IX~ Una scheggia che mi perfora

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TRE MESI DOPO~

POV ELSA

Mi pento.
Mi pento amaramente.
Lo ammetto.

Mi pento ogni volta che i miei occhi incontrano i suoi, mi pento quando lo faccio ridere, mi pento quando gli sorrido.
Mi pento quando durante le partite cerca me, e mi trova sempre lì, in prima linea, a tifare per lui.
Mi pento quando mi porta fuori, mi pento quando mi dona mazzi di fiori, come al mio compleanno.

Mi pento perché ho perso e raggiunto il mio obbiettivo.
Mi pento perché ho accettato una sfida contro il Destino che non avrei mai potuto vincere.

Mi pento perché mi illudo palesemente, mi pento perché ci spero ardentemente, e non dovrei.
Mi pento perché ormai io sono diventata cliché, quando mi ero promessa che avrei contrastato tutto questo.

Mi pento perché ci sono cascata, e ora ci sto dentro con tutte le scarpe.
Mi pento perché la mia volontà è sottomessa al mio cuore, e non sono capace di uscirne.

Mi pento perché mi farà male, e nonostante lo sappia, ciò non attenuerà il colpo.

Mi pento, perché i suoi occhi non sono cambiati, lui non è cambiato, e non cambierà per me.
Mi pento perché ogni volta che mi prende per mano, non è sincero.

Mi pento perché lui mi sta mentendo, ed io sto mentendo a me stessa.
Mi pento perché è troppo tardi.

Mi pento perché mi sono detta così tante volte che c'era tempo, che ormai il tempo non c'è più.

Ho intrapreso una strada senza ritorno, e mi pento.

E sto correndo, sto inciampando nei miei passi, le responsabilità mi sembrano sassi, e mi inseguono, ma non possono —non devono— trovarmi.
Sono debole, non ho armi, sento l'eco dei rimpianti: sono tanti nella mia testa e assomigliano a stupidi canti.

È una corsa contro il tempo, e sono stanca.
C'è il vento, e sono quella ragazza che arranca nella nebbia di incertezze e di passate scelleratezze.

Mi pento, eccome!, se mi pento.
È all'ultimo che mi affatico a cercare una soluzione che non si fa trovare.

Mi pento, dannatamente tanto.
Hai vinto, Destino.

-Elsa!-

La sua voce.
Dio!, la sua voce. C'è qualche altra voce che è mai stata così bella?

Mi volto con un sorriso spontaneo, mentre lo vedo venirmi in contro.
Stringo la spallina dello zaino ed ignoro le occhiatacce alle quali mi sono ormai abituata.

Cavolo.

Eric ha un sorriso sul viso e sembra quasi splendere di gioia.
-Sono diventato capitano!- è la prima cosa che sputa fuori quando mi raggiunge e mi posa in bacio sulla fronte.

Si allontana di poco, e mi guarda negli occhi, fiero.
È contento.
E cazzo, quando è contento lui sono felice anch'io.

-Bravo! Quindi alla prossima partita sarai capitano?- mi congratulo, dondolando sui talloni con le mani infilate nelle tasche posteriori dei jeans.

-Esatto!- esclama, con un'espressione così buffa da farmi ridacchiare.

-Bel culo!- grida qualcuno passandomi accanto.

Eric si irrigidisce, mentre io alzo gli occhi al cielo.

-Vedere ma non toccare, tesoro!- replico.

-Chi era quello?- domanda subito Eric.

Menzogne, bugie.
Mi stai facendo vivere nell'illusione di una cosa che non c'è.
Non ti senti in colpa nemmeno un po'?

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