Capitolo 32

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Marta

Due settimane possono essere tante o veramente troppo poche, per dimenticare o anche solo per capirci qualcosa di quello che ne sarà di me.

Non metto piede all'atelier da dopo il disastro che ha combinato Fabry e dal dopo Cristian, sì è come aver elaborato un lutto.
Ho capito di aver fatto un buco nell'acqua con lui, troppe aspettative e purtroppo troppo cuore, lui non se l'è meritato o ancor meglio, lui non l'ha saputo preservare.

Ho capito che dovevo andare avanti, o meglio, ho capito che doveva tornare tutto come prima, io e io, niente uomini e niente complicazioni.
La castità è dura mi dico tutti i giorni, perché Cristian non era solo cuore e sentimenti, era un tornado che ha completamente stordito i miei ormoni e mi ha lasciata con delle aspettative tutt'altro che basse. Comunque, non è quello, non è la quotidianità, non è il sesso e non è il cuore a metà.

È tutta colpa di Cristian, intendo il pacchetto completo, la sua dolcezza, il suo esserci e non esserci mai abbastanza e tutto quello che mi ha dato e io ora non ho più. Sono ancora nella fase dell'accettazione del lutto, a chi la voglio dare a bere, io non riesco a fare a meno di lui.

Tutti i giorni ho una routine ben precisa, mi alzo, cerco di darmi una sistemata, rattoppando le super occhiaie con risultati deludenti e parto di casa alla volta del bar da Piero.
Lì riesco ancora a disegnare, a lavorare in completa tranquillità, Piero non mi chiede niente ma sa, so che sa di me e Cristian, che c'era un Marta e Cristian e ora non c'è più. Mi prepara la mia adorata cioccolata calda anche se l'estate è alle porte ormai, mi lancia qualche occhiata di troppo e poi torna a lavorare.

Laura mi ha detto più di una volta che in atelier Fabry non si era più presentato e quando ha cercato di ragguagliarmi sulla sua situazione di salute l'ho stoppata senza mezze misure, di lui non mi interessa più niente, è morto ormai.
Io lì non ci torno, non sono ancora pronta, Laura sembra capirmi e qualche volta prova a farmi sfogare e ragionare su Cristian ma anche in quel caso la faccio subito smettere, non sono affari suoi e il fatto che l'abbia chiamato per farlo ragionare, io per quello non l'ho ancora del tutto perdonata.

Tra l'altro, a proposito di Cristian e del mio avvertimento sullo stare lontano da me, l'ha preso alla lettera.
Dovrei esserne contenta? Forse no ma quanto meno soddisfatta, era quello che volevo.
Ora... a parte il fatto che sono più che convinta che mi segua, sia nei miei spostamenti, sia quando sono da Piero e anche quando sono a casa.

Sarò paranoica? Dovrei denunciarlo? Neanche per idea, il fatto che quando mi affaccio alla finestra che dà sulla strada, spesso e volentieri scorga un ragazzo, quasi un'ombra girare l'angolo oppure quando sono da Piero e alzo lo sguardo improvvisamente dal mio disegno e avverta la stessa situazione io... inizio ad esserne quasi felice.

Non mi ha più chiamata, non mi ha più scritto ma un giorno nella buca delle lettere mi sono magicamente ritrovata il mazzo di chiavi, ho avuto un tuffo al cuore e ammetto di aver pianto di nuovo, mi ero ripromessa di non farlo più, non per lui, invece...

Non c'erano solo quelle ma anche un messaggio semplice, di poche parole, scritto a mano, con la sua mano:
Non avevo il diritto di tenerle
Le ho usate un'unica volta e ingiustamente
Sono tue come lo sono io
C.

Ho pianto sì, ma per poco perché è subentrata ben presto la rabbia, perché io me la ricordo la felicità nel dargliele e la sua reticenza nell'accettarle. Era troppo presto, abbiamo saltato troppe tappe e forse è stato quel troppo a mettere la fine a tutto.
E poi me lo ricordo il vero motivo della chiusura del nostro rapporto, la mancanza, la totale sfiducia nei miei riguardi e mi faccio ancora del male da sola, se Laura non gli avesse spiegato un bel niente? Sarebbe persino andato con un'altra donna, che schifo.

Il telefono squilla nella mia borsa e mi odio, perché lo prendo in fretta, quasi lo faccio cadere come tutte le volte ormai, so chi vorrei che fosse, chi non vorrei che fosse. Come sempre lo porto all'orecchio sbuffando, sono già fortunata che non sia mamma ma è solo Laura.

- Ehi sei a casa? -
- Sono tornata da mezz'ora, sì -
- Bene! Hai tutto il tempo di farti una doccia, darti un contegno e tornare nel regno delle ragazze che si divertono ogni tanto -
- Perché dovrei farlo? Laura lo sai che non devi rompermi... -
- Stai zitta e per una volta fai come ti dico! Anzi... uffi volevo farti una sorpresa ma ancora mi dai pacco, è meglio che ti dia qualche anticipazione -
- Laura di cosa stai parlando?! -
- Di... Madrid, sei la solita paraculata, ci avrei messo la mano sul fuoco. Quando ho aperto la lettera oggi non avevo dubbi, figuriamoci se... - Laura continua a parlare, ma io sono rimasta a quella parola magica, Madrid. Hanno scelto me?!

- Non te la tirare troppo eh? Sì sei brava però... la mostra a Madrid, un mese, tutto pagato e accanto ai migliori! Io te lo dico e non accetto un no, vengo con te, punto -
- Ma... solo io? -
- Sì solo tu, almeno del nostro atelier. Mi spiace perdere un mese di lavoro ma ti seguo e non provare a dirmi di no! - sorrido e penso sia il primo vero sorriso da... insomma da quella sera.
Adesso poi che sono anche single, un mese via da qui, un mese per non pensare a...

- Passo a prenderti alle 9, corri a prepararti! - riaggancia, non mi dà neanche il tempo di rispondere. Eh sì stasera posso uscire, sono felice e lo ammetto, non fino in fondo ma così orgogliosa del mio lavoro e così speranzosa per il mio futuro, chissà cosa mi porterà questo viaggio?

Sono pronta, Laura strombazza dalla strada senza scendere a citofonarmi, scansafatiche, comunque io ero alla finestra e chissà nel buio di quell'angolo, in quel vicolo davanti a casa mia, cosa speravo di intravedere?

Un'ultima sbirciatina alla cassetta della posta, non che non avessi controllato almeno un altro paio di volte oggi... un bigliettino e non ho neanche il tempo di gustarmelo, per fortuna sono poche parole ma che mi destabilizzano, lo accartoccio nella tasca destra dei jeans e so già che la mia serata è bella che andata come la mia testa...

Domani sera al Magestic alle h. 20,30
Non è un appuntamento
Ho solo voglia di parlarti
Non riesco a stare lontano da te
Ti aspetterò ma capirò se non verrai
C.

AMAMI se ci riesciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora