapevo di portare.
La maschera che aveva creato la mia amnesia, quella che mi avevano fatto indossare, nascondendomi la verità, ancora non ero cosciente di tutto questo,mi facevo comandare da quegli occhi ed ero felice di farlo.
Dopo un po' il mio telefonino squillò,in quel momento quegli occhi smisero d'ipnotizzarmi, avevo acquisito il controllo delle mie azioni.
Terminai quel lungo abbraccio per rispondere al telefonino che squillava ininterrottamente nella tasca dei miei pantaloni neri. Infilai una mano nella mia tasca e lo presi, risposi senza pensarci due volte: Una voce preoccupata parlava,era piuttosto familiare,la riconobbi subito anche se aveva subito qualche cambiamento, di solito il tono di mio fratello era spensierato e brioso, invece in quel momento la sua voce suonava ansiosa e piena di angoscia. "kio?!"mi chiamava con ansia.
Io risposi con un "si"secco.
La sua preoccupazione non mi importava,in fondo lui si preoccupava sempre per niente. "si,può sapere dove sei?"mi chiese lui infastidito dal mio tono.

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