12 - Delusional

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Il rientro a scuola fu un momento condito di abbondante angoscia per me: divorata dai sensi di colpa, avevo spento il cellulare e chiuso ogni comunicazione con il mondo.

Avevo confessato a mia madre che ero andata a letto con Steve, che lui provava qualcosa per me da molto tempo e che, forse, quel germoglio che non avevo mai lasciato crescere in me, ora aveva le basi per fondare un amore sincero nei confronti di Steve. Contrariamente a quanto credeva mia madre, non avevo dimenticato Eric: mi ero semplicemente lasciata trasportare. E mi ero gettata da sola in una morsa di dubbi e ansie.

Steve stesso, notando la mia inattività sulla rete, si era presentato a casa mia. Aveva giurato di amarmi. Non avevo saputo rispondergli, l'avevo baciato impetuosamente e me l'ero portato a letto, disperata perché non riuscivo a trovare delle risposte dentro di me. Nel momento in cui varcò la soglia di casa mia per tornare in macchina e andarsene, mia madre rientrò dal supermercato e notò la cerniera aperta dei suoi pantaloni. Le ricordai che avevo l'anello, cosa che la tranquillizzò da una parte ma la sconcertò dall'altra. Ipotizzò, infatti, che fossi io ad usare Steve per combattere la parte di me che si sentiva abbandonata, indesiderata... In cerca di attenzioni. E che Steve, pur amandomi, era un uomo dotato di debole resistenza di fronte ad un'erezione.

Mi riuscì difficile guardare Maddie negli occhi e inventare una scusa dopo aver ignorato milioni di sue telefonate. Avevo promesso che non l'avrei abbandonata, ma la promessa si faceva sempre più difficile da mantenere.

La situazione con Steve degenerò: non riuscii a stare vicina a lui senza andarci a letto insieme neanche a scuola. Mi contenni di fronte alle altre persone, circondata dai miei amici, ma non appena trovavo un bagno libero, ce lo trascinavo dentro per praticare almeno i preliminari. Cominciai ad utilizzare la palestra sotterranea per avere rapporti completi e Steve, ogni volta che iniziavo a svestirmi, pareva essere posseduto dalla passione.

«Questa canottiera è illegale, fa vedere perfettamente quanto sono grandi e tondi tuoi seni. Mmh, un sogno.» mormorò, baciando e succhiando la mia pelle.

Si diede un gran da fare con i miei seni, poi mi girò e manifestò il desiderio di farlo così, con me piegata e il sedere in bella vista.

Lo strinse fortemente, poi mi penetrò con un'euforia che non gli avevo mai visto addosso. Mi fece urlare per quanto andò veloce.

«Sono sempre stato convinto di preferire le signore là davanti, ma questo bel sedere mi eccita come non mai.» grugnì dopo essere venuto.

«Sei... Uh, sei andato forte.» commentai io.

Mi lasciò uno schiaffetto sul gluteo destro, sorridendo, ed esortò entrambi a rivestirci.

Dal momento che non potevo rischiare che qualcuno ci vedesse e sospettasse qualcosa, feci in fretta e uscii per prima, intimandogli di aspettare almeno due minuti per uscire a sua volta.

Incontrai proprio Maddie.

«Ehi... Chloe. Ho notato che... Mi stai evitando ultimamente.» cominciò.

«Evitando? N-no... Non direi. Perché?»

Lanciò uno sguardo dietro le mie spalle, identificando l'accesso alla palestra sotterranea.

«Eric è tornato?» domandò.

«No, sono solo andata a riflettere un po', lontana da tutti.» inventai.

Lei si rabbuiò, attaccando poi a parlare, in maniera piuttosto spenta, dell'imminente compito in classe di matematica.

Ricordai il mio dovere verso i nonni e presi coscienza dell'argomento della verifica, qualcosa che non avevo trascurato ma che avevo necessità di rafforzare. Inviai quindi un messaggio a Steve, disdicendo il nostro appuntamento di quella sera, perché studiare era diventata una priorità assoluta per me. Battere la nonna era diventata una questione di principio.

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