YOKO:
Leggevo un libro scritto da Mayko Ayachi,non avevo mai sentito quel nome e dire che di libri ne avevo letti tanti, ma di questa autrice sconosciuta, mai letto uno in vita mia. Avevo trovato questo libro nella stanza di Kio.
Mi sembrò una storia del tutto banale,una di quelle classiche storielle del tutto surreali forse perché invidiavo la protagonista,era difficile non ammettere che la invidiassi.
Bè lei era felice perché aveva trovato il primo amore mentre io che avevo trovato?Di sicuro nulla di tutto ciò.
Purtroppo per me nulla di tutto questo era possibile,forse avrei dovuto mettere da parte il pessimismo e cogliere il vero insegnamento di quella storia, perché anche Akino prima era triste e sola ma poi quel misterioso ragazzo le si presentò improvvisamente davanti.
Erano passati pochi minuti, da quando la mia vita era stata messa a rischio a causa di una scommessa e nonostante tutto porgevo un sorriso al mio "rapitore" se potevo definirlo così.
Un sorriso di gratitudine?
Non sapevo sinceramente che pensare, il mio sorriso sembrava apparentemente immotivato o forse volevo ringraziarlo di non avermi uccisa e di avermi tranquillizzata quando il fratello tendeva la pistola contro di me.
Per tale ragione, mi sembrò di intravedere un briciolo di bontà in quel ragazzo, che non lasciava trasparire con facilità, ma che io ero riuscita a vedere poiché non conoscevo la vera bontà, quella che viene esternata senza troppi problemi.
A parte la mia matrigna nessuno era stato davvero gentile con me, senza rivelarsi in realtà un essere abominevole come il mio patrigno.Così improvvisamente ne fui felice, perché forse non era tutto nero come lo dipingevo io, forse qualcosa di bello, si prospettava per me, in quella casa di criminali, ma da questo dovevo ben guardarmi, ma non mi sembravano persone poi tanto cattive.
Incredibile, ma vero,dopo i lunghi giorni di smarrimento di angoscia ossessiva che non sembrava volermi abbandonare, sembravo felice di essere in quella casa, anche se gli sguardi di Kyo non erano sempre rassicuranti, anzi era un ragazzo dai modi molto bruschi e primitivi.
Nella stanza entrò qualcuno,allora posai in fretta, il libro sullo scaffale dove era stato riposto prima che lo prendessi.
Era Kio con una bottiglia di vino e un bicchiere in mano, mi volse uno sguardo vago,senza neanche rivolgermi la parola, dopo si sedette su una sedia con le gambe aperte e poi poggiò sulla scrivania la bottiglia e il bicchiere.Riempì il bicchiere fino all'orlo e non perse tempo a berlo tutto in un sorso.
Io rimasi ferma a fissarlo,mentre lui si preparava velocemente a mandar giù dell'altro vino.
Aveva versato il vino nel bicchiere,sempre fino all'orlo e lo finì ancora una volta in un sorso solo.
Dal quarto bicchiere capì che era un ubriacone senza speranza.
Continuava a versare del' altro vino nel bicchiere quando io mi avvicinai a lui.
"Non credi di esagerare un po' troppo con l'alcool?!"gli dissi cercando di farlo smettere.
Lui continuò a versare senza porsi alcun problema, era come se io non avessi detto nulla.
"Ehy ma mi ascolti?!"gli dissi io infastidita dal suo comportamento.
"Fatti i cazzi tuoi!credo di averti avvertito abbastanza!"disse Kio con uno sguardo minaccioso che mi fece rabbrividire.
Notai che si stava già facendo sera, la stanza iniziava ad essere un po' fosca e Kio continuava a bere come se niente fosse.
"Ma allora continui sei proprio uno con la testa dura?!"non riuscivo a farmi gli affari miei, anche se lui me lo aveva detto chiaramente che era meglio non impicciarmi.
Non sapevo il motivo per cui mi interessasi tanto a Kio,e forse non c'era una ragione particolare forse perché non sopportavo la gente che dipendesse dall'alcool o dalla droga.
Ero ancora vicina a lui,e lui mi guardò in uno strano modo,quello sguardo era molto simile a quello del mio patrigno, allora mi allontanai dal ragazzo che si alzò dalla sedia scaraventandola a terra.
"Ma come siamo carine! Se ti preoccupi così tanto per me vuol dire che mi ami!su avanti vieni qui che ci divertiamo!"disse lui avvicinandosi a me barcollando.
Io tremavo,non riuscivo neanche a muovermi tanta era la paura.
"Tanto non hai altra scelta! Quindi fai la brava!". disse lui sorridendomi maliziosamente.
Mi strinse i polsi trascinandomi accanto al letto,cercai di liberarmi ma inutilmente continuando a tremare di paura.
Ero spaventata ma allo stesso tempo triste,ormai mi sentivo quasi un oggetto, sembrava che tutti volessero da me sempre la stessa cosa:VIOLENTARMI.
Dentro di me incominciavo a credere che fosse giusto, che la gente abusasse di me perché ero una buona a nulla, non potevo far altro che far eccitare gli uomini, anzi forse non ero neanche buona per quelle cose.
Dopotutto non ero neanche bella,i miei capelli neri sembravano quelli di una strega,i miei occhi a mandorla non avevano alcuna particolarità,il mio naso mostrava qualche imperfezione, infatti era più grande del dovuto, le mie gote rosee erano troppo grandi e il mio viso era fin troppo arrotondato ed il mio corpo era troppo enorme,quei 55 kg per me equivalevano a delle tonnellate.
A scuola non andavo benissimo e se ricevevo bei voti era solo perché il mio patrigno era una persona importante.
a volte mi capitava di scrivere alcune pagine di diario,una volta provai a scrivere un romanzo ma non piacque a nessuno,mi avevano detto che avevo molta fantasia ma che ero molto sintetica e che lo stile lasciava a desiderare.
E così non scrissi più nulla,solo qualche poesia che non facevo leggere a nessuno ma anche come poetessa non ero di certo il massimo.
Forse solo nella danza riuscivo davvero a dimostrare le mie capacità che mi sembravano ben poche,anche se mi sentivo grassa riuscivo a muovermi con grazia e in modo leggiadro da sembrare quasi una piuma.
Mi lasciavo trascinare delle sinfonie o da qualche lirica drammatica, che accompagnavano il movimento del mio corpo, ma era come se quella musica accompagnasse anche la mia vita che la osservavo scorrere, come uno spettatore, che attende con ansia il colpo di scena.
Non mi importavano i soliti sorrisi ipocriti dei professori che si complimentavano con me o che dolcemente mi spiegavano cosa avevo sbagliato nei compiti ed erano subito pronti a rispiegarmi tutto.
Quei sorrisi non mi rendevano felice perché erano dei sorrisi pieni di falsità e dire che una volta mi ero illusa che quei sorrisi e quelle gentilezze venissero dal loro buon animo,poi però scoprì la verità,un professore di matematica diverso da tutti gli altri finì per arrabbiarsi perché non studiavo mai la matematica visto che era una materia abbastanza difficile per me.
Mi rispiegò pazientemente la lezione un mucchio di volte anche dopo la scuola, ma io giunta a casa non riuscivo ad eseguire gli esercizi,la mia testa andava da tutt'altra parte e quando mi sforzavo di concentrarmi non riuscivo lo stesso a farli.
Ero proprio ottusa e così non feci mai gli esercizi di matematica,tanto che il professore dopo la scuola finì per arrabbiarsi dicendomi che non mi avrebbe rimandato nella sua materia solo perché il mio patrigno forniva un sacco di contributi alla scuola.
Così le mie insicurezze di adolescente presero il sopravvento, mentre un altro uomo oltre al mio patrigno avrebbe abusato di me.
Ero colpevole di ciò che mi accadeva! Forse era questa la risposta! Non sapevo più che pensare.
Mentre riflettevo su me stessa,Kio mi stringeva ancor di più i polsi sembrava volermeli spezzare.
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Dangerous love
Romance"Da quando lei non c'è più la mia vita è giunta ormai al termine.I suoi splendidi capelli castani, i suoi occhi color cioccolato e il suo viso così delicato che riuscivano a riempirmi di felicità non c' erano più.L'ultima volta che l'ho vista, il su...