9 Malinteso

35 0 0
                                    

Kyo:

Mio fratello arrivò nel medesimo istante, in cui la mia testa era entrata in confusione con tutti quei ricordi vaghi e alquanto macabri che mi intimorivano.

Era sceso dalla mia macchina nera e mi fissava,fissava anche la ragazza che era di fronte a me con una preoccupazione incomprensibile e mosso da uno scatto di rabbia improvviso , si avvicinò a me spingendomi verso il muro della scuola.
Lo guardai incredulo, mentre mi strattonava contro quel muro, non capivo cosa gli stesse passando per la testa e il dolore non mi permetteva di pensare, ma nonostante tutto non reagii, non che fossi contro la violenza, perché di solito quando qualcuno mi provocava ero il primo a reagire, ma in quella circostanza non si trattava di uno qualunque che mi stesse malmenando: si trattava di mio fratello maggiore per cui nutrivo un grande rispetto.

Lo rispettavo non perché fosse mio fratello, ma perché tra i due lui era il più ragionevole, quello che trovava sempre una soluzione a tutti i problemi che creavo io, inoltre non perdeva mai la calma neanche nei momenti più critici, per tale ragione, ero quanto mai sorpreso di quella reazione che non gli s'addiceva.

Mentre riflettevo su quel comportamento bizzarro, cercando di scorgere nel suo sguardo una qualche motivazione, lui mi osservava ancora con quello sguardo di rimprovero, come se avessi fatto qualcosa di terribile così offeso dalla mia incredulità, mi mollò un pugno nello stomaco.

Lo guardai ancora una volta stupefatto,la rabbia aveva preso pieno possesso di lui, era la prima volta che lo vedevo così incazzato, ma dopo aver sferrato quel colpo di improvviso sembrò essersi calmato per un istante e si concedette una pausa.

Ebbi soltanto il tempo di massaggiarmi un po' lo stomaco dolorante, perché tornò ad essere più furente di prima e come un gladiatore glorioso teneva il pugno pronto, lo bloccai appena in tempo con la mia mano, ma premeva forte contro la mia mano che stringeva il suo pugno, dopo un po' mollai la presa rassegnato, non riuscivo a sostenere tutta quella forza.

Eppure non lo avrei mai detto che mio fratello fosse così forte e imponente, dopotutto non lo avevo mai visto fare a botte, anzi il più delle volte lo avevo visto mentre le prendeva di santa ragione dagli altri ragazzini, quando ero ancora un bambino e non ero ancora in grado di difendermi da solo.

Il suo pugno ormai libero salì verso il mio volto,voleva darmi un altro pugno, osservavo la scena incredulo, avrei tanto voluto reagire, ma la mia coscienza me lo impediva, perché lui era mio fratello ed ero sicuro che presto si sarebbe fermato anche lui, perché tra di noi vigeva un rispetto reciproco e con quel comportamento lui lo stava infrangendo senza una ragione.

Non si fermò come avevo sperato, anzi con violenza colpì il mio naso che iniziò a sanguinare, ma notando il sangue che gocciolava sull' asfalto sembrò riacquistare la ragione, ma continuava ad assumere quell' espressione alterata.

Mi scervellai sulla ragione, che non riuscivo a trovare e poi improvvisamente capii il malinteso, ma non potevo credere che pensasse azioni così sconcertanti e che io fossi in grado di fare certe cose... e non mi aveva neanche chiesto spiegazioni,era direttamente arrivato alle sue assurde conclusioni.
Ero rimasto piuttosto deluso, come poteva pensare che avessi molestato quella ragazzina?
Dannazione, ecco che cosa ci si guadagna ad aiutare gli altri, a salvare la vita ad una ragazzina suicida, pugni e diffamazione.

Per colpa di quell' idiota adesso mio fratello mi credeva un molestatore e mi scocciava pure dover spiegare il reale svolgimento degli eventi, anzi ero persino in collera con lui, perché non credevo che il nostro legame fosse un semplice legame di sangue, ma ritenevo che fosse basato sulla fiducia e sul rispetto reciproco, invece mi ero sbagliato, perché se il nostro rapporto fosse stato così non avrebbe mai pensato certe cose su di me.

