Di comune accordo abbiamo deciso di andare a casa di Eric: avremmo rovistato nella dispensa e trovato il modo di prepararci la cena.
Ultimamente, se non siamo da lui, siamo da me, ma non ci separiamo.
E non ci tocchiamo.Il sole è calato in fretta, e le stelle adesso appaiono nel cielo riluttanti, mentre le nuvole cariche di pioggia di stamattina sono magicamente sparite.
-Merda...- impreca Eric quando, aperta la porta di casa, si rende conto della mancanza di corrente.
Lo seguo con un cartone di pizza fra le braccia, perché, scartato il piano iniziale, abbiamo optato per la classica ma universale pizza.
-Scusa, mia Belle: ci hanno staccato la corrente, a quanto pare...- borbotta, posando le chiavi di casa e aggirandosi per le stanze, accendendo e spegnendo gli interruttori.
-Non avete pagato la bolletta?- domando, sarcastica, perché so bene che i Falcinelli hanno soldi che escono dalla orecchie.
Per non dire da un'altra fessura più volgare.-Ah.Ah. Simpatica. Stanno facendo i lavori da qualche parte qui vicino, perciò per evitare che l'elettricista rimanga fulminato, hanno tolto la corrente. Mi ero completamente dimenticato di questa cosa, altrimenti saremmo andati altrove.- spiega, passandosi una mano fra i capelli.
Siamo vicini, e tra noi serpeggia una sorta di elettricità.
-Da' qua...- borbotta, avanzando e togliendomi la pizza dalle mani, toccandomi accidentalmente la mano ma facendomi sobbalzare.
-Scusa.- dice subito, posando la pizza in cucina.
Si lascia sfuggire un sospiro, indicando col mento la direzione verso la sua stanza
-Dovrebbero esserci delle candele in camera.- mi dice, incamminandosi, mentre io lo seguo, spaventata dal buio e timorosa di essere lasciata da sola.
Soprattutto oggi, dopo l'ospedale.L'atmosfera, raggiunta la sua stanza, è quasi da fiaba: il cielo stellato che rischiara appena l'ambiente, il tranquillo silenzio, e le emozioni che crepitano nel mio cuore come le fiamme dentro un camino.
Eric si immobilizza all'improvviso, voltandosi verso di me e guardandomi.
E all'improvviso l'aria diventa satura di aspettativa.Ed io so che sta per succedere qualcosa.
Lo so perché è così che funziona, e nonostante tutto il Destino ancora sta muovendo le sue pedine.Siamo immobili, sospesi, ci guardiamo negli occhi e tratteniamo il fiato.
Le stelle brillano incoraggianti oltre la finestra, e la luna illumina fiocamente i suoi capelli, che brillano d'argento.
Socchiudo le labbra, ingoiando il groppo in gola e cercando di relegare i ricordi.
Mentre mi avvicino a lui, silenziosa, lenta, incerta, lui mi guarda con gli occhi blu da sotto le palepre, fermo, come se il minimo movimento fosse in grado di spaventarmi.
Incrocio le braccia al petto, come a mettere una barriera fra noi, una barriera per proteggermi, per non ferirmi.
Inclino la testa verso l'alto, mordendomi il labbro, tesa, incrociando il suo sguardo.
Penso che non stia respirando.Le mie braccia sfiorano accidentalmente il suo petto, e mi immobilizzo, non sapendo se il brivido che mi percorre la schiena sia dovuto ai vecchi fantasmi o a qualcos'altro.
-Elsa...- esala lui, mentre con gli occhi mi squadra il viso, alla ricerca delle risposte per le sue domande su ciò che sto facendo.
Ma sono confusa e incerta quanto lui, e non troverà risposte nei miei occhi.
In questo momento respiro il suo odore di menta, che permea quest'aria immobile, immobile come noi.
-Voglio...provare una cosa...- balbetto, con voce incrinata, sentendomi ridicola e fragile.
