8.Un'Eomma pucciosa e una discarica di sogni

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"Mi dispiace tanto, hyung." Hoseok si sentiva davvero in colpa per quello che aveva fatto. "Sono stato maleducato e ho disturbato l'allenamento, mi scuso."
Seokjin annuì, aspettando che il ragazzo finisse il suo discorso. "Credo di aver sbagliato, anzi ne sono certo, vorrei avere la possibilità di tornare nella squadra, anche solo come riserva. Ho agito di impulso e non ho pensato a quello che stavo facendo."
La voce gli tremava, ma si fece forza, mentre aspettava il responso.
Il più grande bevve un sorso del proprio analcolico alla fragola.
"Hoseok, è vero, ci siamo rimasti tutti male, ma soprattutto io. Ti ho incaricato del tuo ruolo di capitano perchè mi fidavo di te e del tuo temperamento positivo." spiegò, molto tranquillamente.
"E sentire le tue scuse mi ha fatto piacere, questo significa che rispetti la squadra." aggiunse, guardando il rosso negli occhi, che sentì la pressione di quel momento.
"Hobi, io mi fido di te. Se ti va, possiamo riprendere in mano la squadra assieme."
Il minore si lasciò sfuggire una lacrima, tremando.
"Possiamo?" ripetè, incerto.
"Certo. Sei o non sei un calciatore?" Seokjin gli sorrise, rassicurante.
"S-sì, hyung."
"Ho una cosa che ti appartiene." il ragazzo in rosa gli prese la mano, lo invitò a mettere il palmo in alto e su di esso poggiò una fascia rossa. "Confido in te, capitano."
Il rosso non riuscì a trattenere le lacrime, stringendo quella fascia così significativa a sè.
Con la mano libera, cercò di asciugare  il proprio viso, mentre Jin lo tranquilizzava.
"Hobi, hey. Tranquillo, non è successo nulla di grave, okay?"
Con la dolcezza che lo aveva contraddistinto, e che gli aveva fatto guadagnare il titolo di Eomma, prese un fazzoletto dal suo zaino e lo passò all'amico, con un sorriso. "Su, smetti di piangere e bevi quell'Americano, dimentica questa storia. Abbiamo risolto tutto, possiamo ricominciare."
Appena si calmò, Hoseok annuì, accennando un sorriso.
Seokjin-hyung era una delle persone migliori che avesse mai incontrato, su questo non aveva nessun dubbio.
Si conobbero da bambini, per caso.

"Un altro tiro e finalmente farò un fantastico goal!" il bambino con la maglia rosa e il numero 《3》 stampato sopra di essa calciò con forza nella porta."
"Wow, sei davvero bravo!" il piccolo Hoseok si avvicinò a lui, nonostante i continui richiami da parte di sua madre. "Posso giocare con te?"
Divennero ben presto compagni di gioco, si trovavano in quel parchetto ogni giorno, divertendosi con quella che diventò più di una semplice sfera: divenne la loro valvola di sfogo, il loro passatempo, il loro sport preferito.
"Diventeremo i migliori del mondo!" esclamò Seokjin, felice, guardando l'amichetto: allora avevano 11 e 9 anni, ed erano liberi dai problemi.

"Quel giorno, dicesti poche parole, Jin-hyung." Hoseok riprese a parlare, nostalgico. "Volevamo diventare i migliori del mondo, insieme, ricordi? Possiamo... ricominciare ad inseguire quel sogno, direi."
Più tardi, lui e Yoongi salutarono Namjoon, che era impegnato al bancone del locale, e poi Jin fuori dal bar, per poi dirigersi all'auto rossa del più piccolo.
"Mozart?" chiese Hoseok, mettendo in moto la vettura, rivolto al più grande, che aveva preso posto nel sedile del passeggero accanto a lui.
"Con molto piacere." il biondo fece partire la musica, mentre si lasciavano dietro le spalle quel quartiere mondano, diretti alla casa del pianista amante della musica classica.
"Sei stato bravo, Hoseok." disse ad un tratto Yoongi, sorprendendo l'amico.
"Oh... grazie, hyung. È stato più difficile di quanto pensassi, ma alla fine di tutto di sono riuscito, ed è stato grazie a te, da solo non avrei mai portato a termine tutto questo."
Erano davvero entrambi felici, come se il sole di quel giorno fosse entrato nelle loro vene. Inoltre, vedere il sorriso rilassato sul volto del suo hyung fece stare bene Hoseok, che dal canto suo non poteva certo lamentarsi del tempo atmosferico.
Senza avvisare, cambiò strada, sicuro di fare una buona azione.
"Si può sapere dove stai andando?!" il sorriso di Yoongi si spense immediatamente, sostituito da un'espressione a metà tra lo stupito e lo spaventato: sembrava un bambino.
"Ricordo di essere stato spesso in questa zona qualche anno fa, se la memoria non mi inganna, è proprio qui, ci siamo quasi."
"Si può sapere dove stai andando,  Hoseok?" il biondo era sempre più curioso, non capiva proprio nulla di ciò che stava succedendo quel pomeriggio, era tutto molto strano.
"Adesso vedrai, credo che ti piacerà."

Parcheggiò l'auto accanto ad un vecchio edificio, le cui condizioni non erano ottime, ma passabili.
"Andiamo." Hoseok lo prese per mano e lo portò all'interno di quel palazzo, salendo velocemente le scale.
Queste ultime, sporche e rotte in qualche punto, parevano agli occhi del rosso uno dei posti più belli del mondo, aveva tanti bei ricordi in quel palazzo rovinato e ormai disabitato, lo adorava. Era il rifugio suo e di sua sorella, che ora abitava con il fidanzato e non riusciva a vedere spesso. A loro bastava prendere l'auto, allora della ragazza più grande, e cancellare ogni problema semplicemente correndo su per quelle rampe vecchie e ormai inutilizzate da tempo.
"Hoseok, e se questo coso cade a pezzi?" domandò Yoongi, terrorizzato.
"Oh no, non cadrà proprio nulla. Il Covo è sempre stato come una seconda casa, sbrigati. Non abbiamo molto tempo!"
Finalmente, l'ultima rampa finì, e il biondo si accorse di una scala che dava verso l'alto.
"Manca solo questa." sorrise il rosso.
"Dai, hyung, non avere paura."
Salirono pian piano, fino ad arrivare al tetto.
Era un grande spazio, senza ringhiere o protezioni, dal quale si vedeva tutta la città, ed era pieno di oggetti, come una discarica di sogni lasciati al vento.
I capelli dei due giovani si muovevano al vento, e i pallidi raggi del sole scaldavano i loro corpi, coperti dai leggeri vestiti che indossavano.
"Come mai mi hai portato qui?" chiese Yoongi, sempre più confuso.
Il giovane calciatore rise, prendendolo nuovamente per mano e accompagnandolo poco lontano dal bordo della struttura.
"Yoongi-hyung, volevo farti vedere il tramonto che ci sarà tra poco, da qui è spettacolare. Con la mia sorellona venivo sempre qui, è stato il nostro Covo, e ora sarà anche il tuo. Trovi ogni tipo di cosa qui sopra, qualcuno ci ha lasciato anche un vecchio pianoforte."
Il ragazzo spalancò gli occhi. "Cosa!? E come lo hanno portato fin quassù?"
Il giovane dai capelli rossi alzò le spalle. "Non ne ho idea, era già qui la prima volta che siamo arrivati. Uhm... puoi provare a vedere se funziona entro il tramonto?"

𝐓𝐡𝐞 𝐜𝐮𝐫𝐞-𝐘𝐨𝐨𝐧𝐬𝐞𝐨𝐤 ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora