Cristian
Il Magestic mi sembrava un'ottima idea, un ristorante carino senza troppe pretese in centro, una vasta scelta di piatti prelibati, volendo anche una semplice pizza, giovanile direi. Mi guardo in giro e c'è qualche compleanno in corso, una comitiva di ragazzi in fondo alla sala fa un po' di cagnara e la musica in sottofondo dà un tocco di modernità e di leggerezza al posto.
Avrò sbagliato un'altra volta? Sono le 9 passate e di Marta neanche l'ombra, non che mi aspettassi un suo messaggio ma il silenzio assoluto no, quello non me l'aspettavo.
Il cameriere è passato un paio di volte ed ho sempre rimandato l'ordinazione, ormai mi guarda di sottecchi da lontano e sembra aver capito tutto, qualcuna mi ha dato buca e non vuole infierire.Ad un certo punto però la intravedo all'ingresso mentre probabilmente sta chiedendo informazioni sul nostro tavolo, è arrivata, è Marta e ancora non ci posso credere.
- Scusa il ritardo, sono venuta con il pullman. La mia macchina ha fatto i capricci stasera e non voleva saperne di partire - è trafelata, impacciata, maledettamente bella perché è proprio lei, la mia Marta.
- Figurati, non avrei iniziato senza di te e... siediti prenditi il tuo tempo, sei mai stata qui? - Mi risiedo anch'io perché avrei voluto abbracciarla nel salutarla ma impacciato più di lei ho desistito, non sarebbe stato il caso.- Veramente ne ho sentito parlare ma... no, non ci sono mai stata - prende il menù appoggiato alla destra del suo piatto e nel gesto di prendere quello sotto il suo per ordinare ci sfioriamo le dita ed è un tocco che ci infiamma all'unisono, scattiamo come molle e tutti e due ci nascondiamo nella lettura del menù, completamente frastornati. Quanta elettricità e quanta chimica c'erano in quel gesto? Siamo sempre noi e riscoprirlo a distanza di giorni e dopo tutto quello che ci è passato addosso mi fa ben sperare.
- Quindi questo sarebbe il nostro primo appuntamento? - la osservo spaesato perché ci ho pensato anch'io, siamo stati insieme per pochi mesi che sono stati così intensi e così pieni di noi da aver bruciato tutte le tappe in un colpo solo e aver mancato il nostro primo e vero appuntamento insieme, siamo sulla stessa lunghezza d'onda, un'altra volta.
- Direi di sì ed è assurdo, però... è così e... tu sei venuta - non posso fare a meno di sorridere in modo sincero perché sono felice come una Pasqua in questo momento. Marta strabuzza un po' gli occhi e poi torna a concentrarsi sul menù.
Ordiniamo e aspettiamo le nostre portate in un silenzio che sa di mille parole e purtroppo mille recriminazioni, la guardo ma il suo sguardo fa di tutto per non incontrare il mio, è ancora così ferita e mi fa star male vederla così, per causa mia.
- Come stai? - le prendo la mano, ho bisogno di sentirla, di accarezzarla.
- Come vuoi che stia - si ritrae subito, sulla difensiva.
- Speravo un po' meglio, hai ripreso a lavorare?-Sorride sarcastica - Ho ripreso a disegnare ma non all'atelier e tu dovresti saperlo bene... dove- questa volta mi guarda dritta negli occhi e penso di essere stato beccato in flagrante, la seguo da giorni ormai e so in effetti i suoi spostamenti, so che disegna al bar da Piero ma non pensavo si fosse accorta del mio stalckeraggio. Abbasso lo sguardo, in profondo difetto, ma lo rifarei mille volte e anche domani, pur di avere ancora un pezzo di lei e della sua vita.
Il cameriere interrompe il nostro disagio, il mio in primis, ma anche Marta è tornata in un sinistro silenzio e adesso che inizieremo a mangiare sarà pure peggio. Per fortuna il cibo è di suo gradimento, divora i suoi spaghetti alle vongole in poche forchettate mentre il mio stomaco è chiuso da giorni ormai e gioco con il mio risotto al radicchio senza mangiarne nemmeno una forchettata.
- E tu? Che mi racconti invece? - cosa gli racconto? Che sono un fantasma che cammina ultimamente, che non posso più stare senza di lei e che la rivoglio indietro.
- Va... non ho più cantato ultimamente e... sto pensando di prendermi una pausa dal gruppo - veramente sono gli altri che mi stanno escludendo volutamente, ho fatto una marea di cazzate ultimamente e sono troppo inaffidabile.
- Per fare che? - la guardo dritta negli occhi e la vedo sussultare un attimo, forse sa cosa sto per risponderle e forse non vuole sentirselo dire.- Per riconquistarti o forse per ricominciare tutto da capo, sono stato un coglione Marta ma non posso fare a meno di te, dammi un'altra possibilità- quasi finisco in un sussurro e la vedo la lotta nei suoi occhi, mi rivuole e forse mi ama ancora anche se esplicitamente non me l'ha mai detto.
- Ti devo dire una cosa - la guardo con curiosità e un'estrema paura allo stesso tempo e mi ricordo che anch'io ho una cosa importante da dirle - Anch'io Marta... ho una cosa importante da dirti -
- Comincia tu - si porta il bicchiere alle labbra e beve qualche sorso di acqua, mi ha dato la possibilità di parlare per primo ma io me la sto facendo letteralmente sotto perché quello che sto per dirle so non le piacerà per niente, anzi peggiorerà ancora di più le cose.- Ecco... la mia è una confessione veramente, un'amara confessione ma... necessaria. Io... voglio iniziare tutto da capo con te e come prima cosa voglio essere onesto - faccio una pausa e faccio un lungo respiro, ho tutta la sua attenzione.
- Quella sera, quella maledetta sera, per me era tutto finito, tu mi stavi tradendo con il tuo migliore amico, ai miei occhi era così, quello ho visto quando sono entrato in casa tua, corpi avvinghiati e un bacio appassionato... -
- Ancora? Sei ancora fermo a quello?! -
- No, fammi finire... Laura mi ha poi chiarito tutto ma io ero accecato dalla rabbia e dalla gelosia e quella stessa sera sono tornato al Metz per ubriacarmi e... per un pelo non sono finito a letto con una bionda... ecco te l'ho detto, lo so che mi odierai più di prima ma avevo mal interpretato la situazione e in quel momento non ero in me -Marta si porta le mani sulla testa e inizia ad ondeggiarla a destra e a sinistra - Sei un disastro, un totale disastro di uomo... e io che avevo una mezza intenzione di darti un'altra possibilità - mi alzo e non le dò il tempo di fuggire via perché lo so che sarebbe stata la sua prossima mossa, sposto la sedia vicino alla sua e le porto un braccio sulle sue spalle - Marta niente più segreti fra noi, mi pento di quello che ho fatto e di quello che ho quasi fatto ma... sono qui con te perché è solo te che voglio e nessun'altra, ti amo, quando lo capirai? -
Cerca di divincolarsi ma non scappa, il suo sguardo si fa più intenso e quasi dispiaciuto
- Anch'io devo dirti una cosa, ricordi? Sto per partire, andrò un mese a Madrid dove mi hanno selezionata per una mostra importantissima, un evento imperdibile e... che ne sarebbe di noi? È forse meglio lasciare le cose come stanno e riparlarne se sarà ancora il caso al mio ritorno -Il suo sguardo ormai è lontano e si inizia a preparare per uscire, un mese lontani, io che volevo ricominciare e lei che se ne andrà via, mi costringo ad alzarmi per andare a pagare e finire questa serata che era così piena di intenti e che è invece diventata un'altra occasione per allontanarci.
- Ti accompagno io -
- No non ce n'è bisogno, c'è un pullman alle 23 da piazza... -
- Ti ho detto che ti accompagno io - mi deve fare incazzare anche stasera!
Trasalisce per un attimo e poi riconosce la mia determinazione e ci incamminiamo verso la mia macchina che si trova dall'altra parte della strada.La abbraccio, all'improvviso, mentre stava per salire in macchina, la abbraccio perché ne ho un fottuto bisogno e lei non si ritrae, neanche quando la stringo così forte da sentire il suo respiro affannato solleticarmi l'orecchio sinistro. Non so quanto tempo sia passato e se qualcuno ci stia osservando ma porto le labbra al suo orecchio sinistro e le sussurro - Non importa quanto tempo starai via, non mi tagliare fuori dalla tua vita, ok? -
La sento annuire con il viso e forse una lacrima sta scendendo sulla sua guancia - Non lo sopporterei Marta, non mi chiamare quando sarai là e non mi scrivere, non mi importa, ma portami sempre nel tuo cuore, io farò lo stesso-
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AMAMI se ci riesci
ChickLit(COMPLETA) Marta e Cristian si incontrano quasi per caso in una caffetteria, dove Marta si rifugia spesso per trovare la giusta ispirazione nel disegnare i suoi amati ritratti. Quasi, sì, perché Cristian è da un po' che la osserva da lontano e non è...