KYO:
Camminai senza metà per dimenticare una certa ragazzina almeno per un momento, per quanto ci provassi ogni tentativo risultava vano, lei era sempre lì, nella mia testa pronta ad ossessionarmi.
Mi recai al cimitero per commemorare la mia amata e scacciare una volta per tutte quel pensiero che mi impediva di mantenere la mia promessa.
Comprai dei gigli bianchi da un anziano signore, lui mi rivolse un cordiale sorriso,ma io non ebbi la forza di ricambiarlo poichè ero di malumore, poi percorsi il lungo sentiero di ciottoli fino a quando non vidi la sua lapide, così di colpo mi fermai osservandola con angoscia, non avevo il coraggio di avvicinarmi, mi sentivo in colpa, per aver lasciato che il mio cuore battesse per qualcun'altra.
Mi guardai attorno:il cimitero era desolato come al solito e si udiva soltanto quell' assordante silenzio, che mi rendeva irrequieto più di ogni altra cosa, poi mi feci forza e mi avvicinai alla sua tomba.
Lessi ancora una volta il suo nome scolpito sulla grigia lapide sempre con la stessa agonizzante tristezza che mi lacerava il petto e poi mi parve ancora una volta di vederla, questa volta il suo viso godeva di un ottimo colorito e mi sorrideva calorosamente.
Volevo dirle che l' amavo che non potevo vivere senza di lei, ma non ci riuscivo, le parole non volevano uscirmi fuori dalla bocca e poi lei sparii lasciandomi un profondo vuoto dentro.
I gigli mi scivolarono dalle mani, li raccolsi posandoli sotto l' incisione del suo nome e incominciai a parlare con lei come se fosse ancora viva, però le parole ancora una volta mi morirono in gola, avrei voluto dirgli ti amo, ma non ci riuscivo.
Dopo un po' sentii una voce maschile :" Anche tu qui..."
Mi voltai di scatto, avevo già sentito quella voce apparteneva allo psicologo in cui ero andato giorni fa.
"Che ci fa lei qui?" gli chiesi perplesso.
" Ti aspettavo..." affermò con un mezzo sorriso allusivo.
"Me? Perché?" gli chiesi tra il sorpreso e il preoccupato.
"Non hai riflettuto su quel che ti ho detto...."
Lo osservai più da vicino, io quell' uomo l' avevo già incontrato e non nel suo studio, ma da qualche altra parte, in un contesto diverso e allora ricordai:
Io e Mayko davanti la porta di casa di Yari che suonavamo il campanello, poi lei ci accolse festosamente a casa sua tra abbracci e baci, poi giunti in cucina Yari mi presentò al padre, era un uomo cordiale e dalla battuta sempre pronta, faceva lo psicologo.
"Il padre di Yari" dissi mentre un brivido mi percorreva la schiena.
"Esattamente..." affermò lui con una strana calma dipinta sul volto.
Che cosa vuole da me?" affermai agitato.
"Cosa voglio! Tu hai ucciso mia figlia!" urlò colpendomi in pieno volto.
Poi mi misi ad urlare anch'io con disperazione "E lei ha fatto uccidere Mayko!"
Lui di colpo si rabbuio dicendo "Non era Mayko che dovevo far uccidere, quello è stato frutto di uno sfortunatissimo errore..."
"Che significa?" gli chiesi scosso con il cuore in gola.
"Io non avrei mai ucciso Mayko, era la figlia del mio migliore amico, non avrei mai potuto fare una cosa tanto cattiva... infatti il mio obbiettivo era tuo fratello! Gli avevo messo un fogliettino dentro la giacca avvertendolo dell' ora e del giorno in cui un assassino ti avrebbe ucciso...e quel fogliettino però non so come finii tra le mani di Mayko, e dire che era stato tutto progettato nei minimi particolari, persino quell'uomo con cui ti dovevi incontrare tu si era messo d' accordo con il serial killer che avevo incaricato"
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Dangerous love
Romantizm"Da quando lei non c'è più la mia vita è giunta ormai al termine.I suoi splendidi capelli castani, i suoi occhi color cioccolato e il suo viso così delicato che riuscivano a riempirmi di felicità non c' erano più.L'ultima volta che l'ho vista, il su...