capitolo 46.

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mi riprende la mano e ci mettiamo a correre verso l'entrata

entriamo e corriamo nel reparto di cardiologia

corriamo per i vari corridoi e intravediamo la nonna alla fine di un corridoio

le andiamo in contro

noto che fissa una stanza davanti a lei

lascio la mano a cameron e vado davanti al vetro della stanza

vedo la mia piccola li, dentro una culla, piena di tubi dentro alla pelle

la mia bambina

sento un vuoto incredibile dentro alla mia pancia

non riesco a piangere

fa male, davvero male

vedere mia figlia, li, su quella culla, piena di tubi, mi fa sentire male, come se nulla avesse più senso senza di lei.

cameron viene verso di me e mi stringe la mano, e l'altra la posa sul vetro della stanza

xx: "buongiorno, voi chi siete?"

ci giriamo e vediamo un dottore con una cartellina in mano

cam: "siamo i suoi genitori, cosa le è successo?"
dott: "la bambina ha un problema al cuore, vi ricordate quando stava nascendo che la madre ha avuto un problema e stava per morire"

mi ritornano i ricordi, il mio cuore aveva smesso di battere

cam: "si"
dott: "ecco, la bambina è nata con un problema e se non la operiamo il prima possibile alle valvole rischia di non farcela"

sento la mano di cameron che inizia a tremare

io: "come sarebbe a dire che rischia di non farcela?!" la mia voce esce strozzata

dott: "so cosa sta provando, mi dispiace moltissimo, ma non è così facile, abbiamo bisogno di un donatore di sangue, perché con l'operazione ne perderà moltissimo"

io: "lo dono io" dico veloce e senza rimorso

dott: "mi dispiace, ma nessuno di voi due è compatibile"

sentendo quelle parole mi viene una fitta allo stomaco, non ci posso credere. mia figlia potrebbe morire da un momento all'altro

mi giro verso di cameron e vedo che sta piangendo, scoppio a piangere anche io e lo abbraccio

stiamo fermi in questa posizione per diversi minuti, che sembrano ore

il tempo scorre e ogni minuti il senso del mondo svanisce sempre di più.

va verso le macchinette per prendere un caffè

mentre mescolo lo zucchero sento dietro di me la voce di cameron

cam: "alex, stai bene?"

mi giro e lo guardo tritto negli occhi

io: "no cameron, non sto bene, per niente"

viene verso di me e mi abbraccia, affondo la mia testa sul suo petto

cam: "piccola, stai tranquilla, troveremo un donatore e-"
io: "no cameron, non dire niente, non voglio false speranze, ti prego."

mi passa una mano sui capelli e li accarezza

cam: "va bene, ma stai tranquilla"
io: "cameron, ho bisogno di te. ora."

ho un bisogno disperato di lui, ho bisogno di sentirmi bene, ho bisogno di una distrazione

anche se in realtà, l'unica cosa che voglio è tenere la mia piccola in braccio

cam: "alex, siamo in ospedale"
io: "andiamo a casa, poi torniamo, ti prego, ne ho bisogno"

mi prende per mano e andiamo verso il parcheggio

arriviamo davanti alla macchina e vediamo dei medici correre cerso l'entrata dell'ospedale

un dottore urla agli altri

dott: "correte, stanza sei, dai, prima che sia troppo tardi"

i dottori aumentano la velocità

la stanza sei è quella di mariasole

sentiamo uno specie di allarme, credo delle macchinette del cuore

io: "cam...mariasole"

mi metto a correre dietro ai medici, cameron mi segue

corro per i corridoi e mi sembra di essere da sola, da sola in questo ospedale, da sola in questo mondo

arrivo davanti alla stanza e i medici cercano di rianimarla

cameron arriva e mi stringe la mano

cam: "siamo insieme piccola"
io: "ti amo cameron"
cam: "ti amo alessia"

fissiamo la stanza e un infermiera si mette davanti al vetro per impedirci di vedere

passano vari minuti e i dottori continuano ad urlare "libera" in continuazione

sto iniziando a perdere la speranza

ad un certo punto l'infermiera si toglie da davanti al vetro

sento il mio cuore sgretolarsi quando vedo un'infermiera che copre mia figlia con un telo bianco.

odio, sesso e amore   ||CAMERON DALLAS||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora