34 - Luxury

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Mrs Hammond acquistò l'abito di Chanel del colore e della taglia che le avevo indicato io e tentò di comprarmi con qualsiasi cosa fosse presente nel negozio. Non contrattai la verità con nessun articolo, per quanto sgargiante, raffinato o prezioso fosse. Ero stata tentata da una camicia di seta color glicine... Ma resistetti, per amore della mia stessa vita.

«Ascoltami, piccina, non tocca a me raccontarti la verità. Tua nonna ti vuole bene e ti proteggerà e, quando sarà il momento giusto, ti dirà tutto quello che devi sapere.» sospirò la signora.

«Secondo lei, non c'è niente che io debba sapere più di quel che so ora. Non ha neanche ammesso con precisione di aver costretto mio padre ad allontanarsi da me e mia madre. Cosa posso aspettarmi da una donna che mi ha sottratto un padre?» replicai, ferita.

La signora mi guardò con dispiacere.

«Era proprio un bell'uomo, tuo padre, per quel che ricordo. Tua nonna, naturalmente, non si è mai sporcata le mani... Ha costretto mio marito a farlo, altrimenti ci avrebbe messi nei guai con la finanza, e solo la mia anima sa quanto era tormentato Richard prima di mettersi all'opera.»

«Ha sopportato tanto da sola, Mrs Hammond.» annui, empatica.

Lei rischiò di scoppiare a piangere ancora.

«Sì, sì, sono sempre stata da sola, sì. I miei genitori avevano scelto Richard per me, perché sembrava il partito migliore, ma non mi sono mai sentita così abbandonata a me stessa da quando mi sono lasciata mettere la fede al dito.» confermò «Richard ha sempre questo lavoro e quell'altro da sbrigare, per mantenere ben sotterrate tutte le malefatte che ha commesso dall'inizio della carriera. Non appena comincio a raccontargli qualcosa di me che non sia la biancheria che indosso, sbuffa e si lamenta di avere già una marea di problemi di suo, che io non capirei e che non vale la pena condividere con me. Dice di proteggermi, tenendomi all'oscuro di segreti che, se conoscessi, mi condannerebbero al carcere per il resto della vita, esattamente come dovrebbe capitare a lui. Peccato che a me non piaccia stare buona e zitta e io abbia accesso a tutti i dati che lui cerca di nascondermi.»

Continuammo a camminare, disinteressate alle vetrine luccicanti dei negozi di alta moda. La gente per strada si precipitava da una parte all'altra, entrava ed usciva rapidamente da questo o quell'altro punto vendita, andava a sbattere con altri velocisti delle compere rischiando di sparpagliare per terra costosi cappotti e preziosi gioielli. Soltanto alcune signore anziane, piuttosto temerarie ammisi, passeggiavano quiete, riempiendo gli spazi con chiacchiere più o meno veritiere. Si interrompevano soltanto per tirare via i loro cagnolini dalle scarpe dei signori e le braccia dei bambini.

«Giusto questa notte è figurato un corposo bonifico sul nostro conto. Tua nonna deve avergli commissionato qualcosa di pericoloso, ma non sono ancora riuscita a scoprire che cosa, piccina.» mi informò Mrs Hammond.

«La ringrazio ugualmente. Di quello che è capitato ai tempi in cui era attesa la mia nascita, sa qualcosa?» domandai.

Il suo cenno d'assenso mi rallegrò.

«Tua nonna ha provato ad offrire a tuo padre un patrimonio per ricostruirsi una vita altrove, ma lui non si è lasciato comprare. Voleva restare con la famiglia che stava creando. Purtroppo, non aveva avuto modo di conoscere a fondo il nemico, una donna dagli appigli impensabili. Tramite i libretti di contatti di tuo nonno e grazie all'intercessione di mio marito, riuscì a suggerire ai superiori di tuo padre che lui fosse l'uomo perfetto per le trasferte lunghe e lontane, guadagnando così tempo per pensare ad una soluzione definitiva e la fiducia dell'FBI. Chi collabora è meno sospetto, giusto?» cominciò a raccontare.

Avvertii un brivido lungo la schiena quando appresi quanto oltre si era spinta mia nonna per levare di mezzo mio padre. Mi chiesi se non ci fosse, di mezzo, una questione personale. Non era il tipo di persona che si sprecava così tanto per qualcuno che andava semplicemente contro la propria approvazione e i principi in cui credeva.

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