I miei occhi si soffermarono sulla fonte di tutti i miei problemi, quell' essere indefinito poiché non era né una bambina né una donna, i suoi denti profumavano ancora di latte, ma il suo corpo era già come quello di una donna: i fianchi e quei morbidi e prosperosi seni.

Distolsi lo sguardo, dandomi mentalmente del maniaco e del pedofilo, perché osservando quei seni mi vennero in mente dei pensieri impuri, avevo persino pensato che avrei fatto meglio a molestarla sul serio, almeno non sarei stato incolpato e picchiato ingiustamente, poi respinsi tali pensieri inorridito da me stesso.

Guardai mio fratello con uno sguardo di indifferenza, volevo vedere fino a dove si sarebbe spinto: volevo vedere se mi avrebbe ammazzato ingiustamente senza chiedere spiegazioni.

Yoko:
Fissavo quella scena incapace di reagire,non sapevo che fare quel ragazzo veniva picchiato da un altro ragazzo più grande, dopo un po' lo sguardo di Kyo (aveva detto di chiamarsi così) si soffermò su di me, ancora una volta arrossì, il suo sguardo mi metteva in soggezione, era come se mi stesse spogliando con gli occhi, mentre veniva ingiustamente malmenato.

Dopo un pò smise di picchiarlo,allora decisi di raggiungerli, per vedere le condizioni del ragazzo, osservai il suo naso sanguinante,ero rimasta allibita dal suo sguardo che era rimasto sempre lo stesso,quell' espressione che aveva,era così sicura e non mostrava alcun segno di preoccupazione.
Dopo un pò sentì quella risata così arrogante e che suonava un pò maligna, era di Kyo del ragazzo che mi aveva salvato la vita.

Kyo:

Ridevo,nonostante non fossi divertito dalla situazione, infatti la mia era una risata nervosa e forzata.

Volevo ridere per fargli del male, perchè sapevo quanto quella risata potesse avere un certo effetto sulle persone, quella risata alquanto fuori luogo con cui mi beffavo degli altri, anche suo mio fratello quella risata riscuoteva un certo effetto, odiava quella risata ,come odiava molti dei miei comportamenti, che riteneva immaturi e privi di razionalità.

"Smettila di ridere!. non c'è nulla da ridere, dopo quello che hai fatto!. Kio mi hai veramente deluso,io ti credevo diverso, credevo che tu fossi cambiato ma a quanto pare mi sbagliavo!". mi disse con molta serietà.

Cambiato?quella parola rimbombava nel mio cervello,lui sapeva cosa fosse successo prima della mia amnesia, ma non voleva dirmelo e allora perchè doveva rinfacciarmelo.

Perchè doveva rinfacciarmi qualcosa che non sapevo? Era davvero crudele da parte sua rinfacciarmi ciò che non ricordavo e di cui non voleva parlarmi.

Questo rafforzò il mio desiderio di ricordare,desideravo sapere cosa avevo fatto di così terribile,non mi importavano le conseguenze ,che avrebbe portato il passato.

Intanto la ragazza che aveva seguito la scena,si avvicinò a me preoccupata:

"stai bene?"mi chiese, subito dopo si voltò verso mio fratello e gli lanciò un occhiataccia.

Mio fratello si rese conto di aver frainteso tutto, ma nonostante ciò non mi chiese scusa ed era molto strano da parte sua, di solito era il primo a scusarsi e ad ammettere i propri errori, ero io quello testardo e arrogante.

Mi asciugai il naso con un fazzoletto,non feci alcuna domanda a mio fratello, tanto se glie ne avessi fatta una di sicuro non mi avrebbe risposto, ma avrebbe cambiato discorso come al solito.

"Andiamo a casa!"disse serenamente, come se non fosse successo nulla.

Io volsi il mio sguardo verso quella ragazza malridotta,la mia coscienza continuava a frustrarmi, continuava a dirmi che non potevo lasciarla lì, ma alla fine la mia coscienza ebbe il sopravvento.

"allora lo vuoi un passaggio?" le proposi.

"si,grazie!"mi rispose subito.

Dangerous loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora