La verità era che io, una cotta per Steve, l'avevo avuta. Per la precisione, durante tutto il mio primo anno di liceo e buona parte del secondo. Nessuno lo sapeva, perché Maddie si era invaghita di lui più o meno allo stesso tempo e non avevo avuto il coraggio, al momento giusto, di confessarle la verità. Col tempo, ci eravamo più o meno messe entrambe l'anima in pace.
«Sono sicura che Steve non mi stia consolando perché ha appena affrontato un lutto in famiglia. Ma io so che, nel profondo del suo cuore, vorrebbe dimostrarmi quanto mi ama.» cominciò a piagnucolare Maddie, non appena la vidi a metà mattinata.
Come non detto.
Maddie, in effetti, faceva molta fatica ad accettare di non essere amata e benvoluta da tutti, apprezzata in ogni sua eccelsa qualità e compresa per ogni suo (piccolo o grande) sbaglio. I suoi genitori, per sopperire alla distanza cui l'avevano sottoposta per dissidi interni di coppia, si mostravano molto indulgenti con lei e suo fratello, preferendo chiudere in fretta questioni e problemi grazie a denaro e morbidezza invece che affrontandoli con il giusto impegno. Erano logorati da un rapporto che, negli anni, era culminato con il taglio finale: il divorzio. Ciò sortì un effetto tremendo sull'educazione dei figli e la loro psiche.
Collocai libro e quaderno di letteratura sul banco, perfettamente perpendicolari all'astuccio sigillato, dopodiché riflettei con calma su come risolvere la discussione. L'insegnante era in arrivo, stando all'annuncio dei nostri compagni, ma ero certa che non avrebbe impiegato meno del solito quarto d'ora per sistemarsi alla cattedra prima di cominciare la lezione, quindi avevamo ancora tutto il tempo di trattare l'argomento.
«Steve vorrebbe sicuramente dimostrarti quanto ti ama,» la sostenni, palesando con il tono di voce quanto non ci credessi minimamente «ma puoi contare su di me e Peter, nel frattempo.»
Ricevetti un verso di lamento in risposta e un'espressione corrucciata.
«Contare su Peter è come contare su un abaco senza palline.» sbuffò.
La battuta mi fece ridere, soprattutto per via del tono scocciato con cui l'aveva pronunciata.
Sospirai.
«Posso sapere perché ce l'hai tanto con lui? È un buon amico.»
Maddie si massaggiò le tempie, guardandomi come se fossi stupida.
«Davvero non te ne sei resa conto?» si accertò.
La mia espressione vacua dovette darle la conferma che cercava.
Mi fece cenno di avvicinarmi così che non udisse l'intero corso di letteratura.
«Gli piaci.» affermò.
«Che cosa?!» esclamai, esterrefatta.
Il mio stupore sorprese, a sua volta, Maddie.
«Seriamente non ne avevi idea?» chiese.
Scossa dalla notizia, percepii un certo disaccordo con il mio sesto senso.
Ero stata più volte incline a pensare che... Insomma, che tutto quell'accanimento di Peter nei confronti della mia migliore amica avesse un fondamento... sentimentale. Credevo che al nostro amico piacesse lei e quel rimescolamento delle carte mi destabilizzò.
O, forse, era soltanto un residuo del periodo in cui sognavo che Steve avrebbe visto oltre il mio distacco e si sarebbe dichiarato a me, mentre Peter avrebbe fatto innamorare Maddie di sé. Era un progetto egoista, irriguardoso nei confronti dei sentimenti di ciascuno dei coinvolti, ma non avevo mai davvero attuato niente: né dato segnali di apprezzamento a Steve, né pressato Peter per corteggiare Maddie e né, tantomeno, spinto quest'ultima fra le braccia del mio compagno di banco. Era sempre rimasto puramente un sogno.
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Dramatic
Teen FictionIntricata come un gomitolo di lana. Così è l'anima di Chloe, abbandonata da un padre che non ha mai visto, per ragioni che non ha mai conosciuto. Così è la vita di Eric, che non frequenta lezioni, ma potrebbe insegnare come tenere dei segreti. Così...