X~ «E tu lo sai?»

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POV ERIC

-Ti vedo giù, oggi, mia Belle, che cos'hai?- chiedo ad Elsa, abbassando lo sguardo per incrociare i suoi occhi, che però sono schivi.

-Niente.- borbotta, mordendosi il labbro.

Con un sospiro le poso la mano sulla coscia, mentre con l'altra tengo dritto il volante.

-Non mentirmi, Elsa. Che cos'hai?- ripeto.

È quasi ironico il fatto che le chieda di dirmi la verità quando io per primo le sto mentendo.

Questa farsa, questa scommessa, finirà tra poco. Tempo una settimana, ed Aurora, che mi guarda come fossi la sua preda, sarà mia.

E mi dispiace, mi dispiace tanto lasciare andare una persona come Elsa, che in questi pochi mesi ha portato tanta gioia.

Perché non posso mentire a me stesso: Elsa è diventata una costante.

Il suo sorriso è diventato il mio sole, il suo sguardo è diventato la mia pace, e la sua risata è diventata la mia musica.

Quando sono con lei tutto svanisce in un oblio lontano, ed io mi dimentico di ciò che faccio e che le sto facendo.

Mi fa stare bene.
Mi dà sicurezza, mi dà allegria.
E mi chiedo se sto facendo la scelta giusta.

Ogni giorno incontro lo sguardo dei miei amici, che con un cenno del capo mi spingono a proseguire col mio piano, e sento i sensi di colpa diventare pesanti.

Poi incontro lei, e tutto è più leggero.

È impossibile, per me, non notare un cambiamento così repentino.

Sembra che dopo l'incontro con quel Levi, a ricreazione, si sia rabbuiata.

Quel ragazzo mi dà sui nervi.
Ronza costantemente intorno ad Elsa, come potrebbe fare un'ape attorno ad un fiore, e mi istiga alla violenza con le sue battute.
Non fa altro che fissarla con quello sguardo indecifrabile.

-É colpa di Levi?- insisto, stringendo la presa sul volante e contraendo la mascella.

Dà davvero così tanta importanza a quel ragazzo? Perché?!

-No, no...- si affretta a rispondere, senza incrociare i miei occhi.

Fisso la strada dritta di fronte a me, senza togliere la mano dalla su gamba.
Lei sta zitta, e questo silenzio è più rumoroso delle grida.

-É che...tu ci tieni a me?- domanda.

-Sì, ci tengo a te.-

E non devo neanche pensarci per rispondere.

Perché tu sei diventata la mia luce, e ci tengo davvero.
Perché ucciderei per te, ma nonostante questo ti sto ferendo.
Ma nonostante questo ti sto mentendo.

Pensi che non mi sia pentito ogni giorno di più?
Sì, ci tengo a te, mi sono legato a te.
Ma il mio orgoglio è più forte di qualsiasi cosa ci sia tra noi, e non è amicizia, ma non è amore.

Sì, ci tengo a te.

-Solo che tu...ah, tu non ci tieni come ci tengo io. Tu ci tieni in modo diverso. Lo so. Pensi che non lo sappia? E tu lo sai?-

Cosa stai dicendo?
Perché mi parli così?
Perché non ridi?
Perché sei così seria, come se sapessi cosa ho intenzione di fare?

Mi confondo, con ciò che dici.
Mi confondono i tuoi occhi.
Mi confondono le tue labbra, e non dovrebbero, e non potrebbero.
Mi confondi tu, perché ti prendi gioco del mio orgoglio e mi fai dubitare di ciò che sono stato e non ho mai smesso di essere.

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