Capitolo 13

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Cristian

Parcheggio un po' distante, Marta ha trattenuto la sua curiosità e in macchina è stata guardinga ma piuttosto silenziosa, effettivamente le avevo promesso di dirle dove l'avrei portata.

- Ma siamo in periferia e questo è un edificio abbandonato, che intenzioni hai Cristian? - A questo punto non riesce a trattenersi e nello scendere dalla macchina si blocca e si guarda in giro un po' preoccupata.
- Tranquilla, le mie intenzioni sono sempre buone nei tuoi riguardi e adesso dammi la mano, camminiamo un po'- sbuffa ma fa quello che le dico.

Sarei volentieri rimasto a casa sua, la doccia era stata più lunga del previsto e ci eravamo lavati a vicenda così scrupolosamente che oramai l'acqua era diventata fredda. Mi eccita questa ragazza, con le sue indecisioni e insicurezze, non fanno che avvicinarmi sempre di più a lei, non ho bisogno di rapporti duraturi e neppure seri ma fin quando mi farà questo effetto non le starò di certo alla larga.

La sento irrigidirsi e stringere forte la presa tra le mie dite, siamo arrivati e non mi resta che oltrepassare la porta d'entrata che i ragazzi lasciano spesso aperta. È il nostro covo, la nostra casa e nessuno ne è a conoscenza, possiamo cantare e urlare a squarciagola, bere e fumare in completa libertà.

- E noi saremmo qui per? - Marta aggrotta la fronte e inizia a diffondersi su per le scale il suono della batteria. Me la avvicino e le schiocco un bacio sulla bocca, è così buffa quando è pensierosa. Le riavvio una consistente ciocca di capelli dietro l'orecchio, ci tenevo tanto li lasciasse sciolti e lei mi ha accontentato.

- Per divertici, semplice. Ti faccio conoscere un pezzo della mia vita, il mio gruppo e le nostre prove quasi giornaliere. Se ti va sarai la nostra unica spettatrice - le faccio l'occhiolino mentre le dò una pacca sul sedere, non resistevo più, è così tondo e sodo, dopo i suoi capelli è la parte del suo corpo che adoro di più.
Sgrana gli occhi e le guance si colorano di rosso - Depravato! - sì certo, adesso fa la pudica, con tutto quello che abbiamo combinato stanotte e quello che non mi ha fatto.

Mi segue su per le scale, la musica è sempre più forte, i ragazzi stanno provando già da un po', sono il solito ritardatario e mi toccherà sentire la solita ramanzina da Simone, che palle.

La scena che mi si para davanti però non è delle migliori, Melly è seduta davanti al palco improvvisato con una gamba sopra un bracciolo della sedia a penzoloni, con tanto di gonna corta e calze auto reggenti, non ha nessun pudore questa ragazza ma... che ci fa qua?

Per fortuna Marta è dietro di me, un po' nascosta e non ha avuto la mia stessa visuale ma Melly si sta avvicinando pericolosamente e ho paura che voglia marcare il territorio.
- Ma eccoti! Era un mortorio senza di te, sali su e fammi vedere di cosa sei capace - mi attira a sé e non faccio in tempo a scostarmi quando mi bacia in bocca.
- Ma che fai? -
- Oh non ti lamentavi tanto fino a qualche giorno fa - mi accarezza maliziosamente il fianco destro e prosegue verso Marta - Piacere io sono Melania, la fan numero di questo gruppo scapestrato, nonché amica di Cristian e Michele -

Cerco di avvicinarmi a Marta per prenderla nuovamente per mano ma lei non me lo permette, sarà infastidita e come darle torto.
- Ciao, tu chi sei? - per fortuna Michele, il chitarrista del nostro gruppo, mi viene incontro e alleggerisce un po' la situazione.
- Marta - lo dice un po' incazzata ma riesce comunque a stringerli la mano, non mi guarda e questo non è un buon segno.

- Lui è Simone, il nostro batterista - cerco di avvicinarla al palco portandole una mano sulla schiena ed è rigida sotto il mio tocco.
Simone fa un cenno col capo e non si avvicina, il solito cafone.

- Un'altra amica di Cristian che bello! - che stronza Melly, non la sopporto proprio.
- Non hai niente da fare di meglio oggi?! Dobbiamo provare e Marta è l'unica che può restare a guardarci -
- Uffi ma chi te la tocca... calmati! Mi metto in un angolo, tranquillo -

- Allora?! Possiamo ricominciare... mi resta un'ora poi devo scappare, noi siamo dalle undici qua! - non so chi sia più stronzo tra Simone e Melly, bell'idea portare Marta nel mio mondo, conoscendola si starà facendo un casino di film mentali.

Marta si siede nella sedia davanti a me e non ho intenzione di toglierle gli occhi di dosso nemmeno un attimo, quell'arpia di Melly è seduta dietro di lei e si guarda in giro annoiata.
Partiamo con pezzi rock un po' più leggeri per scaldare la voce e anche per far sentire Marta un po' più a suo agio, gli altri mi seguono e non sembrano contrariati, per una volta.

Dopo mezz'ora la musica si fa più intensa e i pezzi più urlati, cerco di mantenere l'intonazione il più possibile ma non è facile ricordarsi le parole e seguire lo sguardo di Marta. Non è il suo genere ma sembra interessata e se spesso sfugge i miei occhi è solo per l'intensità con cui la guardo, la spoglio con gli occhi e la vorrei baciare e ribaciare fino a farle sanguinare quelle labbra tentatrici.

Ad un certo punto Melly si avvicina da dietro al suo orecchio e sembra sussurrarle qualcosa, dapprima Marta si incupisce e poi sbianca.
Che cosa le starà dicendo?

Adesso Marta mi guarda intensamente e non accenna ad abbassare lo sguardo, gli occhi sono lucidi e mi sembra delusione quella che intravedo in questo momento.
Sono io ad abbassare lo sguardo preoccupato, se solo non ci fosse mai stato niente con Melly, se solo stesse semplicemente con Michele e mi lasciasse finalmente in pace.
Marta è qualcosa di nuovo, di bello ma è anche così fragile e così semplice da rovinare.

AMAMI se ci riesciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora