22 I ricordi e i rimpianti del passato

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Kyo:
"Yoko Keitawa"Quel cognome continuava a perseguitarmi, pensavo che non avrei dovuto più averci a che fare, e invece non andò affatto come io sperassi.
Lei era dunque la mia sorellastra? Ma da quel che sapevo, mio padre aveva avuto due figlie dal suo secondo matrimonio, una delle due era stata adottata, ma era Yoko la figlia che era stata adottata o quell' altra Shizuko?
L'idea che condividessi con lei lo stesso marciume, non mi piaceva affatto, dopotutto, questo significava avere Keitawa come padre, significava avere dentro di sé qualcosa di marcio e sporco, anche se non avessi mai fatto del male a nessuno, mi sarei sempre e comunque sentito marcio dentro.
Tornando a casa pensai di parlarne a mio fratello forse lui avrebbe chiarito i miei dubbi.
In più mi ero reso conto di aver dato alla ragazza libero arbitrio,l'avevo lasciata per strada libera da ogni cosa, avrebbe potuto benissimo scappare e andare dalla polizia e invece lei mi aveva seguito.
Ero stato un perfetto idiota,ma in fin dei conti chi era stato il più stupido io o lei?.
Aveva l'opportunità di scappare e se l'era lasciata sfuggire,che fosse stupida?
Non capivo perché non fosse scappata,e pure non mi sembrava una ragazza stupida anzi mi sembrava abbastanza intelligente, e poi chiunque saprebbe muovere il cervello in una circostanza simile e scappare.
Lei invece non aveva fatto nulla anzi mi seguiva,come se il vero rapitore fosse lei e non io.
Tornati a casa,trovai la cucina apparecchiata,mio fratello aveva cucinato e sembrava di buonumore e aveva comprato il giornale, il solito "Tokyo Exspress".
Io in tutta sincerità odiavo quel giornale, perché la maggior parte delle sue notizie erano quasi tutte false.
La prima pagina del giornale si apriva con "La scomparsa della figlia di Keitawa".
"oh cristo!". dissi pensando ad alta voce.
"che succede?"chiese mio fratello che aveva appena finito di cucinare.
Yoko stava seduta di fronte a me e mi osservava senza batter ciglio.
"Adesso i giornali parlano della sua scomparsa!"gli dissi.
"Ma della scomparsa di chi?"chiese mio fratello pensieroso.
Guardò il giornale e lo sfogliò subito dopo per passare all' approfondimento dell' articolo, non appena vide la foto della ragazzina, gli fu chiaro tutto.
"Non può essere!"disse lui serio in volto.
Yoko si avvicinò a noi per vedere il giornale, per capire cosa ci avesse così tanto sconvolto. "Ah, fantastico ora questa nanerottola ha pure a che fare con quella sottospecie di uomo, se lo si può definire così!" disse alterato mio fratello, guardando Yoko con odio. " Io...provo la stessa cosa, odio quell' individuo..." disse Yoko. "Ah di questo non mi importa, quello che mi interessa davvero è che tu esca dalla nostra vita!"rispose Toshio urlandole contro. Yoko rimase immobile e in silenzio, sembrava non avere idea di cosa dire e di cosa fare, sembrava in estremo disagio, così mi immischiai cercando di calmare mio fratello, ma sembrava tutto inutile, anzi finì per prendersela pure con me, così dopo un po' trascinai Yoko nella mia stanza per avere un po' di pace e lei improvvisamente si scusò, dicendo "Mi dispiace, averti creato tutti questi problemi... e capisco anche la reazione di tuo fratello, ho intuito che conosce la vera natura di Keitawa" Chiamava il padre per cognome, in più quando pronunciava quel cognome, sembrava quasi che volesse far a meno di pronunciarlo,anch'io provavo la stessa cosa,odiavo Keitawa con tutto me stesso.
Quand'ero piccolo lui fu troppo presente, sembrava nutrire una certa ossessione per me, non era ricco come adesso e picchiava spesso mia madre, ma la cosa che più mi spaventava era questa possessione che aveva nei miei confronti, era geloso di chiunque mi ronzasse intorno, mi trattava come se fossi una sua proprietà e mi diceva sempre cosa fare e non ero mai stato il tipo che accetta le imposizioni come Toshio, io dopotutto ero sempre stato di indole più rivoluzionaria.
Io ero il figlio preferito, quello che andava bene a scuola e a negli sport,solo la box non era il mio forte e neanche il karate infatti le prendevo sempre da tutti, perché a scuola tutti odiavano il mio modo di essere, ero troppo perfetto e gentile così venivo visto come un ragazzo indifeso.
Non so quante volte fui buttato per terra,credo un mucchio di volte,una volta fui picchiato anche da alcune ragazze.
Fu così che conobbi Mayko, anche lei veniva perseguitata da quelle ragazze.
Mayko non sembrava soffrirne,si limitava a pagarle in modo che non le dessero fastidio.
Il giorno in cui conobbi Mayko,ero stato trascinato con violenza nel bagno delle ragazze ed ero stato picchiato da cinque ragazze.
Avevano tutte quel sorriso malvagio che non sembrava affatto umano,sembravano delle vere e proprie streghe.
Mayko era chiusa in uno dei tre bagni,ed io ero finito per terra che gemevo per il dolore e il capo per così dire la ragazza che comandava le altre ragazze,mi diceva di alzarmi e sul mio conto diceva delle cose per nulla carine.
Mayko uscì dal bagno e mi vide malconcio per terra pieno di graffi e lividi.
La ragazza che comandava le altre era una ragazza di nome Yuko Koteki, aveva i capelli corti neri e aveva alcune ciocche rosse e il suo viso era come quello di un ragazzo e infatti spesso veniva scambiata per un ragazzo, ma di certo dopo un tale affronto nessuno la passava liscia.
Assumeva sempre le solite espressioni,era quasi sempre incazzata e guardava tutti con sguardo minaccioso,alcune ragazze avevano persino paura di guardarla in faccia.
La ragazza si accorse quasi subito della presenza di Mayko.
"Buongiorno,mia cara santarellina!"disse deridendola con malignità.
Le altre ragazze cominciarono a ridere di gusto,Mayko non rispose alle provocazioni, ma si limitava a fissarmi con un espressione indecifrabile.
Io la osservai pensieroso,mi resi subito conto della sua bellezza:
Aveva un viso angelico e innocente,le gote erano abbastanza grandi e graziose,il suo viso era molto arrotondato e gli occhi come i capelli erano di un castano molto chiaro.
"Schifoso verme,mi sa che oggi sei fortunato,la nostra suoretta ti salverà!". mi disse Koteki.
"Quanto vuoi?per lasciarlo in pace!"disse Mayko volgendosi alla ragazza che comandava.
La sua voce era molto flebile e un po' tremante.
"1.000 yen!"disse la ragazza.
"1.000 yen?"chiese Mayko stupita dalla cifra.
"Eh si lui è speciale,ci fa proprio divertire questo schifoso verme, non è vero ragazze?"chiese alle altre.
Le altre ragazze risposerò con un si e poi guardarono Mayko ridendo, Lei si avvicinò porgendole i soldi con estrema cortesia, che non meritavano.
"Brava suoretta!"disse la ragazza prendendosi i soldi e andandosene insieme alle altre.
"Va tutto bene?vuoi che ti aiuti ad alzarti?"mi chiese lei.
"no,grazie ce la faccio anche da solo"gli dissi cercando di alzarmi.
Riuscì ad alzarmi e poi mi fissò ancora senza togliermi gli occhi di dosso, quando si accorse che io mi ero resi conto del suo sguardo attento,arrossì e cerco di guardare da un'altra parte.
"Bè,vorrei ringraziarti mi hai tirato fuori dai guai!" le dissi sorridendole.
"No,non fa nulla!"mi rispose lei.
"bè 1.000 yen sono una bella cifra!ma te li renderò!"le risposi.
"Tu non devi rendermi nulla!"aggiunse lei.
"Io te li renderò lo stesso, ma come ti chiami?sai non ti ho mai vista!"gli dissi io.
"Anamichi Mayko"affermò.
"Bè...io invece sono..."non feci neanche in tempo di dire il mio nome che lei mi interruppe.
"Keitawa Kio!"esclamò.
"Come fai a sapere il mio nome?!"gli chiesi io.
"bè....conosco una tua compagna di classe!". disse lei vaga.
"strano le mie compagne sono tutte come Koteki!quindi non credo potresti andarci d'accordo!bè come si chiama?"le chiesi.
"Bè scusami ma adesso devo proprio tornare in classe!Ciao!"disse fuggendo via.
Anch'io tornai in classe e durante la ricreazione stetti come al solito insieme a Takahashi.
Takahashi era anche lui uno studioso che veniva spesso preso in giro,però quando si trattava di pugni e di calci lui era sempre bravo a svignarsela.
"Koteki ti sta guardando!non sembra volerti togliere gli occhi di dosso!"mi sussurrò Takahashi che era accanto a me seduto nel banco.
Koteki era seduta in un altro banco ed era con le solite altre quattro ragazze.
"Secondo me ha in mente qualcosa!"gli risposi io sempre a bassa voce.
Guardai Koteki che finalmente mi aveva tolto gli occhi di dosso e sembrava avere un'aria annoiata.
Poi mi decisi a parlare a Takahashi dell'incontro che avevo fatto in bagno.
"Anamichi Mayko?!ah,la suora!"disse lui.
"Perché suora?"gli chiesi io.
"Dopo la scuola,ha intenzione di prendere i voti!ed è per questo che tutti la chiamano suora!". disse lui lasciandomi completamente di stucco.
"Ma mi prendi in giro?!"gli chiesi io.
"Ma no è la verità,so che può sembrare assurdo!faticavo a crederci pure io ma è la verità!". mi rispose lui.
"Ma allora perché ha scelto questa scuola e non una scuola di suore?!"esclamai io.
"Bè,questa è una bella domanda!"mi rispose lui.
"Comunque è davvero strano che tu sia riuscito a scambiarci qualche parola!So che sta quasi sempre lontana dai ragazzi!". disse lui.
"Bè inefetti ho notato che era un po' strana!"gli risposi io.
Aveva notato che in Mayko c'era qualcosa di strano,mi aveva guardato in un modo strano,diverso dal modo in cui mi guardavano le altre ragazze ed era imbarazzata,inoltre non sapevo come facesse a conoscere il mio nome,non credeva molto alla storia della mia compagna di classe e inoltre mi chiedevo perché fosse fuggita via.
Poi col passare dei giorni mi accorsi che Mayko all'uscita della scuola prendeva il mio stesso autobus.
Infatti spesso la vidi intenta a fissarmi e poi quando si rendeva conto che io me ne accorgevo,guardava qualcos'altro facendo finta di nulla. Così finii per chiedermi se da poco prendeva il mio stesso autobus, oppure lo aveva sempre preso ed io non me ne fossi mai accorto,quando la incrociavo lei mi fissava. ma quando si accorgeva dei miei sguardi,si girava imbarazzata.

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