XLIII~ Le ossimoriche nuove esperienze

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Non posso credere che lo sto veramente facendo.
Davvero, va contro ogni mio principio.
Luca mi ha drogato a colazione.

Falcinelli, sdraiato sul mio letto, con i capelli scompigliati e gli occhi ammiccanti, mi sorride divertito.

-Sembri un clown.- afferma poi, mentre il suo sorriso si allarga.

Lancio un'occhiata fugace al mio riflesso, cercando in tutti i modi di non farmi contagiare dal suo sorriso.

-Forse perché é un vestito da clown?- domando, retorica, alzando gli occhi al cielo.

Dopo colazione, sono stata trascinata da una forza superiore -comunemente chiamata Destino- verso la mia camera, ed ora mi sto provando i peggio vestiti, quelli di Carnevale compresi, alla ricerca di quello adattato per la visita di buon anno.

Eric, dopo la cruenta lotta a colpi di cuscini con quello che ha ancora il coraggio di chiamare "migliore amico", mi ha seguita quasi saltellando, con un sorriso così brillante che sarebbe stato impossibile resistergli.

Ed ora, perciò, mi ritrovo in camera, con addosso un variopinto vestito da clown, alle prese con la scena più banale del mondo.

Pensavo di aver chiuso con queste cose.
Pensavo che finalmente avrei ripreso in mano la mia vita e sarei scesa nella monotonia alla quale sono sempre stata abituata, con la mia classica routine senza nessun problema di cuore.
E invece no.

Ma d'altronde, pensavo d'aver chiuso anche con Eric Falcinelli, e invece è ancora qui, come una costante,che mi ricorda come possano essere ossimoriche le nuove esperienze.

-Avanti un altro!- esclama Eric, sventolando un dito per aria.

Raccolgo uno degli abiti accatastati sulla sedia, sollevandolo a giudicandolo critica.

È un vestito che ho comprato un anno fa, in un eccesso di esuberanza, convinta che sarebbe diventato più largo se indossato spesso.
Mi sbagliavo.

Ad oggi, l'ho indossato solo una volta -al diciottesimo di Jasmine- in un'esperienza traumatica e preferibilmente da non ripetere.

È di un verde che riprende quello dei miei occhi, spaventosamente corto e decisamente stretto.

So cosa state pensando, ma no: non ho assolutamente nessuna intenzione di indossarlo.

-Provalo.- mi suggerisce Falcinelli, improvvisamente serio.

-No.- dico, categorica.

-Ma dai! Perché no?- si lagna lui.

-Non lo metterò. Quindi provarlo non ha senso.- spiego.

-Dai, solo provarlo. Perfavore!- mi prega, facendo gli occhi dolci e il labbruccio.

Sorrido di fronte alla sua espressione da cane bastonato, alzando gli occhi al cielo e arrendendomi a cotanta tenerezza.

-Va bene,va bene...- borbotto, dirigendomi in bagno.

Sfilato il costume da clown, slaccio la zip del vestito con un nefasto presagio, infilandomelo.

Cerco di abbassarlo il più possibile, mentre mi sento stringere in maniera opprimente,ma non troppo.

Già, perché la zip, sistemata tatticamente sulla schiena, non è chiusa.

Tento, con varie contorsioni e il rischio di slogarmi la spalla, di allacciare la zip, ma nonostante ciò mi rendo conto di essere costretta a fare il salto di qualità.

E se prima la mia vita non fosse stata abbastanza trash, con questo lo diventerà. Svetterà tra tutti programmi televisivi e i libri del mondo.

Hope, proteggimi tu.

Camminando piano piano e mordendomi il labbro violentemente, mi dirigo verso la mia camera, dove Eric è alle prese con il cellulare.

Sto giusto pensando di tornare in bagno e mentire spudoratamente, dicendo che il vestito mi sta troppo stretto, quando lui alza i suoi occhi chiari e mi guarda confuso.

-Che c'è?- mi chiede, curioso, inclinando la testa.

Arrossisco, tentando in tutti i modi di placare il mio cuore, che però corre come se fosse inseguito dai segugi infernali.

-E-ecco...mi allacceresti la zip?- balbetto.

I suoi occhi si spalancano, poi si alza dal letto e si dirige verso di me con passo lento, facendomi morire ogni secondo di più.

Il concetto di "rapido e indolore" non è contemplato.
Dovrebbe farsi la ceretta per capirlo.

Gli dò le spalle, torturandomi il labbro, non osando nemmeno respirare per paura che interrompa il momento.

La sua mano si posa sul mio fianco, mentre l'altra afferra la zip.

Poi, le sue labbra si posano sul mio collo, facendomi quasi sobbalzare dalla sorpresa.

Sono calde e morbide, e cominciano a lasciare lenti baci sulla mia pelle scoperta.

E sapevo che sarebbe finita così, ma nonostante tutto non mi sono tirata indietro.

Perché forse questa vita così odiata io la amo da morire.

Perché forse io non sono abbastanza per la tua reputazione, ma tu sei abbastanza per la mia.

-Eric...- lo ammonisco, con voce roca, desiderando solo che faccia il contrario di ciò che il cervello mi sta gridando di dirgli.

Fermati, ma non smettere.
Stringimi, ma stammi lontano.
Amami, ma non amarmi.

Che se mi ami davvero, poi sono costretta a crederci.
Che se mi ami davvero, poi sono costretta a sperare.
Che se mi ami davvero, poi sono costretta ad amarti di più.
E non posso permettermi di affidare il mio cuore nelle tue mani, che se poi lo fai cadere, si rompe, e i frammenti li perdo nella polvere.

Le sue labbra salgono fino al mio orecchio, mi morde il lobo, mentre le sue mani mi circondano la vita e mi stringe a sé.

-Sì,mia Belle?- sussurra, con voce terribilmente irresistibile.

Tra di noi è come un gioco: quando sta vincendo l'uno, l'altro lo supera.
E non posso stare ferma alla casella di partenza, quando lui è già a metà percorso.
Ora tocca a me tirare i dadi.

Mi volto nel suo abbraccio, facendo unire le nostre labbra in un'esplosione di scintille.

E siamo come fuochi d'artificio: guardaci, stiamo brillando.
Stiamo esplodendo e tingendo il cielo buio di colori,per poi disperderci nel vento.

Le sue mani si allacciano dietro la mia schiena, mentre io stritolo la sua maglia fra le mani, rivendicando il controllo.

È come se stessimo lottando, e quando lui comincia a tirarmi giù il vestito, io non esito nel togliergli la maglietta.
Stiamo di nuovo bruciando.

Me se non ci fermiamo adesso, non ci fermiamo più.
Ed io non ho abbastanza certezze per continuare, ma neanche abbastanza indecisioni per smettere.

E chi sono io, che quando mi baci mi perdo nei tuoi respiri?
Chi siamo noi, che quando stiamo troppo vicini ci facciamo male?

La mia schiena cozza contro il muro, ma il dolore viene soffocato dal desiderio.

Le mie mani trovano le sue spalle, ed il cervello si impone per farsi obbedire, sottomettendo il cuore e l'istinto.

-Dobbiamo fermarci...- sussurro, le labbra piene dei suoi baci, il vestito accartocciato fino ai fianchi.

I suoi occhi sono grandi e scuri, e si fissano nei miei con intensità.

-Mi dispiace, so che...- comincio a dire, ma le sue labbra si posano sulla mia fronte e abbozza un sorriso.

-Aspetterò.- mi comunica, dopodiché mi prende il mento con la mano.

-E comunque, credo che questo sia il miglior vestito tra tutti.- decide, con un sorriso divertito che mette da parte la situazione.






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