«In fretta, togliamoci questi vestiti inutili. Sto morendo dalla voglia di vederti nuda.»
«Mmh... Non mi entrano più le camicette, sono passata definitivamente ad una nuova taglia di reggiseno. Vuoi controllare?»
Eric mi sfilò il maglioncino, tastò furiosamente. Vedevo chiaramente la sua erezione, anche mentre mi baciava il collo come se fosse stato mandato dal diavolo per infuocarmi tutta.
«Se è un parere critico che vuoi... Sono una visione.»
Mi slacciò il reggiseno e mi baciò i seni, poi succhiò i capezzoli con vigore. Che Dio mi aiuti a non venire qui e ora.
Eric mi sollevò dalle gambe e corse affannosamente su per le scale, spalancò la porta della mia camera da letto e mi tuffò sulle lenzuola spiegazzate.
Palpò a dovere il mio sedere pieno e rotondeggiante, succhiò avidamente i miei capezzoli, mi tastò ovunque. Poi presi in mano la situazione, lo catapultai sotto di me e lo tediai con lentezza, strusciandomi su di lui. Ormai, stava smaniando per l'eccitazione.
Mi giostrò agilmente per mettersi dietro di me, piegata a novanta gradi. Ed ecco l'imperioso ingresso del suo membro, via alle danze. Irruento, Eric mi sbatté i fianchi contro il sedere e penetrò sempre più in profondità, a velocità crescente. Mi premette i glutei lievemente un paio di volte, aumentò ancora il ritmo e mi fece urlare di piacere.
Sfinito, si lasciò cadere sul letto, accanto a me.
«Hai un corpo che è la fine del mondo, Chloe. Due tette grandi così, un culo che è poesia, le gambe belle massicce ed equilibrate... Santa Madonna, perdonami per le perversioni, ma ti farei di tutto, Chloe. Di tutto. Non riesco a smettere di pensarci.»
Soddisfatta e gratificata, gli rivolsi un sorriso eloquente.
Lui mi accarezzò il viso, dolce nello sguardo e anche nel tocco, così diverso da poco prima.
«Ti amo.» mormorò.
«Ti amo anch'io.» sussurrai in risposta.
Poi mi abbracciò, mi coccolò e mi raccontò un'altra delle storie di sua nonna, una donna anziana e molto saggia che aveva sofferto moltissimo per via della dispersione del marito durante la Seconda Guerra Mondiale. Non le avevano mai restituito il cadavere, dovette piangere una terra che non nascondeva anime.
«Devi già andare?» piagnucolai come una bambina, quando Eric palesò la sua intenzione di lasciare casa mia in pieno pomeriggio. «Mia madre non rientrerà ancora per due ore buone.»
«Amore mio, ho quindici minuti al massimo per uscire da qui.» mi rispose lui, sofferente.
«Prima o poi mi parlerai di questo tuo impegno nascosto?» lo supplicai.
Lui annuì, poi mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio con fare affettuoso. «Non oggi, ma prometto che te ne parlerò.»
Sospirai, affranta, poi decisi di fargli un regalo.
«Vieni qui. Hai ancora dieci minuti da potermi dedicare.» sorrisi, maliziosa.
«Chloe...»
«Non è quello che pensi. Cioè, non proprio...» continuai.
Lo attirai a me e gli lasciai un lungo bacio sulle labbra, e poi una scìa giù per il collo, la clavicola, il petto ampio e l'addome, evitando il piccolo assembramento di peluria. Per fortuna, sotto la cinta aveva pensato di concedermi la grazia dello sfoltimento.
Approdata all'area di mio interesse, assunsi l'espressione più peccaminosa che mi riuscì e mi mordicchiai il labbro inferiore. Lenta ed inesorabile, succhiai con dedizione, gli incollai la lingua intorno, immaginai che fosse un cucchiaio di dolce miele ed emisi finti gemiti di piacere. Eric cercò di spingermelo sempre più in fondo, mi afferrò i capelli, piacere autentico nacque dai meandri della sua gola. Così, seguitai più rapida e rumorosa, terminando con un impeccabile ingoio senza rigurgiti.
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Dramatic
Teen FictionIntricata come un gomitolo di lana. Così è l'anima di Chloe, abbandonata da un padre che non ha mai visto, per ragioni che non ha mai conosciuto. Così è la vita di Eric, che non frequenta lezioni, ma potrebbe insegnare come tenere dei segreti. Così...