Erano esattamente sei passi.
Uno, due, tre, quattro, cinque, sei.
Soddisfatto, Yoongi arrivò in camera, per poi togliersi le scarpe e poggiarle nella scarpiera a lato della porta.
Prese il suo libro preferito e si sdraiò sul letto, pronto per riprendere la lettura dall'inizio del secondo capitolo.
"Yoongi, è pronta la cena!" sua madre lo interruppe esattamente alla quarta riga, ed il ragazzo sospirò, sconsolato: sarebbe mai riuscito a finire di leggere quel libro? Si chiese cosa sarebbe successo a Katniss e Peeta, mentre indossava il suo pigiama color azzurro cielo.
"Sto arrivando, mamma!"
I suoi genitori erano entrambi in ferie quel giorno, e sua madre aveva preparato un cibo che Yoongi adorava: la grigliata di carne.
Mangiò felice quella sera, mentre la televisione trasmetteva il notiziario delle 20, pieno di notizie gioiose come al solito.
Tra i problemi politici in Corea, la caduta di un palazzo a Busan e l'uccisione di un uomo nel centro di Seoul, non mancava proprio nulla alla gioia del Paese in cui viveva.
"Non possiamo proprio cambiare canale?" chiese il giovane dai capelli biondi, sempre più triste per ogni nuova notizia.
"Guarda Yoon, finalmente qualcosa di calcio!" esultò suo padre, e l'attenzione della famiglia venne catturata dalla notizia del giorno: la sede calcistica della squadra Under 21 coreana, proprio accanto allo stadio, era crollata rischiando di lasciare feriti sotto le macerie.
Per fortuna nel momento del crollo, le cui motivazioni erano ancora ignote, tutti i giocatori si stavano allenando nel campo di riserva della squadra.
I ragazzi che alloggiavano nei dormitori della sede dovevano essere ospitati da qualche famiglia di Seoul, poiché abitavano troppo lontano dalla capitale. Chi avrebbe ospitato i ragazzi avrebbe ricevuto una somma di denaro per il mantenimento del giocatore nella propria casa.
"Chissà chi ha ridotto così gli alloggi." aveva commentato la signora Min, stupita.
"Ormai si fa tutto per soldi, mamma. Anche gli appalti per le strutture sportive sono infangati dalla mafia internazionale." aveva risposto Yoongi, serio, prendendo un altro pezzo di carne.
Il padre annuì. "È vero, Yoongi. Potremmo ospitare uno dei ragazzi, però, magari dopo chiamo."
La discussione terminò lì, perchè la notizia cambiò, e la cena finì nel silenzio più totale.
Yoongi diede la buonanotte ai genitori, e andò in camera sua.
Presto; i pensieri spaventosi che molto, molto spesso lo torturavano si fecero sentire. Si sedette nell'unico luogo in cui stava davvero bene: la sala dove teneva il pianoforte.
Cominciò a suonare uno dei suoi brani preferiti: Sea, una canzone che aveva composto insieme al suo migliore amico Namjoon, e che tutt'ora adorava suonare.
Si ricordò in quel momento che nel centro di Seoul era stato ucciso un uomo, e questo lo preoccupò profondamente: magari era un parente di Nam, o suo padre, lui aveva così paura per la morte di qualcuno che conosceva... decise di terminare la canzone, accarezzando un paio di tasti prima di concludere, per non fermare troppo bruscamente la melodia e non interrompere quella curiosa armonia quasi simmetrica che trovava nella musica.Compose il numero dell'amico, e aspettò che rispondesse.
Namjoon non lo aveva mai preso in giro per il suo disturbo, anche perchè Yoongi non aveva nulla di diverso da un ragazzo della sua età: aveva le proprie passioni, i suoi passatempi... doveva solamente essere capito nella sua unicità e nelle sue paure a volte forse infondate.
"Yoongi, ehi! Tutto bene?" al terzo squillo, la voce del ragazzo dai capelli in eterno cambio di colore rispose, e tranquillizzò il maggiore, che ormai aveva dato il permesso a quel ragazzo di un anno più piccolo, di non utilizzare l'onorifico.
"Joonie! Sai, ero preoccupato per quell'uomo che è stato ucciso nel centro città. Non è nessuno della tua famiglia, vero?" domandò.
"Non ti preoccupare, stiamo tutti bene. Voi?"
Yoongi rispose affermativamente.
"Mio padre vuole ospitare uno dei giocatori." aggiunse poi, cercando in Namjoon sostegno psicologico.
"Aspetta, fammi indovinare." il giovane QI 148 ragionò per un attimo. "Hai paura che ti prenda per pazzo, oppure mi sbaglio?"
Aveva dannatamente ragione, come sempre. Ormai Namjoon lo conosceva bene, poteva quasi leggergli la mente.
"Joonie, tutti pensano che io sia pazzo." ricordò Yoongi, sospirando.
"No, non sei pazzo, tu sei Min Yoongi. Leggi la carta d'identità." rispose l'amico, facendolo ridere di conseguenza.
"Ma si può sapere con chi cazzo stai uscendo in questo periodo? Hai iniziato a fare battute pessime!"
Il più piccolo rise, divertito. "Non lo saprai mai, Mini Yoongi..." lo prese in giro bonariamente l'amico.
"NON CHIAMARMI COSÌ! Sei tu che sei diversamente basso, Nam!"
Le loro chiamate di solito erano sempre così, cominciavano con qualcosa di serio e degeneravano nel divertimento e nella pazzia, che rilassavano a dovere l'animo inquieto del biondo pianista.
Una decina di minuti dopo, i genitori di Namjoon lo avvisarono della cena imminente, così dovettero salutarsi, e Yoongi riprese a suonare al pianoforte. Da tempo lavorava ad una nuova canzone, ma proprio non riusciva a terminarla, gli serviva qualcosa... o qualcuno, per poter trovare l'ispirazione.
Si alzò, sconfortato, per andare in camera e prendere di nuovo in mano quel libro... doveva sapere assolutamente il continuo della storia!
Prima che potesse sedersi sul letto per riprendere a leggere, sua madre entrò nella stanza, con un grande sorriso stampato sul volto.
"Mamma, che cosa succede?" chiese Yoongi, che non era per nulla abituato a vedere sua madre fare liberamente ingresso nella sua stanza senza permesso, di solito bussava a lato della porta anche quando questa era aperta.
"Piccolo, io e tuo padre abbiamo parlato per un po', e abbiamo preso una decisione, avevamo fino alle 21 per dire di sì. Spero ti possa andare bene..."
Il ragazzo dai capelli biondi era confuso. "In che senso, eomma?"
La signora Min si sedette sul letto accanto al figlio. "Tesoro, sappiamo bene che tu non ti trovi molto bene con gli altri, ma abbiamo voluto almeno provare, non prendere questa nostra azione come un dispetto nei tuoi confronti, okay? Abbiamo deciso di ospitare da noi uno dei ragazzi della squadra di calcio fino a quando non saranno sistemati i loro dormitori. Ci arriveranno dei soldi, in parte potrai tenerli, se vorrai."
Yoongi rimase in silenzio per un momento, poi riuscì ad elaborare il senso della frase. "Aspetta, quindi un perfetto estraneo dovrebbe entrare in casa nostra... quando?"
In quel momento, il campanello della bella casa in cui vivevano suonò.
"Proprio adesso, tesoro. Non credi che sarebbe carino venire a dare il benvenuto al nostro ospite?"
Yoongi sospirò. "Da quando distribuiscono ragazzi a domicilio?"
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𝐓𝐡𝐞 𝐜𝐮𝐫𝐞-𝐘𝐨𝐨𝐧𝐬𝐞𝐨𝐤 ✔
Fanfiction[Completata] "𝐌𝐢 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐦𝐚𝐧𝐨 𝐩𝐚𝐳𝐳𝐨." 𝐇𝐨𝐬𝐞𝐨𝐤, 𝐜𝐚𝐥𝐜𝐢𝐚𝐭𝐨𝐫𝐞 𝐩𝐫𝐨𝐟𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐢𝐬𝐭𝐚, 𝐯𝐢𝐞𝐧𝐞 𝐨𝐬𝐩𝐢𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐟𝐚𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐘𝐨𝐨𝐧𝐠𝐢, 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐨 𝐚𝐦𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐦𝐮𝐬𝐢𝐜𝐚, 𝐝𝐞𝐢...