Capitolo 1

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Cristian

Una luce fastidiosa mi colpisce le palpebre che a fatica si muovono ma non ne vogliono sapere di aprirsi, è mattino, pomeriggio?
Sono ancora esausto, queste prove estenuanti mi stanno mettendo ko, tutte le sere stiamo ore e ore a suonare, Simone, il batterista del gruppo, sa essere un tale perfezionista e per giunta rompipalle.

Ci esibiremo come al solito al Metz sabato, ma questa volta pare che un manager importante verrà a vederci, dubito che la soffiata abbia un fondo di verità. Suoniamo da un sacco di tempo e se siamo rimasti per anni al solito locale di periferia, frequentato da gentaglia di quart'ordine un motivo ci sarà no?

Semplice, non siamo così forti, così spettacolari come Simone tenta di farci credere, per fortuna Michele, il chitarrista del gruppo, è dalla mia e ha i piedi ben piantati per terra, non sfonderemo mai ed è giusto così.
Qualche pezzo inedito e una decina di cover dei Linkin e dei Blink, ecco il nostro repertorio, cantare per me è libertà, è una valvola di sfogo ma non è sicuramente un lavoro.
Non incideremo mai un disco e non ne sono neanche così dispiaciuto, non me ne frega niente, soprattutto oggi che una bionda intrigante sta per entrare nella mia vita.

Marta.
E chi se la scorda? Sono più che sicuro che lei invece non si ricordi di me.

Cavoli, sono le 3 del pomeriggio, ma quanto ho dormito?
Sarò tornato alle 4 stanotte e adesso non ho neanche il tempo di mangiare un panino al volo, lei sarà lì per le 3 e mezza, è quello il suo orario, ed è così abitudinaria.
Sorrido desiderando di scombinare un po' la sua vita e soprattutto di scuoterla un po' fisicamente, come dico io.

Che macello questa casa, è un monolocale e sembra una discarica, non riesco a trovare l'ultimo paio di jeans pulito, eppure c'è n'era ancora uno. Dovrò decidermi a fare una lavatrice prima o poi, sono un disastro e dire che sono già due anni che vivo da solo, ma niente, non sono migliorato neanche un po'.

Il frigo è vuoto, bevo un po' di latte dal cartone, per fortuna non è scaduto, non mi resta che rovistare in dispensa, forse sono rimaste delle fette biscottate da sgranocchiare.

Driiin... chi è a quest'ora? Sono tentato nel non rispondere, devo vestirmi in fretta, sono ancora in boxer.
- Sì, chi è? -
- Sono Melania! - sbuffo, lei adesso non ci voleva proprio.
- Dolce o salato? -
- Eh? -
- Vabbè ho portato tutti e due, mi fai salire o no? -
Se non fosse che il mio stomaco borbotta l'avrei scaricata su due piedi ma sono un fottuto egoista e le apro la porta.

Arriva come un tornado e si lancia nell'abbracciarmi, non le sembra vero di trovarmi praticamente nudo alla porta.
Maledetta, ne approfitta per spalmarmi le mani sui miei glutei e qualcosa là sotto si muove.
- Beh potremo sempre mangiare dopo e dedicarci a qualcosa di più... -
- Non ci pensare neanche - mi divincolo e non m'importa se ci è rimasta male, oggi c'è solo una ragazza nella mia testa e a dire il vero da qualche settimana ormai, da quando l'ho ritrovata.
- Come sei simpatico! Posso sempre andare da Michele, lui non mi rifiuterebbe mica sai -

È vero, Michele è pazzo di Melania, dei suoi ridicoli capelli rosa e delle sue tette sempre in vista.
Ma lei stravede per me, maledetto il giorno in cui ho deciso di portarla in casa e scoparla fino all'alba, è stato un diversivo e una buona compagnia ma tutto lì, tutto finito ben 3 mesi fa, per me morto e sepolto, per lei evidentemente un po' meno.

Melania è la nostra fan numero 1, ci supporta e ci viene sempre a vedere al Metz, ascolta le nostre prove e ormai è parte di noi, per me un'amica e basta, di sicuro non una scopamica.

Riesco a divincolarmi dopo aver mangiato insieme a lei un pezzo di pizza e qualche pasticcino, sono riuscito anche a vestirmi in modo quasi decente, senza il chiodo e i pantaloni di pelle che ormai mi caratterizzano, niente cantante rock oggi, solo e semplicemente Cristian con la sua voglia matta di incontrare per caso una ragazza semplice come lo è Marta.

Piero mi saluta quando entro nel bar che per fortuna dista pochi metri da casa mia, si è preso qualche confidenza ultimamente, d'altronde mi vede quasi più di lei.
Inarca le sopracciglia quando mi siedo nel tavolino più appartato del locale, il suo posto.
Eh sì, oggi voglio stupirla, voglio farmi notare a tutti i costi, voglio incontrarla e... calma Cristian, lei non si ricorderà di te, calma e vedi come si mettono le cose prima di fantasticare.

Il tempo non è clemente, per niente, mentre sto sorseggiando un caffè bollente la vedo correre tra le pozzanghere, sta letteralmente diluviando.
I suoi amati ritratti tenuti come una reliquia sotto il braccio, bagnata, tutta completamente bagnata, dalla testa con quei meravigliosi capelli biondi ai piedi.
È così goffa ma allo stesso tempo così tremendamente sexy, la camicia mi fa intravedere il suo piccolo seno e non sono mai stato un grande fan delle tette piccole, come tutti gli uomini d'altronde, ma in lei è tutto così... eccitante.

Si fionda nel bar, il nervosismo prende piede dentro di me, tra poco mi noterà e... forse non sono pronto.

AMAMI se ci riesciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora