Capitolo 28

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Marta

Finalmente stasera ci vediamo, anche se il posto non è dei più rassicuranti, al Metz, a parte Cristian vedrò quelle sotto specie di fan super tatuate e con le tette al vento che lo acclameranno a squarciagola. Non era così che ci dovevamo rivedere ma stavo per esplodere, ero un fascio di nervi quando ieri sera mi ha detto che avrebbe suonato al Metz e io gli ho promesso di rivederci lì.

Non lo vedo da più di una settimana, qualche messaggio sporadico e per giunta freddo come il ghiaccio, per ripagarmi di cosa?
Per avergli donato le mie chiavi di casa, per averlo messo a suo agio e per avergli fatto capire che casa mia era anche casa sua, per essermi aperta ancora di più nei suoi riguardi.

Brava Marta, complimenti e anche quest'anno il tapiro d'oro per la fidanzata dell'anno è tuo.
Boh, chi li capisce gli uomini, io no di sicuro, che poi abbiamo passato una vera e propria luna di miele a Roma, senza essere sposati ed io per avergli aperto le porte di casa mia che sarebbe diventata casa sua, cosa ho ricevuto in cambio? La sua indifferenza, il suo distacco.

Mi sta salendo la carogna mentre cerco di darmi una sistemata prima di avviarmi al Metz, col cavolo che mi metto in ghingheri per lui, jeans, maglietta, gloss trasparente sulle labbra e stop.
Non vado a fare una sfilata di moda e non me ne frega niente di quelle ragazzine con abiti succinti, mi vuole ancora? Se mi vuole mi prende con la mia semplicità e stasera non ce n'è per nessuno, lo guarderò negli occhi e dovrà sputare il rospo, pretenderò le mie chiavi indietro, tanto non le ha neanche usate.

Cerco di far stare tutto nelle tasche, portafoglio, cellulare e una banconota da venti euro per la consumazione obbligatoria, non ho neanche voglia di portarmi una borsetta, sto messa bene.

No, quel maledetto citofono, se è lui lo strozzo perché vuol proprio dire che le chiavi non le vuole usare, che poi sono le nove e il concerto sta per iniziare, come può essere da me?

È Fabry, non ci credo e che vuole adesso? Ce n'è anche per lui, non risparmio nessuno stasera.
- Ehi, stavi uscendo? - no guarda stavo girando per casa con gli stivali e la giacca addosso.
- Sì Fabry, sto andando da Cristian, suona stasera come praticamente tutti i venerdì -
- Oh - è l'unica cosa che dice.
- Dai entra, dalla faccia che hai non si preannuncia niente di buono. Ti dò al massimo venti minuti e poi devo correre al locale, l'ho promesso a Cristian -
La solita buona samaritana ma quand'è che inizierò a farmi furba invece di star sempre dietro ai drammi degli altri, scordando i miei?

- Grazie ho proprio bisogno di sfogarmi con qualcuno -
- Che cos'hai combinato Fabry? - lo faccio accomodare in cucina e vado verso il frigo, mi dovrebbero essere rimaste un paio di birre.
- Si tratta di Laura - con un gesto secco appoggio le birre sul tavolo e Fabry sussulta.
- Non è come credi, ho messo subito in chiaro le cose a Roma. Per me, ma anche per lei che era d'accordo con me, doveva trattarsi di una scopata e basta, invece... -
- Invece? - Dio lo sapevo che sarebbe andata a finire così, li ho notati gli sguardi che si scambiano questi due e quelli di Laura sono pieni di aspettativa, mannaggia.
- Invece... per me è finita lì, lei vorrebbe uscire qualche volta insieme ma ho paura che si stia facendo qualche film ed io... ho la testa da un'altra parte - in che senso?

Il mio cellulare squilla, è Cristian. Oddio che situazione di emme, se sapesse che sono ancora a casa per far compagnia a Fabry... - Vado a rispondere in bagno, aspettami qui, riprendiamo il discorso fra un attimo -
Corro in bagno e mi ci barrico dentro ma il cellulare ha smesso di suonare, per fortuna riprende subito dopo e a questo punto rispondo.
Se Cristian non avesse notato il mio nervosismo, ha sicuramente sentito la voce di Fabry che si è inventato la storia del film da vedere insieme, bene, ha anche riattaccato.
Sconsolata me ne torno in cucina, questa serata non andrà a finire bene, me lo sento.

No, può andare anche peggio perché Fabry non mi sta aspettando in cucina ma si avventa sul mio corpo, appena svolto l'angolo della sala.
Sono costretta a sbattere contro il muro dietro di me e Fabry mi accarezza le guance mentre mi fissa con uno sguardo assetato, voglioso, io lo definirei terrificante.
- Ma non lo capisci che a me è fregato sempre e solo di te?! Ti voglio Marta, adesso! - inizia a baciarmi il collo ed io non riesco a divincolarmi, sono pietrificata.
- Fabry che cazzo stai facendo?! - quasi urlo e per fortuna ho ritrovato la voce anche se ho la salivazione azzerata e non riconosco chi ho davanti.

- Solo una volta e poi saremo di nuovo come prima, amici e confidenti. Non sai da quanto tempo sogno questo momento, di baciarti e di entrarti dentro fino a farti svenire dal godimento. Solo una volta e poi mi toglierò questa maledetta ossessione che ho per te, lo giuro -

Una lacrima silenziosa scende dal mio occhio destro, ho paura, non so più chi sia Fabrizio. Inizia a massaggiarmi un seno con una mano e con l'altra mi sta sbottonando i jeans, no, non è possibile.
Cerco di mordergli una spalla per farmi spazio e poter scappare, ho paura che non si fermi, ho paura di lui.

- Oh ma come siamo selvagge, mi piacciono le tipe violente, non ti facevo così Marta - sgrano gli occhi quando Fabry mi obbliga ad aprire la bocca mordendomi il labbro inferiore, riesce così ad introdurre la sua lingua nella mia bocca e mi viene da vomitare, tra poco gli vomito in faccia, sono al limite.

Non riesco più a trattenermi ma all'improvviso il mio corpo è finalmente libero, Fabry si è spostato ma non perché è rinsavito, no, perché è appena entrato Cristian come una furia e non sono mai stata così contenta di avergli dato quelle benedette chiavi di casa.

Si avventa su Fabry che non riesce a schivare neanche uno dei pugni che gli sta assestando, la faccia di Fabry è tumefatta ma devo fare qualcosa, di questo passo lo ammazzerà - Basta Cristian, lo ucciderai! - cerco di prenderlo per un braccio ma si divincola malamente, facendomi finire per terra.

- Adesso denunciami! - gli assesta un ultimo calcio nel costato e Fabry rantola dal dolore.
- E tu? - io sono ancora a terra e Cristian mi guarda con un tale disprezzo - E tu stai lontana da me! - si gira e se ne va con poche falcate.
Ed io ancora terrorizzata non mi capacito di cosa sia appena successo, mi sento morta e sicuramente da domani non sarò più la stessa.

AMAMI se ci riesciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora