Capitolo 36

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Marta

Sento una leggera brezza mattutina colpirmi lungo la schiena, c'è una luce accecante che filtra dalle finestre e a malapena riesco ad aprire l'occhio destro.
Dovrei fare uno sforzo e portarmi il lenzuolo in alto, fino a coprirmi le spalle, ma chi ne ha le forze?
Strapazzata, ecco come mi sento per non dire un rottame, addio giovinezza, non ho più l'età per fare salti e acrobazie a letto.

Giro la faccia verso sinistra e... lui è lì, bello come il sole, un leggero velo di barba a indurire i suoi lineamenti a dir poco notevoli, i capelli scompigliati e leggermente più lunghi del solito e... i suoi occhioni verdi, i suoi smeraldi, aperti, su di me.
- Buongiorno -
- Da quanto sei sveglio? -
- Da un bel po', mi dispiaceva svegliarti, pensavo fossi... stanca - un sorriso malizioso quasi perverso spunta sulle sue labbra e la sua mano sinistra inizia a massaggiarmi la schiena, scendendo in basso, molto in basso.

Non mi sfugge il grosso succhiotto proprio al centro della clavicola, alla destra del suo collo, quella è opera mia, adesso inizio a ricordare qualche dettaglio in più e inizio a vergognarmi. Mi porto il viso sotto il cuscino, ma cosa mi è preso stanotte, volevo forse mangiarlo?

- Eh no mia cara, non ti puoi nascondere, non te lo permetterò - mi afferra con tutte e due le mani e con un po' di slancio mi fa mettere di fronte a lui, avvinghiando le sue gambe alle mie, ma come fa ad essere così aitante, dovrebbe essere stanco anche lui, no?

I nostri sguardi sono l'uno nell'altro e ci osserviamo e basta, Cristian inizia ad accarezzarmi la guancia con le nocche della sua mano, può esserci qualcosa di più dolce?
Sì, ci può essere un bacio, il suo bacio, dopo avermi massaggiato il labbro inferiore con la punta delle sue dita, ancora gonfio dai morsi e dai tira e molla di stanotte.

Non riesco neanche a chiudere gli occhi e a godermi la sua lingua giocare con la mia, ho paura di svegliarmi e di rivivere l'ennesimo sogno ad occhi aperti, Cristian tiene anche lui gli occhi aperti, forse sta pensando la stessa cosa, forse anche lui non ci riesce ancora a credere.

Quando si allontana porta le mani sotto il cuscino e già mi manca quel suo tocco afrodisiaco, non ne avrei mai abbastanza.
- Tutto a posto? - mi chiede guardandomi, quasi con apprensione.
Annuisco con la testa, sono veramente in estasi.
- Sai... i nostri corpi hanno reagito ai nostri istinti primari, c' è sempre stata una sana e innegabile intesa sessuale tra di noi ma... il cuore, quello è ancora così debole che... - non lo faccio finire, lo zittisco portando il mio indice sulle sue labbra e con una mano prendo la sua per portarla sul mio cuore.

Deve sentirlo, non c'è niente da dire, lo so che mettere una mano sulla mia tetta sinistra potrebbe essere equivocabile ma la premo fino in fondo e il mio cuore batte all'impazzata, altro che debole, questo è l'effetto che mi fa Cristian, sempre, nella gioia e nel dolore, il mio cuore batte solo per lui.

Cristian mi regala il sorriso più entusiasta che abbia mai visto, riesco a vedere tutti i suoi bellissimi denti e gli occhi lo accompagnano, se possibile sono ancora più lucenti e più belli del solito.
- Marta se non levo subito la mano dal tuo seno potrei ricominciare tutto da capo e... forse dobbiamo parlare un po' adesso -

Eh sì, prima il dovere poi il piacere, perché di sicuro non uscirò di qui senza aver ancora approfittato del suo corpo, da quando sono diventata così audace?
- Io... avrei ricominciato con una certa calma, non dico che avremmo dovuto riniziare tutto da capo come perfetti sconosciuti ma... nemmeno saltarci addosso e fare sesso sfrenato tutta la notte, mi hai spiazzato, ecco... - è Cristian ad aprire il vaso di Pandora.

Sospiro quasi sconfitta perché è tutta colpa mia, la verità è che con Cristian abbasso tutte le mie difese e mi riscopro ad essere una ragazzina di quindici anni con gli ormoni a palla, lo voglio sempre e comunque, nonostante tutto quello che mi ha fatto, i malintesi ecc.
- Cristian mi assumo tutte le mie colpe, tu non c'entri niente, anzi c'entri eccome. Non posso neanche dare la colpa alla sangria perché ti desideravo dal momento in cui mi hai detto che mi avresti raggiunta qua a Madrid. E forse anche prima... il punto è che... mi hai fatto male, tanto male ma stare lontano da te è ancora più doloroso e non posso più permettermelo. Sei dentro ogni fibra del mio corpo e come hai sentito prima, il mio cuore fa scintille quando sei vicino a me. Ti rivoglio indietro con tutti i guai che mi puoi arrecare o che io porterò a te, fine della storia -

Cristian ne approfitta per salire sopra di me per appoggiarsi con i gomiti ai lati della mia testa in modo da non pesare sul mio corpo ma per avere gli occhi sui miei, a così pochi centimetri che i nostri nasi si possono sfiorare.
- Marta... voglio andare a vivere con te, una casa nuova, tutta nostra. Non avrebbe senso andare a convivere a casa tua o a casa mia, troppi brutti ricordi, c'è un passato ingombrante da dimenticare -

Strabuzzo gli occhi, questo non me l'aspettavo proprio - Una casa nuova, con un mutuo certo, lo so che non abbiamo molto da parte.
Marta voglio viverti tutti i giorni, quando torno a casa dalle prove e quando tu torni a casa dall'atelier. Voglio avere una stanza insonorizzata per cantare, tu sarai la mia unica spettatrice e tu... potresti avere una stanza dove trovare la pace giusta per disegnare senza andare tutti i giorni da Piero. Che ne dici? -
- Ehi frena... non stai correndo troppo? Potremmo trovare un appartamento piccolo per cominciare, in affitto, non sappiamo cosa vuol dire convivere e... sarebbe già un bel passo da intraprendere - rispondo sorridendo.

Cristian mi bacia e annulla qualunque distanza tra di noi, il suo peso è sopra di me ma non mi dà fastidio, è così caldo e posso sentire il suo cuore, sta scoppiando dalla gioia, proprio come il mio.
- Non devi andare alla mostra oggi, vero? - scuoto la testa pregustando quello che sta per succedere.
- Magari scrivo solo a Laura che sono ancora viva -
- Magari lo fai dopo -
Cristian si muove languidamente su di me e senza alcuno sforzo siamo di nuovo avvinghiati con i nostri corpi ancora uno nell'altro in quello che ormai è innegabile, siamo un'unità unica e indistinguibile.

AMAMI se ci riesciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora