3.Marmellata di cervelli in fuga: la sinfonia dei calci nel culo

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Yoongi aveva suonato quella sera, prima di dormire, e infatti si svegliò stranamente rilassato.
Non gli importava di aver disturbato il suo ospite, lui era felice così.
Si alzò, scendendo tranquillamente le scale in pigiama, rigorosamente con il piede destro prima del sinistro ad ogni singolo scalino.
"La colazione è pronta!" urlò la signora Min, buttando giù dal letto anche il marito.
"Tesoro, hai bruciato di nuovo i pancake?" chiese il padre di Yoongi, ciabattando pigramente in cucina.
"Ma ero sicura di averli fatti bene, almeno stamattina che abbiamo un ospite volevo fare una buona figura..." sospirò, mettendoli comunque a tavola. "Beh, sono mangiabili, no?"
Hoseok scese a colazione, salutando tutti, e ricevendo un'occhiataccia da parte del padroncino di casa: era già perfettamente pronto, con la divisa da calcio e la tuta del club, i capelli ben pettinati ed un sorriso sereno sul volto.
"Hoseok, mi dispiace tanto... ho della marmellata da mettere sopra ai pancake, migliora il sapore." si scusò la donna, facendo ridere il marito.
"Non è un problema, va benissimo." il rosso spalmò la marmellata, sembrava davvero buona secondo il calciatore, ma Yoongi decise che era il momento del suo giudizio, e non avrebbe certo fatto sconti: era un buongustaio in fatto di dolci, viste tutte le estati che aveva passato da sua nonna, ottima cuoca.
"Sembra marmellata di cervelli, mamma. Cervelli in fuga. Che cosa ci hai messo dentro?" storse il naso, rubando un barattolo di Nutella dalla dispensa e aprendola, per poi spalmarne un po' sul proprio pancake.
"Io non so più cosa fare con te, Yoongi, quella era per fare una torta. Inizia a comportarti da ventenne quale sei." lo redarguì sua madre, per poi fare il thè per tutti quanti.
"Scusa, eomma." sospirò il biondo.
Hoseok finì di mangiare, e dopo essersi lavato i denti salutò la famiglia che lo stava ospitando.
"Vi ringrazio per la colazione, vado ad allenarmi. Passate una buona giornata." disse, prima di uscire.
"Aspetta, Hoseok." la signora Min lo fermò.
"Mi dica." il rosso sembrava curioso.
"Porteresti mio figlio con te? È sempre da solo, ora che ha finito gli studi..."
Il biondo non ebbe tempo di replicare e darle della grandissima bastarda sputtana-figli, venne obbligato dalla madre a seguire il giovane calciatore una volta indossati dei vestiti che non fossero il pigiama.
"Allora, Yoongi, ti piace il calcio?"
Il rosso sembrava il tipo di persona che faceva amicizia con tutti, e al biondino non piacque affatto.
"Vaffanculo." rispose infatti.
Hoseok alzò gli occhi al cielo: sarebbe stata una lunga, lunghissima giornata.
"D'accordo, sali in macchina, hyung."
La radio dell'auto di Hoseok trasmetteva musica commerciale, e Yoongi la trovò subito orrenda.
"Che merda di musica ascolti?" chiese, senza mezzi termini. Era sempre stato un ragazzo molto, molto diretto.
"Ohi, hyung, abbiamo appena messo in moto, dammi il tempo. Ci sono dei CD se vuoi, proprio lì."
Il maggiore si rilassò, trovando, tra gli altri, dei dischi di musica classica e selezionando quello con le canzoni più cariche e adatte alla mattina secondo lui.
"Uh, ottima scelta." commentò Hoseok, guidando tranquillamente verso il caotico centro di Seoul che in parte si stava ancora svegliando.
I finestrini leggermente abbassati gli scompigliarono i capelli, e Yoongi si sentì estremamente a disagio trovandolo carino con quel nido di rondini rosso in testa.
Il calciatore sembrava sapere il fatto suo, evitando le strade più trafficate, mentre con il vivavoce parlava con un ragazzo della sua squadra.

"Sì, hyung, anche io ho portato compagnia."
"Fatina confetto, hai portato il tuo fidanzato?"
"Hey! Oggi ti sistemo a suon di pallonate."

Ecco, più o meno la loro conversazione telefonica era su questi argomenti.
Quando finì, le orecchie del biondo furono felici di poter nuovamente ascoltare quelle belle melodie... non che la voce di Hoseok fosse così brutta, ma aveva interrotto le Quattro Stagioni di Vivaldi suonate da una delle migliori orchestre Italiane, e lui odiava quando le sue composizioni musicali preferite venivano interrotte.
Mentre gli strumenti a percussione inseguivano le chitarre, i violini e gli altri strumenti a corda nel ritmo cadenzato dell'Autunno, il ragazzo si chiese come sarebbe stato sentire dal vivo uno di quei concerti nella patria della musica classica, l'Italia appunto.
"Siamo arrivati." disse Hoseok, interrompendo la musica, poichè aveva spento la macchina.
"Ti odio, hai interrotto la canzone." Yoongi si morse il labbro. "Sarà l'inizio della tua sinfonia di calci nel culo." aggiunse, mentre scendeva dal mezzo.
"Mi dispiace." il rosso sembrava esserci rimasti male. "Ma per l'allenamento ho un orario da rispettare, io particolarmente."
"Perchè?" il maggiore era curioso.
Il calciatore tirò fuori dalla borsa una fascetta colorata, mostrandogliela. "Un capitano non può presentarsi in ritardo agli allenamenti."

Per sua fortuna, Yoongi non fu il solo 《estraneo》 quel giorno.
Anche l'amico di Hoseok, Jimin, aveva portato qualcuno con sè: un ragazzo più piccolo di loro, aveva 16 anni, si chiamava Jeon Jungkook.
Era il figlio maggiore della famiglia che avrebbe ospitato Jimin fino alla sistemazione del dormitorio, e non faceva altro che parlare di lui.
"È simpatico." stava dicendo Jungkook. "E poi è tenero, non farebbe male ad una mosca, a vederlo la prima volta con quei capelli confettosi e pucciosi. Poi lo vedi sul campo, e ti accorgi dei missili che tira..." spiegò poi.
"Nel culo." aggiunse Yoongi, facendo arrossire il giovane Jeon.
"I-In porta..." balbettò quest'ultimo, sentendo le guance in fiamme e dicendo di aver bisogno del bagno, per poi sparire in qualche universo parallelo alla ricerca della toilette.

L'allenamento durò un bel po', e Yoongi si ritrovò ad ammettere che Hoseok non era niente male come giocatore. Era veloce sul campo, sembrava molto amato dai compagni.
Il biondo pensò a quanto la sua vita fosse sempre stata l'esatto contrario: non era molto popolare e nemmeno apprezzato dagli altri, negli anni di scuola.
Una volta finito, prima di pranzo, i ragazzi si salutarono.
"Ci vediamo domani. Ricordate che faremo tutta la giornata." disse il rosso ai suoi compagni di squadra, in accordo con il mister.

"Mi dispiace averti fatto aspettare, hyung. Spero... tu non ti sia annoiato troppo." si scusò Hoseok, lasciando un momento sorpreso Yoongi: perchè si stava scusando se era stato semplicemente obbligato a portarsi il biondo dietro?
"Mi scuso io." ribattè il maggiore. "Per tante cose."
"Eh?"
Glielo avrebbe dovuto confessare, prima o poi. Non era certo tutto questo grande segreto, dopotutto... ma aveva una paura fottuta.

Angolo autrice~

Non si nota che mi piace il calcio vero? 😂Gente, sono cresciuta ad Holly&Benji, Inazuma Eleven e partite dell'Italia, della Spal e dell'Inter, insomma capitemi...
E comunque Hoseok e Jimin io li vedrei come calciatori in un universo parallelo, lol.
Nel caso ve lo stiate chiedendo, Jungkook è tornato vivo e vegeto anche se non è stato specificato nel capitolo :D
Mi mancava questa storia, sono felice di essere riuscita a ripristinarla TT
~Ely❤

𝐓𝐡𝐞 𝐜𝐮𝐫𝐞-𝐘𝐨𝐨𝐧𝐬𝐞𝐨𝐤 ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora