Epilogo

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Kyo:

Dopo aver letto il fogliettino insieme al padre, mi sentii morire, Yoko era scappata via, senza dire dove fosse diretta ed era tutta colpa mia, l' avevo ferita e adesso chissà dove era e in quali mani avrebbe potuto finire.

Non mi lavai neppure scesi di corsa insieme al padre per cercarla ovunque, con quella macchina che andava lentissima, rischiai persino di fare un incidente, perché osservavo soltanto i marciapiedi e l'andirivieni della gente, ma non le macchine e i motori che frenavano per non venirmi addosso, mentre il padre di Yoko mi avvertiva del pericolo, riportando la mia attenzione verso la strada, dopo un po' la macchina si fermò del tutto, era finita la benzina, così proseguimmo la nostra disperata ricerca a piedi, poi mi rammentai una cosa, non avevo più il mio telefonino forse se l' era portato lei,così dissi al padre di Yoko di prendere il suo telefonino, glie lo tolsi dalle mani senza dargli alcuna spiegazione e composi il numero del mio cellulare, ma non rispondeva nessuno, poi però sentii la chiamata venir interrotta, l' aveva rifiutata, dopo richiamai con insistenza supplicandola di rispondere, ma Yoko la rifiutò per una seconda volta, riprovai la terza volta, ma il telefonino era stato spento.

"Merda!" urlai infuriato lanciando il telefonino per strada,mentre il padre di Yoko rimaneva in silenzio, forse stava riflettendo su dove la figlia potesse essersene andata.

Il telefonino si aprì in due parti, si era tolta la batteria, Nageshi neppure lo raccolse dall' asfalto, lo lasciò lì, poi disse "Calmati, adesso riflettiamo su dove possa essere andata!"

"Non conosce neppure le strade di Okinawa e si azzarda ad andarsene a zonzo per la città, che incosciente!"

"Ha detto di volersene andare lontano da noi due, quindi suppongo che se ne voglia andare da Okinawa di conseguenza o vuole andare alla stazione di Okinawa oppure all' aeroporto..." affermò Nageshi.

"Allora ci converrà separarci lei vada all' aeroporto ed io alla stazione... d'accordo?" proposi tentando di mantenermi calmo, nonostante fossi nervosissimo.

Non avevamo neppure i soldi per un taxi, Yoko ci aveva sotratto tutti i soldi che avessimo nel portafogli, quindi ci ritrovammo a fare l' autostop, Nageshi riuscii a far fermare qualcuno, utilizzando la sua carica politica per convincere qualcuno a fermarsi urlando per strada la sua identità e dicendo che se gli avessero dato quel passaggio dopo li avrebbe ricompensati di sicuro, mentre io mi parai contro le macchine rischiando di farmi investire per richiedere quel passaggio, alcuni mi bestemmiarono contro non essendo affatto disposti ad accogliere uno come me nella loro macchina, così feci quello in cui ero bravo, rubare.

Menomale che avevo portato la pistola pensai, poi puntai la pistola contro una macchina urlando di fermarsi, il conducente si fermò di botto, poi non appena si fermò aprì la portiera intimandolo di scendere puntandogli contro la pistola, lui scese spaventato,così finalmente avevo una macchina per poter raggiungere la stazione di Okinawa sfrecciai come un pazzo, ma poi fui costretto a dovermi fermare a causa del traffico, così scesi dalla macchina correndo come un disperato, ma a piedi non ce l' avrei mai fatta ad arrivare in tempo.

Sperai che Yoko si trovasse all' aeroporto e non alla stazione, perché di sicuro il padre sarebbe arrivato in tempo, ero io quello che non ce l' avrebbe fatta.


Yoko:

Kio aveva detto di non amarmi che il suo solo interesse era stato quello di scoparmi, dopo quella frase non ebbi più la forza di dir nulla, piansi disperatamente, trattenendo a stento le lacrime.

Lo odiavo, mi aveva mentito e aveva mentito persino a mio padre, la sua sola preoccupazione era quella di finir in galera per aver messo la mani su una minorenne.

Dangerous loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora