32. Colpo e contraccolpo

851 32 4
                                    



Cat Grant guardò uno per uno i suoi dipendenti, richiamati nel suo ufficio per quella riunione straordinaria. Mandò in uno dei suoi schermi su parete il pezzo dello show televisivo dove il senatore Gand annunciava denuncia contro la CatCo e Leslie Willis che aveva scritto su di lui. Finito il video, intrecciò le dita delle mani e poggiò i gomiti sulla scrivania.
«Lo avrete visto già e ma era corretto riproporlo», si tolse gli occhiali e li dispose sulla scrivania, dandosi un'aria più seria. «Il senatore Lar Gand ha deciso di denunciare la CatCo, quindi me», disse toccandosi il petto, «e la vostra collega Willis, che ha pensato di rendere pubbliche le sue malefatte, bla bla. È lunedì mattina già da ore e mi fanno sapere che di denunce neanche l'ombra». Qualcuno iniziò a parlottare a bassa voce e Cat Grant roteò gli occhi. «Silenzio! Solo perché non è ancora arrivato nulla non significa che non sia una cosa seria. È una cosa molto seria. Quando vi minacciano di denuncia per aver fatto il vostro lavoro significa una cosa soltanto: avete fatto un buon lavoro». Le facce di tanti cambiarono, diventando improvvisamente più altezzosi e si sollevò un nuovo chiacchiericcio, rendendo Kara confusa e la signora Grant spazientita, tanto da alzare di nuovo la voce: «Vi ho per caso dato il permesso di poter fare salotto? Aver fatto bene il vostro lavoro non significa anche non doversi prendere le proprie responsabilità e le conseguenze. Leslie ha attaccato duramente il senatore e per questo lei ed io saremo questa sera alla registrazione del dibattito televisivo per chiarire la nostra posizione. Quando ci ha denunciate, il senatore Gand ha fatto una scelta mirata di immagine, prendete nota: invece di procedere per le silenziose vie legali, ha pensato di mostrarsi in televisione e fare sensazionalismo», gesticolò disgustata, alzando le mani. «Questo è molto importante, deve difendere il suo profilo pubblico. È come un cane che nasconde la coda», li guardò di nuovo tutti, per assicurarsi di avere la loro completa attenzione. «È stato colpito e lui lo sa. Farà di tutto per vincere il dibattito perché ne ha bisogno. E mi devo sorbire questa rogna, quindi il mio consiglio è questo: scegliete sempre con cura il vostro nemico. Se non siete in grado di partecipare a un dibattito televisivo, perché è là che si fanno le battaglie adesso, allora state a casa. Ci sono domande?». Kara fu l'unica ad alzare la mano distendendo completamente il braccio destro, ma Cat Grant la vide e la ignorò. «Bene, meglio così perché ho già un principio di mal di testa. Ora tornate al vostro lavoro, chop chop, rendetemi orgogliosa, andate, avanti». Si misero in fila per uscire dall'ufficio che la donna rialzò la voce: «Non voi: Leslie, Keira. Vi voglio qui».
Kara sentì un brivido e il suo corpo si bloccò, guardando Leslie che non sembrava affatto preoccupata. Poi guardò Siobhan, impantanata accanto a lei.
«Ti ho per caso chiesto di restare, Siobhan?».
Lei spalancò gli occhi e indicò Kara. «Oh, pensavo che, siccome sono la sua-».
«Hai pensato male: fuori di qui. Via, via, di fretta», la scacciò e mentre Siobhan Smythe usciva e sbuffava, «E chiudi bene la porta», e chiudeva bene la porta dietro di lei, la signora Grant pensò di alzarsi dalla sua postazione e fare il giro, appoggiandosi contro la sua scrivania, con gambe incrociate. Le squadrò attentamente e così ansimò. «So già che mi pentirò per averlo chiesto, ma devo farlo e quindi non provate a mentirmi che sarebbe inutile per me e molto doloroso per voi. Fin dove volete spingervi contro il senatore?». 
Leslie Willis tirò fuori un sorriso e Kara si accigliò, guardando una e poi l'altra. «Signora Grant, c-cosa le fa pensare che io ne sappia qualcosa?». 
«Oh, Keira, quei tuoi occhi da cerbiatta non sanno proprio come si mantengono i segreti, perché tu lo sappia. Ti si legge lo sguardo colpevole sotto tutta quella agitazione che non avresti neanche se dovessi fare un provino da X Factor e Simon Cowell ti stesse fissando».
«Non sono agitata». Mh, stava forse sudando? Le bastò un'occhiata per zittirsi. «Fo-Forse, beh... Va bene», deglutì, «Mi sento in colpa per la denuncia, non pensavo si sarebbe arrivati fino a questo punto».
«Non sapevi di essere nel mondo degli adulti?», le domandò Cat Grant.
«Di cosa ti sentiresti in colpa, tu?», le chiese invece Leslie, scrollando le spalle.
«Per te! Per-Per la CatCo», guardò prima Leslie e poi Cat.
«Oh, ma sentila che dolce», ridacchiò Leslie, rivolta al loro capo. «E magari pensa che sia pure la mia prima denuncia», scosse la testa. «Lavorare in questo settore significa essere aperti a rischi del genere. E magari pensi pure che mi abbiate infilato in mezzo, cucciolo, ma non è così: ho accettato, è parte del mio lavoro, mi prendo le conseguenze e di certo non devi sentirtene in colpa tu», la indicò.
Cat Grant le squadrò ancora, cercando di mettere a fuoco cosa stava succedendo. «Avete una fonte?», guardò Kara.
«U-Una specie, signora Grant, ma-».

Our homeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora