Peter faticò a godersi la festa perché si sentiva responsabile verso chiunque, perciò mi rallegrò vederlo genuinamente contento nell'aprire i regali ricevuti. Alcuni erano totalmente insulsi o privi di senso, altri piuttosto carini ed inaspettati. Il nostro gli piacque talmente tanto che, per qualche istante, rimase in silenzio e trattenne le lacrime. Era abituato a fare tanto per gli altri, pensare a come trovare soluzioni che semplificassero loro la vita, impegnarsi per il bene collettivo... Dimenticandosi, così, che ogni tanto c'era qualcuno disposto a fermarsi e ricambiare con altrettanta dedizione. Ringraziò tutti quanti e distribuì a ciascuno una fetta di torta alla panna e cioccolato.
Mi voltai casualmente a guardare Elizabeth, che aveva cominciato a mangiare la torta. Espirò e prese tra le mani un po' di torta, per poi spiaccicarla con cattiveria in faccia ad Austin McHill, che stava dietro di lei.
Thomas, poco distante, aggrottò la fronte e chiese cosa stesse succedendo.
«Succede che questo porco non ha neanche la dignità di tenersi le proprie fantasie sporche per sé. Crede che io non l'abbia sentito.» si sfogò Elizabeth, tagliente.
«Tutto questo putiferio per un commentino... Sei solo una figa di legno che non accetta le critiche.» ridacchiò Austin, visibilmente brillo.
Quando Elizabeth fece per andarsene, però, le tirò dietro la fetta di torta dell'amico, che rimase con la forchetta di plastica a mezz'aria e la bocca aperta.
Scoppiò a ridere nel vedere che i suoi capelli biondi erano impregnati di panna e cioccolato, lei immobile come una statua.
Si voltò con infinita lentezza, come per annunciare una vendetta spietata. Non dubitai che ne fosse capace.
«Thomas... Sai cosa ha detto, fra le altre cose, questo pezzente ubriaco? Che tu non hai le palle di portarmi a letto e non saresti capace di dire dove siano, dal momento che non le hai.» fece, guardando Austin negli occhi – Sembra che non gli vada giù il tuo titolo di capitano... Si crede più virile di te.»
Ammirai la maestria di quella tattica, che portò Thomas ad aggredire Austin con un gancio destro impeccabile. L'equilibrio precario di quest'ultimo sparì del tutto e lo costrinse a capitolare per terra. Aveva smesso di ridere.
Cominciarono a darsele, con Thomas in netto vantaggio, finché Steve non decise di intervenire e trattenere il capitano dal far sanguinare ulteriormente il compagno di squadra. Peter, d'altronde, si occupò di soccorrere Austin, affidandolo poi agli altri amici.
«Brava, Elizabeth. Complimenti per aver vinto senza sporcarti le mani.» affrontò la mia amica.
Lei sollevò le sopracciglia.
«Non ho colpe nei confronti di chi non sa esercitare un po' di sano autocontrollo.» si difese.
«Zero scrupoli a minarlo, però.» osservò Peter.
«Lui ha cercato di sminuire la mia dignità. Non si meritava di certo pietà.»
Il festeggiato sbuffò un mezzo sorriso.
«Hai usato Thomas per rimettere a posto Austin, non ti sembra un tantino esagerato?»
«Thomas ce l'aveva con Austin per via della sua preziosa sorellina. Io sono stata solo una scusa buona per spaccargli la faccia. E sì, faceva particolarmente comodo anche a me, poco fa.» ribatté Elizabeth.
La discussione cadde e io mi assicurai che stessero tutti bene, Austin compreso, altrimenti si sarebbero rischiate le vie legali.
Elizabeth si avvicinò a me con un bicchiere per fare il brindisi.
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Dramatic
Teen FictionIntricata come un gomitolo di lana. Così è l'anima di Chloe, abbandonata da un padre che non ha mai visto, per ragioni che non ha mai conosciuto. Così è la vita di Eric, che non frequenta lezioni, ma potrebbe insegnare come tenere dei segreti. Così...