XXXIV~ Si va alla gogna

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Mi fisso allo specchio per almeno dieci minuti buoni, prima di racimolare la forza di volontà.

La cena, la famosa cena, è oggi.

I giorni da Natale sembrano essere volati, e il 28 è arrivato prima di quanto immaginassi.
Il brutto è che mi sono resa conto di non essere affatto pronta a ciò che mi aspetta.

Dopo una rilassante doccia, mi asciugo con cura i capelli, decidendo di sistemarli in una lunga treccia, sperando di non risultare banale.

Il momento di indossare l'abito mi fa sentire un tremendo nodo in gola, e quando mi guardo allo specchio stento a riconoscermi.

Sembro così elegante e raffinata, così a proprio agio in un abito estremamente costoso... è quasi fastidioso.

Ma il vestito è stupendo, di una stoffa leggera, che mi fa sembrare una creatura eterea.

Eppure, per quanto possa piacermi, sono tesa oltre ogni misura.

Mentre mi allaccio le scarpe ignoro l'ansia, e poi mi decido ad uscire.
💕

💕
-Sei perfetta così, smettila di agitarti!- mi ripete Luca, tirando fuori dalla treccia un boccolo biondo che scende a sfiorarmi la guancia.

Mi fa un sorriso pacato e affettuoso, carico di orgoglio.

-Quindi vado, eh? Così.- domando.

-Quindi vai.- ripete lui, bonario.

Avanzo di un passo verso la porta, ma poi esito di nuovo.

-E se non fossi all'altezza di tutte quelle persone altolocate?- mi confido, ansiosa come poche volte.

-Sarai all'altezza, e andrà bene, vedrai. Avrai Eric con te.- mi ricorda, cercando di tranquillizzarmi.

Già, il problema è che quel nome, quel maledettissimo nome, non mi tranquillizza affatto, anzi, semmai il contrario.

Poco fa mi ha mandato un messaggio per dirmi di essere arrivato con la limousine, ed infatti ora la scintillante macchina nera sosta sul nostro vialetto.

-Vai lì e stendili tutti, mia piccola regina di ghiaccio, va bene?- si raccomanda Luca, allungandosi per sistemarmi il ghiacchetto nero sulle spalle.

-Ok, allora. Vado. Ciao.- mi decido, salutandolo con un abbraccio.

Spalanco la porta e offro il mio corpo al gelo, nonostante sia vestita e abbia un giacchetto.

Mi affretto ad entrare nell'auto, ma prima che possa fare qualcosa l'autista scende, e mi apre lo sportello con eleganza e professionalità.

-Uh, grazie.- dico, abbassando la testa per entrare nell'auto.

È straordinariamente spaziosa, c'è perfino un angolo dove sono riposte bibite e aperitivi.

La mia attenzione, però, viene catturata da Eric Falcinelli, seduto composto in tutto il suo splendore.

Ecco, Eric Falcinelli in abito elegante era qualcosa a cui non ero preparata.

I capelli sistemati, biondi e impeccabili, gli occhi come due zaffiri sulla sua pelle liscia, la curva carnosa delle labbra, la mascella decisa: tutto messo in risalto dal completo nero che gli calza a pennello, la camicia bianca che gli fascia i pettorali scolpiti e la giacca che gli sottolinea le spalle larghe.

Quando mi vede mi sorride, invitandomi ad entrare, ed io eseguo con fretta, infreddolita.

Mi accomodo di fronte a lui, e per un po' il nervosismo permea l'aria.

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