17 I pensieri di Kio

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Kio:

Nello stesso momento in cui mio fratello puntò la pistola alla ragazza,io provai una sensazione strana era come se in un certo senso fossi preoccupato,forse aveva davvero intenzione di spararle.
Ma a me non doveva importare anzi ciò mi avrebbe dovuto rasserenare, perché così mi sarei sbarazzato di quel problema che avrebbe di sicuro portato altri problemi con la sua presenza.
Ma bisognava considerare che non era bella l' idea che mio fratello si sporcasse le mani di sangue,sapevo che se l'avesse fatto l'avrebbe rimpianto e di sicuro il volto della ragazzina lo avrebbe tormentato in ogni istante della sua vita.
Ma lui non era un tipo impulsivo come me,non si lasciava facilmente trasportare dai sentimenti momentanei,in lui c'era sempre una certa preoccupazione,viveva con il timore di commettere errori quindi prima di fare qualsiasi cosa ci pensava di continuo.
Era un tipo molto riflessivo e magnanimo, per tale ragione, ero certo che non avrebbe mai potuto uccidere qualcuno e adesso ne ero più che convinto, vedevo la mano che gli tremava nell'impugnare la pistola,non si decideva a premere il grilletto e sicuramente non lo avrebbe mai premuto e infatti non lo fece.
Quando mi avvicinai alla ragazza per tranquillizzarla,il mio scopo non era proprio quello o forse si?
Non so spiegarmi il motivo per cui mi avvicinai a lei, acquietandola dicendole che mio fratello non ci sarebbe mai riuscito,forse volevo solo beffarmi di lui con la ragazzina, ma non ne ero convinto, era come se sorridendole e calmandola cercassi di acquietare il mio animo, ma perché mai una cosa come quella dovesse farmi sentire meglio? Me lo chiedevo senza trovare alcuna risposta, poi ripensai alle lacrime versate il giorno precedente dandomi dello stupido.
Mi stavo lasciando coinvolgere da una bambina senza una vera e propria ragione.
Cosa aveva che mi attirava? Non era neanche tutta questa bellezza!
Guardandola con occhio critico, non era una silhouette, non aveva questo gran bel culo, ma in compenso aveva un bel seno, però era una quattordicenne e questo annichiliva i pensieri impuri, eppure pensandoci per me l' età non era mai stato un gran problema.... Invece adesso mi sembrava un problema abissale e insormontabile.
Mi sembrava indecente e vergognoso pensare a Yoko come una possibile scopata, forse perché dal suo viso traspariva un ingenuità e un innocenza di bambina che non avevo mai visto a nessuna ragazza.
Era quell'ingenuità ad attirarmi?
Incominciavo a perdermi nei suoi occhi color nocciola e a provare una sorta di scossa al cuore quando mi era vicina, qualcosa in me stava cambiando e non sapevo se era un bene o un male.
Forse aveva ragione mio fratello affievoliva il mio caratteraccio o forse in realtà stavo vaneggiando...
Nessuno poteva cambiare quello che ero! Figuriamoci un'adolescente!
Non ero una brava persona,non era destinato ad esserlo,gli eventi mi avevano trascinato in traffici di cocaina e in vendita di merci illegali con il quale aiutavo i mafiosi,anche se avrei deciso di fare un lavoro onesto, non ci sarei mai riuscito ad esserlo poiché non era nella mia natura l'onestà e i sfortunati eventi della mia vita me l'avevano annunciato.
Sostenevo nella mia testa troppi ricordi spiacevoli e troppi rimpianti,vivevo sostenendo qualcosa che era più grande di me e che non sarei riuscito a cambiare:non avrei mai potuto alterare il mio passato, chi ero e sopratutto non si poteva scegliere la propria famiglia.
Quel nome che sentivo pronunciare ogni giorno,quel politico di nome Keitawa era mio padre, se qualcuno l'avesse scoperto mi avrebbe invidiato, pensando che un uomo onesto come lui non si meritava un criminale per figlio.
Non si meritava un figlio come me?Io credevo piuttosto il contrario,io non mi meritavo un padre come lui, forse era persino colpa sua se ero diventato quello che ero.
Prima ero un ragazzo debole che si lasciava calpestare e adesso ero divenuto il calpestatore.
Mi divertivo a calpestare una quattordicenne. Ora pure i sensi di colpa.
Ma chi diamine era questa ragazzina, perché lei doveva sconvolgermi emotivamente con la sua sola presenza?
Ero stato violento con lei,ma in fondo se le era cercata o forse no?
Violento era una parola grossa, non lo avevo molestata, l' avevo soltanto buttata per terra, con un certo impeto, però...era stata lei ad aver sbagliato, ma era una bambina anche se sbagliava era giustificata.
Le ragazzine della sua età, potevano sbagliare e commettere degli errori, ma gli adulti no,un minimo errore di un adulto non era giustificabile,e i miei erano troppi,non si sarebbero potuti contare con le sole dita delle mani,erano fin troppi e alcuni neanche li ricordavo, ma li avevo pagati a caro prezzo,avevo perso Mayko e con lei se ne andò la mia gioia di vivere.

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