Capitolo 8

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Marta

'E domani passo a trovarti' quella frase mi sta facendo impazzire, inganno l'attesa truccandomi e struccandomi ad intermittenza, non voglio esagerare ma non voglio neanche avere il solito aspetto innocente e noioso, acqua e sapone.

Perché non aveva specificato l'orario? Troppo vago e... se non venisse del tutto. Figuriamoci con tutti i suoi impegni, la band e le fans urlanti.
Magari aveva già un appuntamento e il mio è arrivato in un secondo momento, se penso a quelle tre ochette con quei capelli assurdi, io...

Uffi, maledetto pessimismo, stanotte avrei dovuto riposarmi, invece non ho praticamene dormito e per poco non mi è preso un altro attacco d'ansia. Ringrazio le mie gocce provvidenziali omeopatiche, ne tengo sempre una boccetta di scorta in bagno, mi hanno permesso quantomeno di arrivare sana e salva a questa sera, la resa dei conti, verrà o non verrà?

L'idea di raccontare un fatto così privato, così intimo che mi ha letteralmente tagliato a metà l'esistenza e che mi ha rovinato gli anni più belli della mia giovinezza, mi destabilizza e non poco.
Riguarda l'unico amore della mia vita, la mia famiglia poi, che per me è da sempre così sacra e intoccabile.

Ma che mi preoccupo a fare? Tanto lui non verrà, Cristian e i suoi pettorali in bella vista, se solo ripenso al concerto, alla sua presenza scenica, ecco... vado a fuoco, d'altronde sono 5 lunghi anni che non batto chiodo e di conseguenza non ho più avuto rapporti sessuali con nessuno, mi sento quasi asessuata, mannaggia devo rimediare!

Il mio stomaco inizia a brontolare e sarà meglio mi decida a togliermi questo vestito elegante, vada per la mia solita tuta da casa, mi lego anche i capelli, lo so che ci ho messo una vita ad arricciarli per renderli un pochino più interessanti, solitamente sono dritti come degli spaghetti.
Ok vada per una pizza surgelata, col cavolo che mi metto a cucinare, non che io sia una cuoca provetta di solito ma me la cavo insomma, in questo momento però farei come minimo andare a fuoco la cucina.

Nel giro di 10 minuti ecco la mia pizza fumante e con un odore invitante sul mio piatto, cerco di divorarla in pochi bocconi ma dopo un paio di fette mi fermo, il mio stomaco è ancora provato dalle emozioni contrastanti delle ultime ore. Vada per un po' di alcol per rilassarmi un attimo, una birra fredda mi attende in frigo, l'ultima per la cronaca e non posso non scolarla fino all'ultima goccia.

Driiinnn, il campanello suona e poso subito la birra che avevo appena stappato, merda questo è lui, è Cristian.
Che faccio? Per prima cosa prendo la tovaglia con tutto quello che contiene e la deposito velocemente in dispensa, un rumore sordo attira la mia attenzione, spero di non aver rotto niente, me ne preoccuperò più tardi.
Poi... mi tuffo in camera per cambiarmi.

Eccomi ad indossare l'ultimo vestitino che ho provato, non mi convince molto ma è almeno il più sexy del mio armadio, è giusto un filino corto ma non ho più tempo per pensarci adesso.
Indosso le uniche scarpe col tacco che possiedo e niente, sono pronta per accogliere quel pezzo di gnocco.

Driiinnn, il campanello, ancora, in effetti non ho ancora aperto e sarebbe il colmo se decidesse di andarsene dopo tutti i miei sforzi per essere quanto meno presentabile ai suoi occhi.
- Sì? - accidenti, per poco non prendo una storta mentre afferro la cornetta del citofono.
- Sono Cristian, scusa il ritardo, posso salire? -
- Certo! - e me lo chiedi pure?

Mi appoggio allo stipite della porta più per reggermi che per darmi un contegno, sta salendo le scale e... mi sorride, rischio di sciogliermi e stramazzare al suolo.
È vestito in total black, ma dico io, si può essere così sexy con una semplice t-shirt e un jeans qualunque?

- Posso entrare o... ? - mi sposto, lo stavo fissando un po' troppo sfacciatamente credo, continua a sorridere ma in modo più malizioso adesso.
- Figurati, entra! - che figura, cerca di darti un tono Marta, non hai più 15 anni e sono passati un po' troppi anni dalle tue prime cotte adolescenziali.

- Stavi per uscire? - Cristian passa un veloce sguardo lungo il mio corpo, mi sento bruciare. In effetti non è propriamente un abbigliamento casalingo, cosa ti aspettavi? Ti portasse fuori a cena?
- Oh no, non volevo accogliere un ospite in tuta e ciabatte, te ne saresti andato e a gambe levate-

Cristian inizia a ridere e di gusto, ok era una battuta e per rompere il ghiaccio lo imito, sorridendo imbarazzata.
- Hai dimenticato questo - mi sfila l'elastico dai capelli e inizia ad accarezzarli.
- I miei capelli oro, ti avrei preferita in tuta, comunque. Adoro la tua semplicità -
Sgrano gli occhi e vado in iper ventilazione, è come se non mi avesse sfilato solo un semplice elastico per capelli ma... i miei indumenti più intimi.

Per fortuna Cristian abbassa lo sguardo e riesco a riprendermi un attimo, anche se il suo sguardo è un po' troppo in basso e un po' troppo focalizzato sulle mie...
Abbasso lo sguardo anch'io ed è quando Cristian si schiarisce la voce con un colpo di tosse che capisco di aver commesso un grave e imperdonabile errore.
Non ho il reggiseno!
Non che il mio seno abbia bisogno di un supporto per stare su, però... l'area interessata è completamente trasparente, ho messo il vestito al contrario!
Che disastro che sono.

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