LXXIX~ È un gioco di dadi

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CAPITOLO BONUS

10mila volte grazie 💕
~B.B.

💕
«Ancora non riesco a crederci!!!» continua a strillarmi nell'orecchio Jasmine, che la prima cosa che ha fatto, quando Alessandro Di Marzio le ha chiesto di andare al ballo di fine anno con lui, è stata chiamarmi.

Studio con occhio critico la camicia bianca, attenta ad ogni eventuale imperfezione.

«Sì, è fantastico, Jas.» commento, non notando difetti nel capo d'abbigliamento scelto per il processo.

So che probabilmente, dopo la gita con Falcinelli, la prima azione che avrei dovuto fare sarebbe stata gettarmi sul letto e osservare con occhi a cuore il soffitto, ma purtroppo la paura ha preso il sopravvento, costringendomi ad aprire l'armadio per preparare, con tre giorni d'anticipo, i vestiti che indosserò.

E proprio mentre aprivo l'armadio, Jasmine mi ha chiamato, cominciando a strepitare, decisamente emozionata.

«Dobbiamo assolutamente andare a fare shopping: ho bisogno di un vestito adatto. E anche tu!»

«Non ho nessuna intenzione di andare a quel ballo.» ripeto per la millesima volta.

«Ma devi andarci! Eric rimarrà delusissimo, altrimenti!» insiste Jasmine.

«Eric neanche me l'ha chiesto.» borbotto, immergendo la testa nell'armadio alla ricerca dei pantaloni neri che avevo intenzione di indossare.

«Come non te l'ha chiesto...» balbetta Jasmine, improvvisamente sgonfiata dalla notizia.

«Già.» confermo, tirando fuori i pantaloni e osservandoli, spazzolando via la polvere inesistente.

Già.
Eric Falcinelli non ha mai nemmeno accennato al ballo di fine anno, e di certo non mi ha neanche proposto di andarci insieme.

E nonostante stia simulando indifferenza anche con me stessa, ogni particella del mio corpo è cosciente di esserci rimasta male.

Insomma, io ed Eric stiamo insieme —ufficialmente e non— più o meno da otto mesi, e il ballo di fine anno è il sogno di buona parte degli adolescenti.
Ma a lui non è passato nemmeno in mente che io volessi andarci.

E magari sarò ridicola, perché, a onor del vero, nemmeno io ho mai accennato a quello stupido ballo, ma mi aspettavo che perlomeno lui volesse andarci.

Avrei potuto chiederglielo io, certo, ma così non mi sarei potuta lamentare per tutta la serata, senza ammettere di essere contenta per aver partecipato.

Ma io non gliel'ho chiesto, e lui non l'ha chiesto a me.
E così a quel ballo non ci andrò.

So che il mio ragionamento può risultare idiota, ma credetemi quando dico che in testa mi sembrava più sensato.

«Ma come è possibile?!» esclama Jasmine, la voce più alta di qualche ottava.
Ancora un po' e la sentono solo i cani.

«Evidentemente sa che non voglio andarci.» borbotto, appendendo il pantalone ad una stampella e sistemandolo accanto alla camicia.

«Non ci posso credere...» esala Jasmine, con tono decisamente più triste rispetto a quegli squittii di contentezza con cui ha cominciato la telefonata.

«Non ti preoccupare, Jas: non mi importa di quel ballo, te l'ho detto. Neanche ci volevo andare.» insisto, cercando di convincere sia lei che me.

«Sì, sì, ok...senti, ora devo andare: mia madre sta andando a dormire e non voglio disturbarla.»

«Vai pure: ci vediamo domani.»

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