Mi allungo, chiudendo gli occhi e premendo delicatamente le labbra sulle sue, in un bacio lieve come ali di farfalla.
Mi separo, conficcando le unghie nella carne delle mie braccia, mentre lentamente apro gli occhi ed incrocio il suo sguardo.
È tutto qui.
Solo questo: un bacio dato nel buio.
Eppure per me, per noi, significa tanto.Restiamo muti a guardarci negli occhi per attimi silenziosi che fluttuano nello spazio.
-Elsa, io...—
-No.- lo interrompo, prima che possa dire qualcosa che faccia scoppiare la bolla in cui siamo rinchiusi.
-Per tutto questo tempo...per tutto questo tempo ho camminato sul filo del rasoio, a pochi passi dal baratro. Guardavo in giù, e pensavo a cosa potesse esserci ad attendermi sul fondo, perché ero certa che sarei caduta, perché quella notte mi ha fatto perdere tutti gli equilibri, ma poi...- esito, con voce tremante, cercando di non piangere, di non farmi sovrastare dal dolore dei ricordi.
-...ma poi sei ricomparso tu e hai provato in tutti i modi a portarmi via da quella strada senza ritorno. Ed io ti ho odiato così tanto... così tanto...se non fosse stato per te, mi sarei potuta abbandonare all'oblio proprio come volevo, e ti ho odiato così tanto per non avermi lasciato, così tanto...- singhiozzo, mentre le lacrime mi rigano copiose le guance, scavando più profondamente nella mia pelle.
E prima che possa davvero rendermi conto di ciò che sta accadendo, le sue braccia mi hanno circondato, ed io sto stritolando tra le mani la sua maglietta, piangete.
Posa il mento sui miei capelli, tenendomi stretta e dondolando, come se questo leggero movimento fosse in grado di calmarmi e di riportarmi a chi ero prima di quella notte.
-Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace così tanto...- mormora al mio orecchio.
E tremiamo insieme, in questa notte dalle stelle brillanti così simile a quella notte dal cielo scuro.
Tremiamo come la fiamma di una candela che, con un ultimo guizzo, brucia la cera rimasta, per poi spegnersi.
-Eppure ti ho amato così tanto per non avermi lasciata, per esserci stato quando di avevo respinto più volte. Ti ho amato così tanto... così tanto...- continuo a parlare, in un balbettio sconclusionato che tuttavia lui riesce a comprendere.
La sua stretta aumenta, ed io mi sento protetta e al sicuro in questo abbraccio così forte, così odiato e così amato.
-Ti amo anch'io così tanto...- mormora lui al mio orecchio, immergendo la testa fra i miei capelli e facendo ricoprire la mia pelle di brividi.
E un impeto di desiderio mi costringe ad alzare la testa, e le nostre labbra si scontrano in un'esplosione di scintille.
E mi era mancato, ma non me ne sono resa conto finché non l'ho avuto di nuovo.
Le sue mani scivolano sui miei fianchi, mentre io gli stringo i capelli, arrotolandomi le sue ciocche bionde tra le dita.
Gli salto in braccio, circondandogli il bacino con le gambe, facendolo vacillare per l'impetuosità del gesto.
E dimentico tutto quello che è successo in questi mesi, e che mi ha reso una persona così diversa.
Dimentico tutto ciò che mi ha ferito e mi ha segnato nel profondo dell'anima.
Dimentico le sere senza stelle, dimentico gli incubi avvinghiati a me nel sonno.
Dimentico tutto ciò che non sia quello che sto vivendo, e con chi.Adesso questo fuoco che arde e ci divora non lo spegnerà neanche la notte più oscura.
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Visto e rivisto 💕
RomansaVisto e Rivisto 💕 Tutta colpa del Destino ~ 💕 Elsa è una diciottenne che ha un'idea tutta sua sull'amore, e quando una sfida le si presenta davanti, non può far altro che accettarla. Eric è la personificazione del cliché: biondo, occhi azzurri, ca...